30 aprile 2015

C'è sempre speranza

 


«Non importa quanto difficili possano sembrarci le cose, a volte, guardando la situazione del mondo. C'è sempre speranza, c'è sempre un modo per uscire vittoriosi da queste sfide.»


XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje
Tradotto da C.R.

Nella foto, il Karma Raja Maha Vihara, il monastero del Karmapa e dello Shamarpa a Swayambhu (Kathmandu), pesantemente danneggiato dal terremoto del 25 aprile.

28 aprile 2015

Dichiarazione di Lama Ole Nydahl sul recente terremoto in Nepal

 
 
 
Venezuela, 26 aprile 2015
 
 
Preziosi amici,

da un momento doloroso:

Ciò che ha colpito il Nepal è una catastrofe eccezionale abbattutasi su uno degli ultimi paesi al mondo con un'antica cultura himalayana ininterrotta da secoli. Molti buddhisti occidentali del nostro tempo hanno avuto un primo contatto con i grandi maestri del Buddhismo tibetano proprio tra questi edifici storici.

Ora che sono morte migliaia di persone e che i monumenti, unici, sono stati in larga parte distrutti da una serie di scosse di terremoto, tocca a noi, che abbiamo la possibilità di aiutare, fare del nostro meglio.

Per favore, nei vostri auspici ricordate i morti e le innumerevoli persone che hanno perso i propri cari o che sono rimaste gravemente ferite. Hanno bisogno di tutta la buona energia che possiamo mandar loro.

Per chi di noi ha avuto la fortuna di passare degli anni in Nepal, un luogo magico, non dimentichiamoci mai la visione assoluta che abbiamo ricevuto e facciamo in modo che cresca dentro di noi. La sua continuazione è il più grande dei regali da condividere in un mondo che è alla ricerca di qualcosa.
 

Vostro Lama Ole
 
 
Tradotto da M.S.

27 aprile 2015

Terremoto in Nepal: nuovo messaggio di Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje

 
 
 
27 aprile 2015

In considerazione del tragico terremoto che ha recentemente colpito il Nepal, l'ufficio privato di S.S. il XVII Gyalwa Karmapa sta verificando quale possa essere la prima data utile per una sua visita nel paese, affinché possa porgere i suoi rispetti e fornire il massimo aiuto alla popolazione nepalese.
 
Come i suoi studenti sapranno, Trinley Thaye Dorje aveva già programmato un viaggio in Nepal dal 25 maggio all'8 giugno 2015, per celebrare il primo anniversario della dipartita da questa vita di Sua Santità Kunzig Shamar Rinpoche, e per inagurare il monastero di Sherab Gyaltsen Rinpoche che purtroppo è stato danneggiato dalle scosse sismiche. L'ufficio privato del Karmapa sta valutando se e come queste attività potranno svolgersi, e maggiori informazioni verranno pubblicate il più presto possibile sul sito http://www.karmapa.org.
 
Il XVII Gyalwa Karmapa continua a pregare per tutte le vittime e le persone coinvolte in questo disastro.

Egli, inoltre, ha fatto una donazione alla International Medical Corps per sostenere il loro fondamentale lavoro nella gestione delle conseguenze del terremoto. Il Karmapa vi chiede di considerare anche voi la possibilità, se ne avete le risorse, di fare una donazione, utilizzando il seguente link:
https://internationalmedicalcorps.org/nepal-earthquake
 
 
Tradotto da C.R.

Terremoto in Nepal: come dare il vostro supporto

 
 
 
Carissimi amici in tutto il mondo,

avete senz'altro sentito che ieri il Nepal è stato colpito da un pesante terremoto. Nonostante i danni agli edifici e ai monumenti storici siano ingenti, e molte siano le vittime, per quanto siamo riusciti a sapere fortunatamente tutti i nostri amici ed i nostri insegnanti che vivono nell'area stanno bene.

Diversi monasteri del nostro lignaggio hanno subito danni e molti tra di voi già hanno chiesto come poter essere d'aiuto. Seguendo il consiglio di Lama Ole, ecco cosa potete fare:

1) Rivolgetevi al centro buddhista della Via di Diamante più vicino per avere maggiori informazioni

2) Donate i soldi direttamente utilizzando il conto della Swayambhu Monastery Restoration account, facente parte della nostra fondazione internazionale.

I soldi verranno usati principalmente per la ricostruzione dei monasteri di Karmapa e Shamarpa a Swayambhu, che sono stati danneggiati, e se riusciamo ad estendere il progetto, saranno usati anche per lo stupa di Swayambhu e l'area circostante allo stupa.

Qui i dettagli del conto per Swayambhu. Troverete anche delle informazioni più dettagliate sulla situazione dei nostri monasteri Kagyu.

Facendo auspici per il Nepal, vi terremo informati.
 
 
Caty
 
 
Nella foto, Sherab Gyaltsen Rinpoche si adatta al meglio delle sue possibilità alla condizione di sfollato.
Traduzione di M.S.

26 aprile 2015

Aggiornamento sul terremoto in Nepal

 
 
 
Cari tutti,

vi offriamo una breve rassegna delle informazioni che siamo riusciti a raccogliere in merito al drammatico momento che sta vivendo la popolazione nepalese.
 
L'associazione che si sta occupando della ristrutturazione del monastero del Karmapa a Swayambhu, dopo aver contattato i principali istituti del lignaggio Karma Kagyu presenti in Nepal, informa tramite il suo sito che presso tali istituti non sembrerebbero esserci state vittime, ma che alcuni edifici sono stati distrutti o sono gravemente danneggiati. L'associazione, che fa capo alla Diamond Way Buddhism Foundation, ha inoltre attivato una raccolta fondi per sostenere i lavori di ricostruzione del monastero e degli edifici che sorgono nelle vicinanze.
 
 
Gli stupa di Swayambhunath e di Boudhanath, e i complessi di templi che li circondano, sembrano aver riportato danni significativi.
 
Potete trovare un breve video a questo indirizzo:
 
Il Manang Gompa di Sherab Gyaltsen Rinpoche è completamente crollato, con circa 200 persone all'interno. Fortunatamente, lo stesso Sherab Gyaltsen, Ani Tenzin e il resto del sangha sono illesi. Ecco il messaggio postato sulla sua pagina facebook:
 
«Cari amici,

anche Ani Tenzin e tutto il sangha stanno bene e sono al sicuro. Per favore fate buoni auspici per tutte le vittime che hanno perso tutto ciò che avevano.
 
Grazie per il vostro affetto e la vostra solidarietà.»
 
Anche il monastero Shar Minub di Shamar Rinpoche, attualmente in fase di costruzione, è stato pesantemente colpito dalle scosse sismiche. Il sangha locale informa che, sorprendentemente, le statue dei buddha e le reliquie sono intatte, e che non ci sono stati feriti nemmeno tra i tanti operai che stavano lavorando all'edificio. 
 
L'associazione Karmapa's Healthcare Project si è già mobilitata per offrire aiuti umanitari, e ha promosso una raccolta fondi.
 
 
Anche il re del Bhutan, Sua Maestà Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, ha annunciato che invierà a Kathmandu una squadra di trentasette chirurghi, medici specialisti, infermieri e tecnici, accompagnati da quindici Desuup, per fornire assistenza medica alla popolazione nepalese.


C.R.


25 aprile 2015

Lettera di cordoglio di Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje per il terremoto in Nepal

 
 
 
 
New Delhi, 25 aprile 2015
 
 
Cari amici di Dharma,
 
è con profondo dolore che ho seguito gli sviluppi tragici causati dal devastante terremoto che questa mattina ha colpito il Nepal e i paesi confinanti.
 
Più di novecento persone sono morte, e molte di più sono rimaste ferite o sono ancora disperse; in migliaia hanno perso le loro case e i mezzi di sostentamento.
 
I miei auspici e le mie preghiere sono con tutte le vittime del disastro: i morti, i feriti e i loro familiari, allo stesso modo. 
 
Vorrei chiedere a tutti i miei studenti di unirsi a me nel fare auspici e pregare per loro, di fare offerte di lampade dedicandole al loro beneficio, e specialmente di recitare il più possibile il mantra di sei sillabe del buddha della compassione, Avalokiteshvara.
 
 
Con preghiere
 
 
Karmapa Trinley Thaye Dorje
 
 
Tradotto da C.R.

La forza dei buoni auspici

 
 
 
Cari tutti,

il pesante terremoto che si è abbattuto sul Nepal ci ha riportato alla mente questo messaggio, scritto da Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje in occasione della catastrofe che ha colpito il Giappone nel 2011.

Di fronte a eventi tragici di questo genere, quello che i nostri insegnanti ci invitano a fare è non scordare la forza dei buoni auspici fatti da ciascuno di noi e fatti dal sangha quando si riunisce in meditazione. Quindi, il numero più alto possibile di mantra del Buddha Occhi Amorevoli - OM MANI PEME HUNG - fatti da soli durante la nostra vita quotidiana, o al centro, è davvero auspicabile.
 
 
Cari amici di Dharma,
 
È con profondo rammarico e pena dal profondo del cuore che ho seguito i tragici sviluppi derivanti dal disastroso terremoto in Giappone. La tragedia ha già provocato migliaia di morti e ancora ci sono innumerevoli dispersi, senza contare tutti quelli che hanno perso tutto ciò che costituiva il fondamento stesso della vita. E le conseguenze che tutto questo avrà nel lungo termine rimangono all'oggi incalcolabili.

Oltre che far pervenir loro l'aiuto materiale, quello che noi, in quanto praticanti di Dharma possiamo fare è dare sostegno alle vittime di questo disastro dedicando a loro la nostra pratica, le nostre preghiere e i nostri meriti.

Di conseguenza estenderò le mie preghiere e i miei auspici ai defunti e ai loro familiari, e chiedo a tutti voi di fare lo stesso.

In particolare vorrei chiedervi di concentrarvi, per il loro bene, sul mantra delle sei sillabe di Chenresig e di accumulare quanti più mantra vi è possibile.
 
 
Con le mie preghiere,
 
 
Karmapa Trinley Thaye Dorje


M.S., C.R.
Traduzione di M.S.


24 aprile 2015

'Shamarpa lo sa'

 
 
 
«Un giorno, uno studente chiese se esistesse un mantra specificatamente concepito per il Kunzig Shamarpa, qualcosa di simile a 'Karmapa Cenno' che significa "Karmapa, pensa a me". Lo Shamarpa rispose con queste esatte parole: "Dì semplicemente 'Shamarpa lo sa'".»
 
 
Karma Trinlay Rinpoche
Tratto da un insegnamento sulla vita di S.S. il XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro
Tradotto da C.R.

21 aprile 2015

19 aprile 2015: Working (and partying) @ Yogi House Bedulita

Gli incontenibili Bergamaschi Adamantini sono sempre alla ricerca di nuove occasioni per impiegare il loro sforzo gioioso, e questa volta si sono confrontati con le pietre valdimagnine per abbellire la Yogi House Bedulita. Ed è davvero pura gioia sfruttare una splendida domenica di sole per lavorare in mezzo agli amici, ai ciliegi in fiore e alle costine che sfrigolano sulla griglia!
 
 












 

C.R.
Photos by M.L.

16 aprile 2015

Che tipo di felicità stai cercando?

 


Quanto sappiamo davvero della felicità? Secondo il Buddhismo, si tratta di qualcosa che viene cercato da tutti gli esseri senzienti, compresi gli animali. Possediamo un istinto subconscio che ci porta a ricercare la felicità, anche se molti di noi non hanno una chiara idea di cosa sia, o di come si raggiunga.
 
Nella prospettiva buddhista esistono due tipi di felicità: la felicità emotiva e la felicità senza tempo. Potremmo descrivere la prima paragonandola al cercare sollievo dal freddo, o all'inseguire fonti di guadagno, una posizione, uno status. Sebbene non ci sia niente di sbagliato in questa forma di felicità 'mondana', riflettendo su di essa potremmo comprendere che tutti questi esempi, per loro stessa natura, sono temporanei. La felicità emotiva non dura. Quella atemporale, pertanto, diventa una cosa molto importante da ricercare.
 
La felicità senza tempo

La felicità senza tempo viene realizzata riconoscendo le nostre stesse qualità inerenti, come compassione e gentilezza amorevole, e acquisendo saggezza su quella che è la nostra vera natura. Se esaminiamo la natura di questo tipo di felicità, troviamo qualcosa di immutabile e permanente - qualcosa che quindi vale la pena di cercare.

Potremmo ritrovarci confusi in merito all'idea di una 'felicità senza tempo'. D'altronde, abbiamo un rapporto molto stretto con la felicità emotiva, ed essa ci dà ogni giorno una gratificazione immediata. La felicità atemporale può sembrarci nobile, perfino fantastica. Ci domandiamo però: 'Possiamo vederla, possiamo raggiungerla nella vita quotidiana?'. In effetti, sì, è proprio così.

La felicità in famiglia

Mia nonna, ormai defunta, ha condotto una vita molto semplice, come madre di mio padre. Il modo in cui ha vissuto, tuttavia, è qualcosa che porterò sempre con me, ed è forse il più grandioso esempio di felicità senza tempo che io conosca. Non aveva responsabilità particolari che si potrebbero considerare 'straordinarie' o 'che fanno notizia'; quello che faceva, semplicemente, era essere una madre, era solamente praticare la gentilezza amorevole e le altre qualità fondamentali della vita, e di lei stessa. Questo è ciò che ho potuto testimoniare: non importava chi si avvicinasse a lei o in che genere di situazione si trovasse, mia nonna aveva nei confronti della vita un atteggiamento inalterabile. Chiunque incontrasse, agiva in modo cortese e premuroso - proprio come una madre. Era qualcosa che potevi vedere e, a livello verbale, sentire: ogni sua parola era estremamente cordiale e gentile. Chiaramente, l'origine di tutte queste qualità stava nella sua stessa consapevolezza.

In quanto Karmapa, ovviamente, io stesso vivo la mia vita come praticante spirituale. Tuttavia, posso dire di imparare davvero tanto dalla condotta di mia nonna, dall'approccio che aveva verso la vita. Questo ricordo per me è molto prezioso perché mi aiuta a richiamare alla mente che la felicità atemporale è visibile ed evidente in tutti noi. La felicità che stiamo cercando è già presente. Così, questo esempio mi è sempre di beneficio, mette sempre un sorriso sul mio volto, e nel mio cuore.

Il Buddha e la felicità

Sono sicuro che ognuno di voi ha esperienze e ricordi simili che può richiamare alla memoria. Da un punto di vista buddhista, diciamo che il potenziale, il seme e la qualità dell'autentica felicità o illuminazione sono tutti presenti nel centro di ogni essere senziente.

Perciò, è importante non vedere la felicità senza tempo come qualcosa che è distante o irraggiungibile, o che va celebrato in occasioni speciali e poi messo su uno scaffale per il resto dell'anno. La felicità atemporale, invece, è qualcosa in cui possiamo davvero essere coinvolti, a cui possiamo prendere parte, e questo a prescindere dal tipo di vita che stiamo vivendo o dal genere di condizioni che possiamo avere. Innanzitutto, però, dobbiamo rendercene conto.

Il beneficio che traiamo dal fare il primo passo per raggiungere la felicità senza tempo è racchiuso nella stessa espressione 'senza tempo'. Secondo la visione buddhista, i benefici sono nobili, dignitosi e virtuosi fin dall'inizio; sono nobili, dignitosi e virtuosi nel mezzo; e sono nobili, dignitosi e virtuosi anche alla fine. E non solo in questa vita, non solo in un tempo successivo, ma fino alla fine, fino a quando non avremo fatto sorgere completamente la felicità atemporale e non le avremo dato piena realizzazione.

Nel Buddhismo il miglior esempio di questa felicità immutabile potrebbe essere niente meno che il Buddha stesso. Buddha significa 'essere illuminato', cioè un essere pienamente risvegliato. Ora, se consideriamo il modo in cui il Buddha cercò la felicità senza tempo e alla fine riuscì a conquistarla, vedremo che è la stessa cosa che stiamo facendo noi oggi: esaminare e riflettere sulle cause e le condizioni della felicità.
 
 
 

L'esame della felicità

L'unico metodo che ci permette di analizzare onestamente la felicità è osservare a fondo dentro noi stessi: il nostro modo di essere, come conduciamo la nostra vita, il nostro comportamento quotidiano e le nostre abitudini. Fare questo ci aiuta a capire meglio noi stessi. E se capiamo meglio noi stessi, aumenta anche la nostra comprensione degli altri.

Ognuno di noi ha le qualità di base che ci permettono di arrivare alla felicità, tutti condividiamo questo potenziale - semplicemente perché tutti abbiamo la consapevolezza. Ci accomunano lo stesso auspicio e le stesse aspirazioni, visto che tutti noi stiamo cercando la felicità.

Se osservate la storia della vita del Buddha, vedrete chiaramente che avrebbe potuto avere, e di fatto ebbe, qualunque cosa potesse desiderare dalla vita mondana. Però, esaminando quest'ultima, poté rendersi conto che le sensazioni o situazioni che sperimentava - non importava quanto piacevoli o soddisfacenti fossero - erano tutte temporanee. Capì che conseguire questo genere di esperienza, quella che abbiamo chiamato felicità emotiva, non era l'obiettivo o la priorità ultima. Lasciò pertanto quella vita, mettendosi alla ricerca di qualcosa che fosse durevole, qualcosa che fosse immutabile. Questo è ciò che gli studenti della via e del cammino del Buddha stanno praticando: la pratica della felicità atemporale.

Dopo aver detto tutto questo, naturalmente, possono sorgere in noi domande e dubbi. Per cercare la felicità, dobbiamo cambiare di colpo il modo in cui viviamo? Dobbiamo abbandonare e rinunciare alle cose che fanno parte della nostra vita? Direi che si tratta di una questione di atteggiamento, di come vogliamo vivere la nostra vita; dipende tutto da qual è la nostra priorità, il nostro massimo scopo. Se la nostra priorità è cercare la felicità senza tempo, la prima cosa che dobbiamo fare è riflettere.

Cinque minuti al giorno

E' utile esaminare quotidianamente quello che stiamo cercando davvero, le condizioni che abbiamo raccolto, e i metodi che abbiamo applicato. Non fa mai male rubare un po' di tempo, tutti i giorni, alle nostre agende. Possiamo iniziare prendendoci solo cinque minuti al giorno - non è poi così tanto -, e la pratica di per sé non deve comportare metodi intensivi o procedure rigorose. Tutto quello che dobbiamo fare è sederci o rimanere in piedi in un posto in cui ci sentiamo a nostro agio, tranquilli e in pace.

Poi, semplicemente, meditate e riflettete con la mente e il corpo in uno stato di calma. Pensate alle vostre ultime ventiquattro ore - niente di più -, e analizzate quello che è successo esattamente. Fatelo in modo non emotivo, senza giudicare. E' qualcosa che porta un beneficio immenso, che vi farà capire meglio voi stessi e i diversi aspetti interessanti della vostra vita. Non solo, poi, gioverà alla vostra memoria e vi farà sviluppare chiarezza, ma potrà esservi veramente utile nel comprendere voi stessi e la natura autentica della felicità.

Incoraggio tutti voi a fare questa pratica. Io stesso la seguo il più possibile, e senz'altro mi è di grande aiuto: mi permette di capire con precisione dove mi trovo e le esperienze che ho fatto in passato, e in questo modo riesco anche a riconoscere ciò che potrebbe accadere, le possibilità. Così, questa semplice pratica può aiutarci a comprendere passato, presente e futuro, ci fa sentire sicuri, e in questo modo possiamo acquisire una visione intuitiva sulla felicità.
 
Confido che questo sia di beneficio per tutti voi. Offro le mie aspirazioni e preghiere affinché noi tutti possiamo raggiungere la felicità senza tempo. Prego che possiamo tutti sviluppare chiarezza, e trovare le condizioni che ci permettano di riconoscere il valore della connessione che abbiamo. Prego che possiamo coltivare le condizioni per realizzare il nostro potenziale, il legame che tutti noi condividiamo come il legame della famiglia, il legame degli amici. E prego che questo possa far crescere nel nostro mondo non solo la felicità emotiva, ma la felicità atemporale.
 
 
Il testo è una trascrizione editata di una conferenza pubblica di Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje, tenuta in occasione della Giornata Internazionale della Felicità promossa dall'Organizzazione delle Nazioni  Unite (20 marzo 2015).


Fonte: http://www.huffingtonpost.co.uk
Tradotto da C.R.

12 aprile 2015

Una thangka speciale

Nel seguente testo, che è la trascrizione di una conversazione avvenuta nel 1996, Sua Santità il XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro offre la sua interpretazione di una particolare thangka antica: si tratta della raffigurazione di un Karmapa, e in essa compare il nome dell'attuale detentore del lignaggio Karma Kagyu, Trinley Thaye Dorje. Secondo l'intuizione dello Shamarpa, il manufatto sarebbe stato realizzato proprio dal X Karmapa Chöying Dorje (1604-1674), che si era distinto anche come un eccellente artista. La thangka venne poi sottoposta alle moderne tecniche di datazione presso il National Palace Museum di Taipei (Taiwan), dove venne stabilito che risaliva a circa 350 anni prima, un arco temporale compatibile con quello in cui visse il X Karmapa. 


 
 

 
«Le dakini predissero al V Karmapa che ci saranno ventuno reincarnazioni del Karmapa. Tuttavia, nessuno conosce i nomi autentici di quelli che verranno dopo la sedicesima reincarnazione.

In questa thangka, nella parte inferiore sinistra della base del trono del Karmapa, è stata scritta in oro l'iscrizione "Thaye Dorje", in lettere tibetane. Al centro della thangka, al di sopra del Karmapa, si trova l'yidam Amitayus (il Buddha di Vita Illimitata), mentre sotto il Karmapa abbiamo lo Shamarpa dalla corona rossa.

In una thangka, in genere, l'yidam viene dipinto nella parte superiore, nell'angolo destro o in quello sinistro. In questo caso, eccezionalmente, è stato invece collocato sopra e al centro, una posizione che spetta al Lama radice. Questo indica che lo Shamarpa, che è conosciuto come l'emanazione di Amitabha o Amitayus, è sia lo studente, come da tradizione, sia il Lama radice del Karmapa. Nel nostro contesto attuale, questo rivela anche che il prossimo Shamarpa diventerà in futuro il detentore del lignaggio.»


Tratto da Calling Guru from Afar
Tradotto da C.R.


8 aprile 2015

Il karma negativo è impermanente

 
«Dobbiamo richiamare alla mente che la sofferenza è il maturare e l'estinguersi del karma negativo. Come qualsiasi altra cosa, anche il karma negativo è impermanente e alla fine si esaurirà. Visto che i risultati delle nostre azioni vengono sempre a maturazione su noi stessi, è meglio occuparsene ora e al meglio delle nostre possibilità, chiudendo con essi una volta per tutte.»
 
 
XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro (1952-2014)
Tratto da The Path to Awakening
Tradotto da C.R.

1 aprile 2015

Buddhismo e felicità

In occasione della Giornata Internazionale della felicità (20 marzo 2015), promossa dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje ha tenuto un insegnamento sulla concezione buddhista della felicità.
 
 
 
 
Celebrare un giorno dedicato alla felicità ci offre un'opportunità per ricordare a noi stessi che uno dei desideri primordiali che tutti gli esseri senzienti condividono è il desiderio di essere felici. Sebbene noi esseri umani possiamo non avere grande esperienza nell'individuare esattamente cosa sia la felicità, o nell'identificare i mezzi e i metodi che ci permettono di svilupparla, nondimeno l'aspirazione di trovare la felicità è sempre presente. Studiando un testo come il Bodhicaryāvatāra ("Lo stile di vita del bodhisattva") di Shantideva, possiamo imparare molto su quali sono le cause della felicità secondo la visione buddhista: coltivare qualità inerenti come la bodhicitta, la compassione e la gentilezza amorevole, porta a quello che potremmo definire un tipo di felicità senza tempo o duraturo.
 
Che cos'è la felicità?
 
Dobbiamo innanzitutto sottolineare la differenza tra il modo in cui la felicità viene intesa nella concezione buddhista e la sua accezione ordinaria; anche se descriviamo la comprensione buddhista della felicità in modo piuttosto diverso rispetto al significato comune, tuttavia possiamo dire che in termini molto semplici la felicità è qualcosa che tutti stiamo cercando. In generale, la parola felicità viene riferita a qualsiasi esperienza gradevole, positiva, o rassicurante. Possiamo però arrivare a comprendere più a fondo la felicità e possiamo chiarire cosa sia, se pensiamo a cosa significa per tutti noi. Ha semplicemente a che fare con la soddisfazione di bisogni basilari, come bere un bicchiere d'acqua quando si ha sete? O si tratta di qualcosa di piacevole, come prendere un tè o un caffè a mezzogiorno? Possiamo mettere in discussione la visione abituale dell'essere felici, chiedendoci se siamo soddisfatti da questo genere di felicità o se invece possa esserci qualcosa di più. Dobbiamo porci questa domanda cruciale: questo tipo di felicità ordinaria è soggetto a cambiamento? Se è così, allora dobbiamo mettere energia nel mantenere questa condizione, ma questo può essere faticoso e col tempo può diventare un peso e, a quel punto, non si tratta più di felicità.
 
Le cause della felicità
 
Cercando la felicità all'esterno, potrebbe essere molto difficile trovarla, e potremmo inoltre perderci in distrazioni visto che ci sono così tante cose attraenti nel mondo. Se invece cerchiamo dentro di noi, è molto più facile, meno stancante. In ogni caso, è importante avere la giusta attitudine: dobbiamo intraprendere questa ricerca con meno emozione, cioè con un atteggiamento meno giudicante e critico. Se cerchiamo dentro di noi, arriveremo a capire che le manifestazioni positive e cortesi sono la fonte della felicità che scaturisce da qualità virtuose come gentilezza amorevole, pazienza e generosità. Scopriremo che queste qualità sono inerenti, che esistono già dentro di noi sotto forma di potenziale. Che lo sappiamo o meno, siamo sempre alla ricerca di modi per esprimere questo potenziale. Per esempio, se una persona si trova a confrontarsi con una tragedia o è confusa, dentro di noi si manifesterà un istinto naturale e sentiremo di dover fare qualcosa. Dato che queste qualità sono innate e cercano costantemente di essere espresse, sono la base di una felicità senza tempo o duratura, non soggetta a cambiamento.  
 
Coltivare la felicità attraverso la pratica del Dharma
 
Quando pratichiamo i metodi che fanno parte del Buddha-Dharma, quando riflettiamo o meditiamo su di essi, vediamo che mirano ad aiutarci a trovare le cause della felicità. Tutti gli elaborati aspetti ritualistici o cerimoniali delle meditazioni sono semplicemente mezzi abili per ispirarci e dare alla pratica un senso di chiarezza, e tutte le persone tra voi che praticano il Dharma comprendono i benefici della meditazione. Tuttavia, ricercare e realizzare la felicità è qualcosa che può essere praticato e attuato da chiunque, indipendentemente dall'orientamento religioso o filosofico. Pertanto, vorrei incoraggiare tutti a coltivare la felicità, e a stimolare anche gli altri a farlo: se utilizziamo il nostro tempo per sviluppare la felicità, infatti, questo lascia un'impressione positiva sugli altri e può dar loro l'ispirazione per fare lo stesso.
 
 
 
 
Il ruolo dell'ispirazione e della curiosità nella ricerca della felicità
 
La felicità è raggiungibile: è con questo atteggiamento che dobbiamo praticare. I buddha e i bodhisattva sono la prova che possiamo conseguire una felicità duratura, e possono quindi essere la nostra ispirazione, l'esempio che dobbiamo seguire. Una delle ragioni per cui sono il massimo modello per noi non è la condizione che li caratterizza in questo preciso momento: a ispirarci è invece la condizione da cui sono partiti, che è esattamente la stessa in cui ci troviamo noi. Infatti, hanno cominciato molto semplicemente e senza tanta esperienza, ma con la medesima consapevolezza che esiste la felicità e che la felicità è raggiungibile. Ma come possiamo ottenerla? Con la curiosità. I buddha e i bodhisattva condividevano la stessa curiosità che tutti abbiamo, ed è questo che trovo così stimolante. Quindi, se pensiamo in questo modo, guardandoci attorno vedremo molte fonti di ispirazione, e saremo probabilmente in grado di rapportarci in modo diverso alla nostra famiglia, agli amici, ai colleghi, e ai conoscenti. Percepiremo in tutti gli altri segni visibili del fatto che cercano sempre di esprimere compassione, generosità, pazienza e tutto quel genere di cose, ma forse senza sapere davvero come farlo. E' un po' come una persona che non può parlare e che tenta di dire qualcosa, che vuole comunicare un qualche messaggio ma non ci riesce.  
 
L'importanza di sviluppare la consapevolezza di sé nella ricerca della felicità
 
Quelli tra voi che conoscono i metodi insegnati dai buddha e dai bodhisattva non avranno bisogno di molte spiegazioni: non dovete far altro che praticare continuamente lo stesso metodo con impegno ed entusiasmo. Nel coltivare la felicità, tuttavia, può darci ispirazione anche ricordare le nostre esperienze e riflettere semplicemente su di esse, senza essere influenzati dalle emozioni di disturbo. Va però detto che non saremmo in grado di farlo sulla base della rabbia, dell'attaccamento o di una mancanza di comprensione: dobbiamo come prima cosa calmare la nostra mente, in modo che sia tranquilla, rilassata e non riscaldata dalle emozioni. Poi, per cominciare, pensiamo semplicemente alle esperienze che abbiamo fatto nelle ultime ventiquattro ore, senza essere critici. A quel punto, saremo in grado di fotografare esattamente cosa è successo, iniziando a riconoscere cos'è la felicità e quali sono i metodi per svilupparla, comprendendo allo stesso tempo quali sono gli ostacoli. Perciò, è come prendere consapevolezza da sé, senza dipendere da qualcun altro o qualcos'altro.
 
Per concludere, vorrei incoraggiare tutti voi a mettere in atto questo insegnamento, e offrirò le mie preghiere e aspirazioni per far sì che tutti possiate realizzare una felicità senza tempo.


XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje

Fonte: http://www.kibi-edu.org
Tradotto da C.R.