29 settembre 2015

Nepal: Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje e Lama Ole Nydahl presenzieranno all'inaugurazione del monastero di Dhagpo Sheydrub Ling




Dhagpo Sheydrub Ling - Bhaktapur, nei pressi di Kathmandu (Nepal)
 
 
Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje e Lama Ole Nydahl hanno confermato la loro partecipazione alla cerimonia di inaugurazione del monastero di Dhagpo Sheydrub Ling che si terrà dal 2 al 4 novembre 2015.
Dhagpo Sheydrub Ling sarà la sede principale di Maniwa Lama Sherab Gyaltsen Rinpoche, e si trova nel villaggio di Nala, vicino a Bhaktapur, a circa un'ora di strada da Kathmandu. L'inaugurazione del monastero era stata programmata per il maggio 2015, ma in seguito al devastante terremoto che ha colpito il Nepal era stata rinviata per motivi di sicurezza.
S.S. il XVII Karmapa coglierà l'occasione per una visita alla popolazione nepalese, e guiderà preghiere e puja per le vittime del sisma. Sua Santità ha espresso più volte il proprio sostegno ai nepalesi, e ha rivolto diversi appelli ai suoi studenti affinché dessero un contributo alle organizzazioni umanitarie attive nei territori interessati dal terremoto.
Lama Ole Nydahl ha cancellato parte del suo tour nel nord Europa per presenziare all'evento, riconoscendo l'importanza dell'attività che Sherab Gyaltsen Rinpoche sta svolgendo sia in Asia sia nei centri del Buddhismo della Via di Diamante in Occidente.


C.R.


24 settembre 2015

Prepararsi per la pace - Messaggio di Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje per la Giornata internazionale della pace

 
 
 
Dato che ci avviciniamo alla Giornata internazionale della pace istituita dall'Onu, che si celebrerà il 21 settembre, è per noi una buona occasione per esaminare il modo in cui ci prepariamo per la pace. Ne 'Le trentasette pratiche di un bodhisattva' di Tokme Zangpo, un testo risalente al XIV secolo, la quattordicesima pratica può essere tradotta liberamente nel seguente modo: 'Persino se qualcuno sparge ovunque in un miliardo di mondi ogni genere di commento offensivo su di te, contraccambiare parlando delle qualità positive di quella persona con una mente amorevole è la pratica di un bodhisattva'.
 
Come rispecchia questa pratica, a volte la pace può essere difficile, soprattutto se qualcuno parla male di noi e ci critica. Da un punto di vista spirituale, però, la sfida più grande non sta nel giudizio negativo stesso, ma piuttosto nell'aspetto di attaccamento della mente, nell'idea di un sé, e in tutto ciò che ne deriva.
 
In un mondo in cui viene posta una tale enorme enfasi sulla parola e sulla comunicazione - potremmo chiamarlo il mondo vocale - può essere facile per questo aspetto di attaccamento della mente concentrarsi soprattutto sull'immagine di noi stessi. Di conseguenza, quando ci viene rivolto un qualche tipo di critica tagliente, il sé difenderà naturalmente se stesso, e questo può far sì che la mente diventi disturbata dalle emozioni e può portare a pensieri, parole e azioni di ritorsione, il che crea, o piuttosto completa, un ciclo dannoso. Rispondendo in questo modo, possiamo dare adito a un immenso putiferio, e la storia continuerà in modo prevedibile.
 
L'obiettivo di un bodhisattva, qualcuno che è sulla via verso l'illuminazione, è ridurre lo scompiglio, non amplificarlo. Lo scopo è creare quiete, non tempeste, e focalizzarsi su ciò che realmente e prima di tutto causa il trambusto. In questo caso, possiamo vedere come il vero problema sia il fatto che ci aggrappiamo all'immagine di noi stessi: in essa possiamo investire un enorme sforzo, ed esiste all'interno del mondo della parole, sotto forma di un nome, un titolo, e così via. E dato che non siamo solo noi a concentrarci su tale immagine, ma anche gli altri che dirigono i loro pensieri verso quello stesso punto, essa si manifesta in modo vivido, come il riflesso in uno specchio. Questa immagine ora è esposta agli attacchi, per così dire.
 
In queste condizioni, è importante che manteniamo le nostre menti calme, che le nostre menti siano in pace e non disturbate dalle emozioni. Altrimenti, se il nostro nome o la nostra immagine vengono colpiti, sebbene gli altri si limitino ad attaccare solo questi, e cioè solo il riflesso nello specchio e neanche lontanamente il nostro corpo fisico, possiamo comunque sentirci feriti e dare corso a un trambusto non necessario.
 
Nel caso di un bodhisattva, costruire il riflesso nello specchio e proiettarlo nel mondo è importante se è di beneficio per gli altri.
 
In alcune situazioni può accadere che i giudizi altrui siano costruttivi, pertanto la mente impavida e coraggiosa vedrà in essi dei meriti e li accoglierà. Solo una mente saggia può accettare le critiche.
 
Tuttavia, quando veniamo criticati in modo non costruttivo, dovremmo pensare a tali parole come se fossero dei meri echi e niente più, come viene descritto in questa pratica.
 
Preparandoci per la pace, e per la Giornata internazionale della pace promossa dall'Onu, possiamo noi ricordare che il karma che viene creato attraverso le dure critiche è portato a compimento solo se le ricambiamo. Abbiamo la facoltà e la scelta di percorrere la via di un bodhisattva. Non possiamo controllare tutto il conflitto presente nel nostro mondo, ma possiamo padroneggiare la nostra risposta ad esso. Possiamo contribuire ad assicurare di non creare ulteriore danno, di non causare ulteriore scompiglio. Invece, ci prepariamo per la pace lasciando andare l'attaccamento, mantenendo la mente calma, e attingendo all'eterna fonte di compassione e saggezza presente dentro tutti noi. Perché è in questa fonte, in questa ricchezza interiore, che si trova la sorgente della pace.
 
 
Tradotto da C.R.

16 settembre 2015

Non praticate la compassione idiota!

 
 
 
«Non imporre la nozione sbagliata di che cos'è l'armonia, che cos'è la compassione, che cos'è la pazienza, che cos'è la generosità. Non fraintendere ciò che sono realmente. Esiste la compassione ed esiste la compassione idiota; esiste la pazienza ed esiste la pazienza idiota; esiste la generosità ed esiste la generosità idiota.
 
Per esempio, compassione o pazienza non significa tentare di appianare ogni cosa per evitare il confronto e non creare problemi. In questo caso, piuttosto, si tratta di controllo: non stai cercando di entrare in un territorio sconosciuto, di ritrovarti più nudo e con meno protezione, e quindi più in contatto con la realtà. Invece, usi le forme idiote di compassione, etc. solo per guadagnare terreno.
 
Quando apri la porta invitando tutti gli esseri senzienti a entrare come tuoi ospiti, devi mettere da parte la tua agenda. Arrivano molte persone diverse, e proprio quando pensi di avere un piccolo metodo che sarà efficace, ti rendi conto che non funziona. Era molto utile con Juan, ma quando l'hai provato con Mortimer ti ha guardato come se fossi pazzo, e quando l'hai testato su Juanita si è sentita insultata...
 
...Così, ti siedi lì e dici: "Ok, ora verrò a patti col fatto che sto male e sono spaventato, e che è davvero terribile". In questo caso, però, stai solo cercando di evitare il conflitto, semplicemente non vuoi peggiorare le cose. A quel punto tutti i tuoi ospiti si comportano in malo modo: mentre tu lavori sodo tutto il giorno, loro si limitano a cincischiare, fumando sigarette, bevendo birra, mangiando il tuo cibo, e infine picchiandoti.
 
Pensi di essere un guerriero e un bodhisattva per il fatto che non fai nulla e non dici nulla. In realtà, quello che sei è un codardo, hai solo paura di peggiorare la situazione. Alla fine ti buttano fuori da casa tua, e stai lì seduto sul marciapiede. Qualcuno passa davanti a te e dice: "Cosa stai facendo seduto qua fuori?". Rispondi: "Sto praticando pazienza e compassione". Questo è non cogliere il punto.»
 
 
Pema Chödrön
Tratto da  Start Where You Are : A Guide to Compassionate Living
Tradotto da C.R.

14 settembre 2015

Nepal: inaugurazione del monastero di Dhagpo Sheydrub Ling - Messaggio del Ven. Maniwa Sherab Gyaltsen Rinpoche

 
Il sito di costruzione del monastero - Bakhtapur, nei pressi di Kathmandu (Nepal)
 
 
Tashi Delek!
A tutti gli amici e le famiglie di Dharma nel mondo
 
La famiglia di Dhagpo Sheydrub Ling vi invita tutti a unirvi a noi per la cerimonia di inaugurazione del nostro nuovo monastero, Dhagpo Sheydrub Ling.
Il programma è fissato per il 2-4 novembre 2015.
 
Contiamo sulla vostra piacevolissima presenza.
 
 
Grazie
Ven. Maniwa Sherab Gyaltsen Rinpoche.
 
 
Tradotto da  C.R.

11 settembre 2015

Un'ispirazione per sviluppare la nostra compassione - Dichiarazione di Sua Santità il XIV Kunzig Shamar Rinpoche sui fatti dell'11 settembre

 
 
 
Vi proponiamo la traduzione di una dichiarazione rilasciata da Sua Santità il XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro il 24 settembre 2001, a commento degli attacchi terroristici al World Trade Center di New York. Le parole di questo grandioso insegnante buddhista risuonano ancora attuali nell'anniversario di quei tragici eventi, e di fronte alla costante minaccia del terrorismo islamico.
 
 
Nel corso delle ultime due settimane, ho visitato diversi centri Bodhi Path negli Stati Uniti, e molti membri mi hanno chiesto di spiegare, dal punto di vista buddhista, le orribili azioni compiute dai terroristi l'11 settembre e di consigliare una linea d'azione. Offro i seguenti pensieri affinché facciano da guida ai miei studenti.

I terroristi che hanno provocato questa tragedia insensata sono afflitti dall'ignoranza, e di conseguenza possono essere tratti in inganno dalla fede cieca in un sistema di credenze che distorce il vero spirito dell'Islam. Non possiedono la saggezza e l'appropriato senso del giudizio per determinare che cosa è giusto e sbagliato e, per via della loro ignoranza e fede cieca, persone con intenzioni malvagie li hanno manipolati e si sono approfittati di loro. Pertanto, proprio come dovremmo mostrare compassione per le vittime, dovremmo anche provare compassione per i terroristi a causa della loro ignoranza.

Quando i governi e gli individui stabiliscono una futura linea d'azione, la loro motivazione o scopo è il fattore determinante critico che definisce cosa è opportuno e corretto dal punto di vista morale. Cercare vendetta, chiaramente, non è accettabile in termini buddhisti. Tuttavia, se un governo o un individuo devono intraprendere un'azione che abbia effetti dannosi ma venga eseguita al fine di prevenire il male e recare beneficio alla maggioranza, questo è ammissibile.

Basandomi sugli insegnamenti del Buddha sull'etica, credo che ci siano quattro diverse combinazioni di scopo/intenzione e azione. Elencandole dalla più negativa alla più compassionevole, esse sono:

1. scopo cattivo o malvagio - azione negativa o dannosa
2. scopo cattivo - azione benigna o positiva
3. scopo buono, realistico - azione distruttiva o nociva
4. scopo buono o puro - azione benevola

Per contrastare il terrorismo, i governi del mondo e i loro leader devono perseguire questo obiettivo con il solo scopo di essere di beneficio per chiunque, compresi gli stessi terroristi ignoranti. Se azioni puramente benevole sono inadeguate per raggiungere tale fine, non c'è altra scelta che impegnarsi in azioni strettamente mirate, progettate per estirpare il male dei terroristi e tuttavia infliggere meno danni possibile agli innocenti. Questo può essere conseguito usando la nostra compassione e saggezza; le troviamo grazie all'analisi razionale che è una parte della saggezza umana. E' importante non prendere decisioni basate sulle nostre emozioni che producono offuscamento. 
  
Su un livello individuale, non dovremmo rimuginare sulla nostra tristezza o paura di fronte a questo evento drammatico, dovremmo invece usarlo come un'ispirazione per sviluppare la nostra stessa compassione. Dovremmo fare preghiere di auspicio per le vittime, ma anche estendere i nostri auspici includendo tutti gli esseri che hanno sofferto ovunque nel mondo. Questa tragedia deve darci l'ispirazione per conseguire una vasta compassione per tutti gli esseri. 
 
 
Tradotto da C.R.

10 settembre 2015

C'è sempre una causa

 
 
 
«Quando abbiamo una difficoltà fisica o mentale, nel momento in cui si manifesta, la prima cosa che dobbiamo fare è semplicemente verificare come e perché. Infatti, è sempre presente una ragione, non esiste nessun problema che non abbia una causa. Ci sono sempre una quantità di cause e condizioni, quindi guarda indietro e vedi come stanno le cose.»
 

XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje
Photo credit: Tokpa Korlo
Tradotto da C.R.

7 settembre 2015

 


Non sempre si riesce ad essere eterni.


Alda Merini (1931-2009)
Tratto da Fiore di poesia (1951-1997)
M.S.

3 settembre 2015

Indossiamo la maschera di un buddha

 
 
 
«La reazione positiva ai nostri comportamenti che arriva da chi ci sta intorno ci incoraggia a compiere ancora più azioni positive sia nella nostra relazione sia verso il mondo esterno. Una mente piena di buone impressioni riconosce che tra un'immagine e l'altra, e al di là di esse, c'è uno spazio radioso e che quei momenti di intuizione profonda presto si allineeranno l'uno dopo l'altro.
Attraverso l'esempio di un maestro esperto che ci protegge dai disturbi provocati dal concetto dell'io, siamo già vicini alla meta molto prima di riconoscere la nostra vera essenza. La via maestra della realizzazione si percorre in questo modo, senza bisogno di conoscere le attraenti descrizioni delle terre pure e dei loro buddha, prima ancora di averle effettivamente sperimentate. Indossiamo la maschera di un buddha, vale a dire pensiamo, parliamo e agiamo come se fossimo già illuminati finché un bel giorno non potremo più toglierci questa meravigliosa maschera perché, senza accorgercene, sarà diventata parte di noi stessi.»


Lama Ole Nydahl - Il Buddha e l'Amore