26 dicembre 2015

Il film su Hannah Nydahl nominato per tre premi al London International Film Maker Festival of World Cinema 2016

 
 
 
Hannah: Buddhism’s Untold Journey, il documentario su Hannah Nydahl, è stato nominato per tre premi al London International Film Maker Festival of World Cinema 2016: miglior regista, miglior documentario di lungometraggio e miglior film di carattere scientifico o educativo. La proiezione si terrà il 22 febbraio 2016.


Per altre informazioni sul film:
http://www.hannahthefilm.com
Per informazioni sul London International Film Maker Festival of World Cinema:
http://filmfestinternational.com
C.R.
 
 
 
 

19 dicembre 2015

 
Cari tutti,
dopo il fantastico corso con Klaus, i Bergamaschi Adamantini chiudono il centro per le festività natalizie. Le nostre attività riprenderanno regolarmente a partire da martedì 12 gennaio.
Vi auguriamo di trascorrere serenamente queste giornate, trovando il giusto compromesso tra la pratica, i festeggiamenti e le riunioni famigliari. Possa il 2016 realizzare i vostri auspici così come li avete formulati.


Buone feste!

15 dicembre 2015

Kagyu Monlam 2015 - L'importanza degli auspici

 
In vista del Kagyu Monlam, l'annuale raduno di Lama, monaci e praticanti laici a Bodh Gaya, Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje offre ai suoi studenti un insegnamento sull'importanza e il significato delle preghiere di auspicio.
 
 
La pratica degli auspici è uno degli aspetti più importanti della vita di un buddhista. Facciamo auspici perché tutti gli esseri senzienti possano avere pace e prosperità e, soprattutto, facciamo auspici perché tutti gli esseri senzienti possano conseguire l'illuminazione. Questa, da una prospettiva buddhista, è l'obiettivo ultimo nella vita: si tratta di uno stato di cessazione della dukkha o confusione, ed è quello a cui aspiriamo.
 
Usiamo gli insegnamenti del Buddha stesso come guida per compiere auspici perfetti. Pertanto, utilizziamo principalmente i sutra, in particolare un estratto dal Avataṃsaka Sūtra (in tibetano: mdo phal po che), noto come La sovrana fra le preghiere di auspicio di Samantabhadra. Il nostro lignaggio Karma Kagyu ha avuto la fortuna di poter celebrare simili raduni dedicati alle aspirazioni (conosciuti in tibetano come Kagyu Monlam) proprio nel paese in cui il Buddhismo è nato, e nel luogo sacro dove il Gautama Buddha ha raggiunto l'illuminazione.
 
In parole semplici, praticanti e persone che fanno buoni auspici per gli altri si riuniscono presso questo sito sacro chiamato Bodh Gaya una volta all'anno per diversi giorni, e cercano di utilizzare questo tempo semplicemente per offrire buoni pensieri, riflettere, e osservare la loro mente. Sebbene possa sembrare che un breve periodo di pratica non abbia un effetto significativo, personalmente credo che tutti i giorni dell'anno che dedichiamo alla pratica siano giorni importanti.
 
E' di grande ispirazione vedere così tanti devoti, provenienti da tutto il mondo, incontrarsi e usare il loro prezioso tempo per offrire auspici e osservare il loro principio consapevole. Penso che aiuti le persone e che il beneficio che ne traggono verrà sperimentato durante tutto l'anno.
 
Proprio come il cibo fornisce nutrimento su un livello fisico, allo stesso modo facendo questi auspici raccogliamo il beneficio nutritivo di merito e saggezza. Secondo il Buddhismo, questi sono l'alimento più importante per lo sviluppo della nostra consapevolezza, e partecipando a queste accumulazioni di preghiere di auspicio accumuliamo merito e saggezza immensi. A loro volta, questi contribuiscono a far crescere la nostra mente nel modo più favorevole, aiutandola ad evolversi. E dato che stiamo praticando questi auspici nello stesso modo in cui tutti i buddha e i bodhisattva lo hanno fatto, lo stanno facendo, e lo faranno sempre, possiamo compiere auspici senza tempo, nel senso che i loro risultati saranno inesauribili.
 
Le preghiere di auspicio, quindi, funzionano davvero e sono inoltre la pratica più facile: tutto ciò che richiedono, infatti, sono la nostra concentrazione e una mente che osservi molto attentamente. Grazie a queste qualità arriviamo a comprendere in modo profondo quello che i buddha e i bodhisattva hanno sempre auspicato. E quindi, semplicemente, noi stessi offriamo auspici.
 
 
Per informazioni sul Kagyu Monlam e sul programma di quest'anno:
Tradotto da C.R.
 
 
 


10 dicembre 2015

L'unica cosa atemporale che rimane è la ricchezza della propria natura di buddha

 
«Nella vita quotidiana sperimentiamo ovunque che tutto quanto è composto è impermanente. Ciò che proprio un attimo fa viveva potrebbe essere già morto, e quanto si manifesta oggi potrebbe scomparire domani. Anche se le cellule si rinnovano di continuo – così almeno ci auguriamo tutti –, a lungo andare si usurano e pertanto, istante dopo istante, ciascuno di noi sta un poco morendo. La perdita delle persone amate, genitori, fratelli, amici intimi, ma anche della propria salute, così come i cambiamenti esterni dovuti a catastrofi naturali o all’andamento dell’economia, puntano di continuo il dito sull’impermanenza. La vita ha di certo una fine, eppure la ragione non ne vuole sapere, spera in una continuità, spera nell’immortalità. Ogni essere un giorno morirà, è ovvio, ma nonostante siamo in grado di capire quasi tutto, siamo abilissimi a evitare il confronto con un fatto del genere – una negazione che prosegue fino all’ultimo istante di vita. La voglia di sicurezza e immortalità è una tendenza fortissima nell’essere umano, e la spinta ad aggrapparsi alla vita si fa soprattutto più forte in quelle culture che tendono a esorcizzare la morte. Se però comprendiamo che l’unica cosa atemporale che rimane è la ricchezza della propria natura di buddha, allora riusciamo a tranquillizzarci sulla morte.»
 
 
Lama Ole Nydahl
Tratto da Von Tod und Wiedergeburt
(è in corso la traduzione in italiano del volume; tutte le informazioni a questo link: http://morte-e-rinascita.blogspot.it)
Tradotto da M.S.
 
 

8 dicembre 2015

Accettare la morte come una parte della vita

 
Penso che con la pratica e con il Buddhadharma, conoscendolo in modo più approfondito, lentamente impariamo e capiamo che la morte di fatto è una parte della vita, che non è separata. Se fosse tale, infatti, sarebbe una qualche cosa, ma non è così, e non esiste alcun modo per dividere in qualche maniera la vita dalla morte e la morte dalla vita. Possiamo arrivare alla pace e sciogliere la contraddizione solo nel momento in cui riusciamo ad accettare questo fatto, e spesso è la parte più difficile. Dato che non vogliamo accettarlo, vogliamo cambiare le cose: faremo qualsiasi cosa per cambiarle, a volte non rendendoci nemmeno conto di quel che ci vorrà per farlo. E' per questo motivo, pertanto, che alla fine si tratta davvero di accettare la morte. Anche se ovviamente è più facile a dirsi che a farsi, possiamo accoglierla, possiamo avere fiducia nel fatto che tutti noi ne abbiamo la forza, tutti noi possiamo riuscirci. Quindi, tutto quello che dobbiamo fare è assicurarci di non mettere noi stessi sotto pressione in qualche modo, e di prendere le cose un passo alla volta.

Ogni giorno, in ogni momento, accettiamo una piccola forma di morte, una piccola forma della realtà della vita. A quel punto non esiste più nessuna contraddizione, e persino la morte stessa avviene in modo tranquillo ed è qualcosa di importante. Proprio come vivere è significativo, anche morire diventerà significativo, sarà l'esempio perfetto per gli altri. Insegnare agli altri come morire serenamente e in modo appropriato è probabilmente quella che potrei definire la più grandiosa eredità che possiamo lasciarci dietro.
 
 
XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje
Tradotto da C.R.
 
 

7 dicembre 2015

Gli oggetti di riflessione di un morente

Milarepa
Statua del XVI-XVII secolo
Collezione Nyingjei Lam, Rubin Museum of Art (New York)
 
«Milarepa, il grande realizzatore tibetano vissuto novecento anni fa, mise ripetutamente in risalto nei suoi canti che cosa, per il morente, debba essere oggetto di riflessione. Con esempi pratici, ricavati dall’ambiente himalayano in cui era immerso, faceva toccare con mano ai suoi studenti l’impermanenza di tutti i fenomeni. Mostrava parimenti ciò che è mutevole nel mondo esteriore e ciò che è inaffidabile e deludente negli stati condizionati della mente. Indirizzava ripetutamente i suoi studenti verso l’unica cosa vera e costante, la mente giunta a piena maturazione.»
 
 
Lama Ole Nydahl
Tratto da Von Tod und Wiedergeburt
(è in corso la traduzione in italiano del volume; tutte le informazioni a questo link: http://morte-e-rinascita.blogspot.it)
Tradotto da M.S.
 
 

5 dicembre 2015

Samantabhadra
Thangka del XVII secolo
Image courtesy of: http://www.himalayanart.org

«Quando sarà arrivato il momento della mia morte,
possano tutti i veli che mi offuscano essere purificati e scomparire.
Possa io scorgere il Buddha di Luce Illimitata
ed avanzare con certezza verso il reame della gioia.»



Tratto da Samantabhadra. Tra le preghiere di auspicio per una nobile ed eccelsa attività, la sovrana.
Tradotto da M.S.


#ilprocessodellamorte

3 dicembre 2015

I quarant'anni di Dhagpo Kagyu Ling: il retaggio di Gendun Rinpoche

Il XVI Karmapa Rangjung Ripge Dorje e Gendun Rinpoche - Dhagpo Kagyu Ling, 1977
 
Nell'ambito delle celebrazioni per i quarant'anni di attività del centro di Dhagpo Kagyu Ling, in Francia, Lama Rinchen ha tenuto un insegnamento sul retaggio lasciato da Gendun Rinpoche. Questi, su incarico di Sua Santità il XVI Karmapa Rangjung Rigpe Dorje, ha fondato Dhagpo Kagyu Ling e si è dedicato con incrollabile devozione al suo sviluppo.
Vi proponiamo la traduzione di un insegnamento di Gendun Rinpoche, dal suo libro
Mahamudra (2007)
 
 
«Quando ci troviamo nella situazione in cui è impossibile aiutare qualcuno, facciamo un sincero auspicio di poterlo fare in futuro. Di conseguenza riusciamo a trasformare ogni situazione che incontriamo nella vita in uno strumento per progredire sul cammino dell'illuminazione.

Potremmo trovarci in situazioni in cui non abbiamo la capacità di offrire il nostro aiuto agli altri. Ad esempio qualcuno potrebbe rifiutare l'aiuto che le o gli proponiamo e noi ci sentiremmo impotenti. Se questo accadesse non dovremmo allontanarci dalla persona in questione, ma piuttosto accettare il fatto che, al momento, è impossibile aiutarla direttamente. Questo però non ci impedisce di fare auspici per lei o per lui, e quando arriverà il giorno in cui la situazione si è evoluta, vedremo i risultati dei nostri auspici; saremo in grado di aiutare quella persona concretamente.

Questa attitudine mentale è in perfetto accordo con gli insegnamenti del Buddha. Non compiere azioni dannose ma cerca invece sempre ciò che è positivo. Questa è la condotta che dobbiamo mantenere, indipendentemente da quale sia la situazione; agire in relazione a quanto è possibile in un dato momento - direttamente o per mezzo delle preghiere di auspicio.»



Potete trovare altre informazioni sui quarant'anni di Dhagpo Kagyu Ling a questo link:
http://www.dhagpo.org/40/en/

C.R; traduzione di M.S.