28 settembre 2016

Una traccia d'amore 12 - Se in una casa c'è amore...


So if you find someone,
Someone to have, someone to hold,
Don't trade it for silver, don't trade it for gold
I have all of lives treasure's
And they are fine, and they are good
They remind me that houses
are just made of wood
What makes a house grand ain't the roof or the doors
If there is love in a house
it's a palace for sure.


Dunque, se trovi qualcuno,

qualcuno da avere, qualcuno da abbracciare
non barattarlo con l'argento, non barattarlo con l'oro
ho tutti i tesori della vita

e vanno bene, sono buoni
mi ricordano che le case sono solo fatte di legno
quel che rende una casa magnifica non sono il tetto o le porte
se in una casa c'è amore
di sicuro è un palazzo.



Tom Waits - House where nobody lives, da Mule Variations (1999)
Tradotto da M.S.

21 settembre 2016

Messaggio di Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje per la Giornata internazionale della pace

 
 
 
 
 
Cari amici del Dharma,

penso che pochi di noi sappiano davvero cosa significhi "pace". Possiamo auspicare "la pace" o fare qualcosa "in nome della pace"; tuttavia, sebbene la nostra motivazione sia meritevole, è possibile che non siamo assolutamente in grado di capire se con azioni, gesti o parole contribuiamo veramente a questa idea di pace.

Possiamo essere persone religiose, filosofi, scienziati, politici, dottori. Chi può dire però di aver compreso effettivamente cos'è la pace? Anche se usiamo parole, ragionamenti e azioni sofisticate non arriviamo comunque a definirla con esattezza, non arriviamo comunque a realizzarla.

Detto questo, non intendo dire che se facciamo qualcosa in nome della pace non ha alcun valore. Il vero valore, tuttavia, sta in quello che possiamo fare in questo preciso momento per motivare noi stessi: possiamo fare l'auspicio di cercare la pace, per noi st
essi e per gli altri, anche se non sappiamo precisamente cosa sia.

Pertanto, è meglio non sfiancarci pensando «questa è la pace» e aggrappandoci a un concetto: non riusciremo mai ad avere una giusta comprensione. C'è però una cosa che possiamo capire bene, e cioè riconoscere che vogliamo questa cosa chiamata pace. Sebbene nient'altro possa essere chiaro l'auspicio è cristallino, e questo è quello che importa davvero.

Vorrei quindi chiedere a tutti voi di usare non solo la Giornata internazionale della pace promossa dall'Onu ma ogni giorno per tener vivo il vostro auspicio per la pace, il vostro anelito verso la pace.

Siamo tutti nati come esseri umani, e in quanto tali abbiamo l'opportunità preziosa e unica di desiderare la pace. La maggior parte degli esseri non ha affatto questa possibilità a causa di moltissimi ostacoli. Vi chiedo quindi di non perdere quest'opportunità di fare auspici per la pace, e vorrei chiedere a tutti voi di imparare, riflettere e meditare in modo da sostenere questo auspicio.

Con "imparare" intendo istruire voi stessi sulla natura della compassione, sulla natura della saggezza.

Poi dovete esaminare accuratamente qualunque cosa abbiate imparato, e rifletterci sopra.

Quindi dovete meditare su tutto quello che avete dedotto dall'attento ascolto e dalla contemplazione. In questo modo mediterete sulla base stessa della compassione e della saggezza, una condizione della mente dove non c'è alcun attaccamento e alcun giudizio.

Per cominciare prendetevi cinque minuti al giorno: mettetevi semplicemente a meditare; calmate la vostra mente; concentratevi sul non essere attaccati a nessun pensiero, a nessuna idea di nessun genere, sia essa positiva o negativa, necessaria o superflua, importante o irrilevante. In questi cinque minuti dimenticate ogni cosa, sbarazzatevi di qualsiasi pensiero. Facendo questo, l'auspicio per la pace emergerà in modo naturale.
 
 
Con preghiere

Thaye Dorje
 
 
Tradotto da C.R.

20 settembre 2016

Lo yogi

 
Vive le cose con piacere,
non rimanendone macchiato;
coglie un loto, non si bagna.
E' così, lo yogi che fluisce alla radice:
indisturbato dalle cose, le vive con piacere.


Saraha (VIII-IX sec.)
Fonte: http://www.karmatrinlay.com/
Tradotto da M.S.


14 settembre 2016

Orgoglio e fermezza mentale

 
«In genere quando pratichiamo il Dharma e ci impegniamo nel compiere azioni positive ci imbattiamo in ostacoli e difficoltà. Questo è dovuto al fatto che le nostre menti sono schiacciate dalle emozioni. Tra queste emozioni negative, la principale è l'orgoglio che ci porta a provare disprezzo per gli altri a causa di una sopravvalutazione di noi stessi (io sono il migliore, il più forte, etc). La presenza dell'orgoglio genera automaticamente gelosia, odio o rabbia; con l'orgoglio come causa sottostante, l'emozione della rabbia crea gli effetti più forti perché ci spinge a commettere ogni tipo di azione gravemente negativa che determinerà future rinascite nei reami inferiori.

Nelle società occidentali, spesso si fa confusione sulla distinzione tra orgoglio e fermezza mentale. Una mancanza di orgoglio viene interpretata come fragilità, ma l'orgoglio è una forma sviluppata e concentrata di attaccamento all'ego, e in questo senso quindi è una debolezza. Una persona può avere una grande forza di carattere e una solida determinazione a raggiungere un obiettivo, come per esempio l'illuminazione, senza che l'orgoglio si manifesti mai. 

Dobbiamo separare l'orgoglio - l'affermazione del nostro personale predominio sugli altri, indice di una certa cecità - dalla fermezza mentale che è una qualità priva di tutti gli aspetti negativi dell'orgoglio. Nello stesso modo spesso abbiamo una visione distorta che considera l'umiltà equivalente a una personalità debole. Quello di cui abbiamo davvero bisogno sono il coraggio e la forza di carattere, e dobbiamo evitare di sviluppare orgoglio.»
 
 
XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro (1952-2014)
Tratto da Meditation on Love and Compassion
Tradotto da C.R.

7 settembre 2016

La Via di Diamante: comportarsi come un buddha


«Una promessa finale mantiene questo livello, e tutta la cornice di cui abbiamo parlato finora, irremovibili: decidiamo di non lasciare mai più le terre pure. In ambito buddhista non significa "pensa positivo", e nemmeno rimanere attaccati in modo febbrile a qualcosa di bello e rifiutarsi di vedere la sofferenza; si tratta invece di qualcosa che è libero dal concetto di tempo, la forza radiosa dello specchio a discapito delle immagini condizionate e mutevoli che contiene. E' il piano sul quale sappiamo fino a dentro alle ossa che la massima verità e la massima gioia corrispondono. Sperimentiamo la mente come giocosa e al di là delle paure, radiosa, ricca e forte per sua natura. Agiamo spontaneamente, con lungimiranza e compassione. Tutte le paure decadono dal momento in cui il principio consapevole si percepisce in modo sempre più convincente come qualcosa di non solido e come luce radiosa. Sapere sempre più che ciò che davvero siamo non può essere distrutto dona una certezza insurclassabile; ci sentiamo a nostro agio in tutto e per tutto indipendentemente da ciò che accade.
La visione intuitiva che dà un forte colpo di ramazza a questo punto è che non siamo né il corpo che invecchia, si ammala e infine muore, né i pensieri che cambiano in continuazione. Ciò che vede dagli occhi e ascolta con le orecchie è spazio cosciente e illimitato. E' al di là del vai e vieni, al di là di nascita e morte.»

 
Lama Ole Nydahl
Tratto da The Way Things Are
Tradotto da M.S.

1 settembre 2016

Una traccia d'amore 11 - "Noi" anziché "lei e io"

 
«Gli uomini hanno la tendenza a dividere il mondo in compartimenti stagni, a sezionare in grande o piccolo, sottile o spesso, bene o male, cosa che restringe la pienezza del momento e non permette più di vedere le persone, bensì solo le aspettative che vi proiettiamo.
Le donne vedono invece più spesso la vita interiore che non l'esteriorità. Se l'uomo lascia che la propria dolce metà gli mostri la bellezza e abbondanza di risorse che il mondo possiede, presto riconoscerà quante opportunità di crescita si nascondono in ogni situazione e incontro con gli altri, si sentirà più ricco e aperto alle capacità degli esseri senza valutare anticipatamente, senza giudicare e vivendo sempre più la relazione come un "noi" anziché un "lei e io".»
 
 
Lama Ole Nydahl
Tratto da Il Buddha e l'Amore