28 febbraio 2017

Messaggio di Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa Trinley Thaye Dorje per il Losar

 
Ogni nuovo raccolto ha la capacità, carica di buon auspicio, di metterci in grado di trovare vera gioia per noi stessi. Ma perché nel caso del Losar, che sappiamo essere giusto un giorno tra tanti in questo mondo?
 
É semplice: perché siamo noi che facciamo in modo che sia così! Siamo noi che rendiamo favorevole questo giorno, non in base alla fortuna o al caso, ma per puro volere.
 
Ogni giorno è tanto insignificante quanto un gioiello che può realizzare tutti i desideri. Sì, oggi è proprio come un qualsiasi altro sasso, ma il riconoscimento intenzionale di ciò che un tale giorno potrebbe contenere, il suo vero potenziale, trasforma la saggezza ordinaria in straordinaria.
 
Possiate tutti voi raccogliere il potenziale di questo giorno speciale, e di tutti quei giorni che devono ancora venire.
 
 
Tradotto da M.S.
 
 

27 febbraio 2017

Happy New Year

 
Cari tutti,
oggi si festeggia il Losar, l'inizio del nuovo anno tibetano.
In questa giornata è propizio dedicarsi alla pratica del Dharma, compiere azioni virtuose e fare buoni auspici per la lunga vita dei nostri maestri.
Ogni anno il Losar viene celebrato in una data diversa perchè segue il calendario lunare, e cade nel primo giorno di luna nuova. I festeggiamenti si protraggono per uno, tre o persino quindici giorni (dipende dalla zona).
Il Losar prende anche il nome di Bal Gyal Lo, dalle parole Bal (Tibet), Gyal (re) e Lo (anno). Il nome è dovuto al fatto che le celebrazioni sono state effettuate, per la prima volta, nell’anno della salita al trono del primo Re tibetano, anche se il festeggiamento del Losar precede l'avvento del Buddhismo in Tibet - può essere infatti datato al preriodo prebuddhista Bön.
 
 
M.S.
Immagine: artwork by Erin Lee, http://www.kibi-edu.org/

14 febbraio 2017

Il Buddha e l'Amore

 
«Un amore che cresce florido e unisce la coppia porta a vivere ogni esperienza forte in modo impersonale, nient'affatto mieloso, e scardina la tendenza a sprecare del tempo prezioso con le aspettative o a diventare dipendenti da fatti legati a condizioni. Se si è pronti a vedere la vita sotto forma di un percorso di crescita, diventa ovvio condividere le belle giornate e imparare da quelle brutte. Evitando inoltre le emozioni che ci disturbano particolarmente, permettiamo che si schiuda la vastità incredibile dello spazio consapevole che viene riconosciuto tra un'esperienza e l'altra e dietro di esse.»
 
 
Lama Ole Nydahl

7 febbraio 2017

Lasciar andare

 
Ogni minuto, ogni ora, ogni mattina, ogni sera, ogni giorno, so che tutti voi verrete distratti da tante cose. É normale, non è una cosa negativa, è semplicemente naturale. Tuttavia, ogni volta che ne siete consapevoli, cercate di lasciar andare.
 
Usate qualunque forma di pratica conoscete. Può essere qualcosa di tanto semplice come il limitarsi a recitare qualche mantra; va bene, utilizzate questo come uno strumento per lasciar andare.
 
Lasciate andare in modo che sia la cosa naturale da fare, e che non sia innaturale. Quando cerchiamo di lasciar andare le cose, spesso pensiamo e abbiamo la sensazione che non sia naturale, che ci sia qualcosa a cui aggrapparci.
 
Quindi lasciar andare diventa più difficile, sempre più difficile, fino a un punto in cui dopo un po' di tempo non siamo in grado di riconoscere il valore della pratica, e questa diventa invece il fardello più grande nelle nostre vite! Perché? Perché nel profondo del cuore sentiamo che lasciar andare non è naturale.
 
Pensiamo che non sia naturale ammalarsi. Che non sia naturale morire. Che non sia naturale il fatto che le stagioni cambino. Che non sia naturale sentire caldo dopo aver sentito freddo, o il contrario. Pertanto ci sforziamo di mantenere quell'esperienza più a lungo, cerchiamo di procrastinare, di spingere più in là, di spostare più in là le scadenze. 
 
Come risultato siamo sempre più sotto pressione, fino a un punto tale che a prescindere da quanti insegnamenti riceviamo, a prescindere da quante pratiche, da quante recitazioni di mantra, da quante prosternazioni, da quanti gesti caritatevoli facciamo, tutte queste cose non significano niente e, in realtà, diventano il nostro peso più grande.
 
É in questo modo che perderemo la nostra strada. Niente funziona. Nessuna medicina funziona, nessuna sostanza funziona, nessuna meditazione funziona, nessuna spiritualità funziona, nessun amico funziona, nessuna famiglia funziona, niente funziona. E finiamo per ritrovarci in una situazione in cui la vita non significa niente. Nient'altro che dolore. Arriviamo a tentare persino di fondere questa idea che tutta la vita è dolore e le parole del Buddha – la vita è sofferenza.
 
É davvero la cosa più scoraggiante che possa accadere. Perché non è quello che il Buddha stava cercando di dire, stava cercando di dire che dobbiamo lasciar andare. Non significa che la vita è vero dolore, che non ha senso, che non c'è nessun significato. Il Buddha ha detto che c'è ogni significato possibile, ma che per trovarlo tutto quello che dobbiamo fare è lasciar andare, lasciare che le cose siano.


XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje
Fonte: https://www.facebook.com/17th.Karmapa
Photo credit: Tokpa Korlo
Tradotto da C.R.


1 febbraio 2017

Essere un praticante buddhista


«Ho insegnato in molti centri buddhisti e faccio sempre questa raccomandazione a tutti: essere un praticante buddhista significa avere compassione, avere una corretta capacità di giudizio, essere un saggio essere umano, e sapere come lavorare per la società. Essere buddhista, inoltre, non vuol dire essere una persona eccentrica; dovresti essere una persona normale, meno emotiva, dovresti essere saggio e saper valutare in modo adeguato, e dovresti essere gentile. Se sei così puoi conseguire buoni risultati nella pratica buddhista.»
 
 
XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro (1952-2014)
Tratto da The Bodhisattva Attitude, Buddhism Today 33, Spring/Summer 2014
Tradotto da C.R.