26 novembre 2017

Messaggio di Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa Trinley Thaye Dorje per l'attacco terroristico in Egitto


Cari amici di Dharma,

mi ha addolorato la notizia dell'attacco in Egitto in cui sono state prese di mira delle persone innocenti mentre stavano pregando e che ha causato una terribile perdita di vite.

Preghiamo tutti insieme per le vittime, i loro cari e tutte le persone coinvolte. Preghiamo inoltre per la fine della violenza e delle cause della violenza.


Con compassione,

Thaye Dorje
Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa


Fonte: http://www.karmapa.org
Tradotto da C.R.


22 novembre 2017

Il Lama dalla Corona Rossa


D: Cosa significa essere il Lama dalla Corona Rossa?

Shamar Rinpoche: In passato, in Tibet esistevano due Lama celebri che sono state le prime cosiddette "reincarnazioni". Erano conosciuti come il Karmapa e lo Shamarpa, e si alternavano nel ruolo di massima autorità del lignaggio Karma Kagyü. Ebbero un'influenza decisiva sul modo in cui il Tibet venne governato a partire dal XIV secolo fino al 1642, quando la dinastia dei Dalai Lama venne instaurata dai Mongoli.

D: Perché i due colori, rosso e nero?

S.R.: La Corona Rossa ha a che vedere con il colore del tramonto, rappresenta la direzione della terra pura del Buddha di Luce Illimitata, chiamato Amitabha. La Corona Nera, a quanto si ritiene, venne realizzata su un livello spirituale utilizzando i capelli delle dakini (o dee celestiali) e solo persone che avevano sviluppato una mente davvero pura erano in grado di vederla.
Un giorno, l'imperatore Yongle, principe di Yan e terzo imperatore della dinastia Ming, vide la Corona Nera sopra la testa del suo insegnante, il V Karmapa, e decise di replicarla fabbricando una corona da offrire in omaggio al suo maestro. All'epoca non esisteva alcuna ostilità nei confronti della Cina.

D: Lei è la quattordicesima reincarnazione del Lama dalla Corona Rossa.

S.R.: Detengo la posizione di XIV Shamarpa. La sede principale degli Shamarpa si trovava a Yangpachen, a nord di Lhasa, dove rimase fino al 1792, quando il X Shamar Rinpoche dovette trasferirsi in Nepal e stabilirvi la sua istituzione. Questo avvenne prevalentemente a causa di pressioni politiche esercitate da uno dei reggenti del governo del Dalai Lama.
Io quindi porto avanti questa tradizione, la mia organizzazione appartiene maggiormente al Nepal e pertanto sono più indipendente dal punto di vista spirituale. Ad ogni modo ho ancora delle connessioni con il Tibet, ma non nell'ambito della stessa amministrazione del Dalai Lama.

D: Cosa si prova a essere riconosciuti come la quattordicesima reincarnazione dello Shamarpa?

S.R.: Il Karmapa Lama deve riconoscere lo Shamarpa Lama, e quando il Karmapa Lama muore la sua reincarnazione deve essere riconosciuta dallo Shamarpa Lama. Questa era la regola. Il mio processo di riconoscimento, quindi, è stato seguito dal Karmapa Lama.
Avevo solo tre anni e mezzo e mi trovavo nel Tibet centrale. Un gruppo nomade di laici, che viaggiava con muli e yak, si imbatté in noi. Io ero in braccio a mia mamma e dissi: «Queste persone sono i miei monaci!», sebbene non indossassero affatto tonache da monaco. Effettivamente, provenivano dal monastero dello Shamarpa. Fu per questo motivo che venni preso in considerazione come la possibile reincarnazione del Lama dalla Corona Rossa: avevo riconosciuto quei monaci che, spostandosi attraverso il Tibet, avevano cambiato le loro tonache e indossato vestiti da laici, dato che le usanze permettevano di farlo. I monaci si recarono poi dal Lama dalla Corona Nera, dicendo che quel bambino doveva essere la reincarnazione del loro Lama. Successivamente venni sottoposto, con buon esito, ad alcuni ulteriori esami che riguardavano la mia memoria.


Tratto da Interview with Shamarpa Rinpoche, the 14th reincarnation of the Red-Hat Lama, Diva International, 2 novembre 2011
http://divainternational.ch
Tradotto da C.R.

14 novembre 2017

Un tesoro interiore


«Abbiamo la tendenza a guardare all'esterno per cercare agio e sicurezza. E dato che le condizioni esteriori nella maggioranza dei casi non sono sotto il nostro controllo rimaniamo delusi tutte le volte che accade qualcosa di indesiderato e tutte le volte che non accade qualcosa di desiderato. Corriamo dietro al denaro, alla posizione e al potere e quindi iniziamo a identificarci con essi. Il problema è che è molto difficile arrivare a ottenere queste cose, e quando riesci ad agguantarle ne brami di più e hai costantemente paura di perderle.
Il vero scopo della nostra vita, perciò, è scoprire il nostro tesoro interiore che porterà felicità duratura a noi stessi e benefici agli altri. Questo può succedere solo quando sviluppiamo la saggezza che ci permette di discriminare tra le apparenze e la realtà che sta dietro di esse.»


IV Jamgon Kongtrul Rinpoche Migyur Drakpa Senge
Tradotto da C.R.
Photo credit: Stephane Offort

9 novembre 2017

Il ladro in una casa vuota


«Una metafora spiega come sul terzo livello affrontiamo le emozioni di disturbo: lasciar entrare il ladro in una casa vuota. Significa che ai nemici non lasciamo né forza né cibo; significa che continuiamo, in maniera del tutto burocratica e caparbia, a fare quanto dobbiamo fare mano a mano si presenta; che in caso di sofferenza ci comportiamo come un elefante punto dalle spine: non ce ne curiamo, le spine ci sono, ma noi restiamo impassibili perché consci dello spessore della nostra pelle. Alle emozioni di disturbo non regaliamo alcuna forza perché sono come uno di quegli stupidi film trasmessi alla televisione che nessuno ci obbliga a vedere, o come l'animale dello zoo che riesce a strapparci una risata, ma che di certo non può farci del male. Continueranno a manifestarsi sotto forme diverse, ma sempre con minor successo.»


Lama Ole Nydahl
Tratto da Il Buddha e l'Amore 

5 novembre 2017

Un auspicio speciale


Oggi ricorre, secondo il calendario occidentale, l'anniversario del parinirvana di Sua Santità il XVI Gyalwa Karmapa Rangjung Rigpe Dorje.


«Prego perché tutti voi riusciate a conseguire queste realizzazioni e perché, nell'attuarle, diate un beneficio illimitato agli esseri senzienti.
Il fatto che un bodhisattva faccia una preghiera di auspicio non è mai irrilevante, ma ha invece un effetto enorme sulle persone per cui prega. Questo effetto deriva dall'immensa forza del suo auspicio che tocca gli altri; non proviene dal suo sforzarsi di fare qualcosa, ma piuttosto da un'assenza di fatica. Nessuna quantità di impegno potrebbe mai avere una simile forza. L'assenza di fatica è un approccio supremo, mentre sforzarsi di fare qualcosa è un approccio ordinario.
Pregherò perché ognuno di voi ottenga una crescita grandiosa in termini di amore e compassione e perché il Dharma perduri e cresca finché tutti voi raggiungerete la realizzazione.»


XVI Gyalwa Karmapa Rangjung Rigpe Dorje
Tratto da The Karma Kagyu Path, Buddhism Today 29, Spring/Summer 2012
Tradotto da C.R.

1 novembre 2017

Messaggio di Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa Trinley Thaye Dorje sull'attacco terroristico a New York


Cari amici di Dharma,


è davvero straziante la notizia dell'attacco che ieri a New York ha colpito dei civili innocenti, lasciando otto persone morte e molte altre ferite.


In un momento come questo offriamo le nostre preghiere per le vittime, i loro cari e tutte le persone coinvolte.


Con compassione,

Thaye Dorje
Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa


Fonte: http://www.karmapa.org
Tradotto da C.R.