29 maggio 2018

Vesak: messaggio di Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa Thaye Dorje


«Possano gli insegnamenti al di là del tempo
del nobile Gautama Buddha
portarvi illuminazione e benedizione
in questo giorno favorevole del Vesak.


Con preghiere,

Karmapa Trinley Thaye Dorje»


28 maggio 2018


Oggi ricorre la vigilia del Vesak, l'anniversario della nascita, dell'illuminazione e del parinirvana del Buddha Shakyamuni.

Pensate: circa 2.500 anni fa, in questo stesso giorno, il principe Siddharta era seduto in profonda meditazione sotto l'Albero della Bodhi, a Bodh Gaya, trascorrendo i suoi ultimi momenti come essere ordinario. Come la luna si avvicinava alla sua massima pienezza, così la compassione e la saggezza del principe Siddharta stavano crescendo fino a raggiungere la condizione di completa natura buddhica.

Il Vesak è un'opportunità per riflettere non solo sulla vita del Buddha, ma anche sul viaggio che tutti noi stiamo compiendo, il cammino di un bodhisattva, e i passi concreti che servono per diventare illuminati. Perché non dobbiamo fare un "salto di fede". Il principe Siddharta non è diventato un buddha attraverso un qualche tipo di magia o di mistero; è diventato un buddha praticando con grande impegno, essendo un esempio di immenso coraggio. Ed esorto ognuno di noi a riflettere proprio su tale aspetto in questo giorno favorevole.

Tutti noi abbiamo una natura di buddha, tutti noi abbiamo una ricchezza interiore con illimitati tesori di saggezza e compassione. Il cammino che il Buddha ha posto davanti a noi è il cammino che si trova dentro di noi.

Per realizzare la nostra natura buddhica dobbiamo dedicare le nostre vite alla pratica. La pratica della presenza mentale e della consapevolezza è qualcosa che ognuno di noi può adottare in qualsiasi luogo; la pratica della gentilezza amorevole e della compassione è qualcosa che ognuno di noi può adottare in qualsiasi momento; la pratica che consiste nell'essere un buon essere umano è qualcosa che ognuno di noi può adottare proprio qui, proprio ora.

In questo momento di buon auspicio, ricordiamo la vita e l'esempio di un essere eccezionale, qualcuno che ha liberato se stesso dal samsara nel corso di una singola esistenza. Ricordiamo inoltre il messaggio che il Buddha ha dato a tutti noi:

anche noi siamo capaci di un amore straordinario, di un amore incondizionato; anche noi siamo capaci di una compassione straordinaria, di una compassione illimitata; anche noi siamo capaci di essere un esempio, di ispirare un numero incalcolabile di esseri.

Pertanto, dedichiamo le nostre vite alla pratica e, giorno dopo giorno, facciamo i nostri passi lungo il cammino di un bodhisattva.


Con compassione,

Thaye Dorje
Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa


Fonte: http://www.karmapa.org
Tradotto da C.R.

17 maggio 2018

Preghiamo per la pace – Messaggio di Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa Thaye Dorje


Cari amici di Dharma,

negli ultimi giorni abbiamo assistito alla tragica perdita di vite a Gaza, e inoltre a continue minacce relative alla Corea del Nord e ai negoziati sulle sue armi nucleari.

La prospettiva di un diffuso conflitto violento in Medio Oriente o persino di una guerra tra stati nucleari provoca paura nelle menti di molte persone. Dobbiamo pregare per la fine della violenza e per prevenire una grande guerra su scala mondiale.

La pace è fantastica – forse fin troppo, perché è così piacevole che rischiamo di darla per scontata. Da un certo punto di vista, questa estrema rilassatezza o pigrizia in tempo di pace è la causa principale della guerra; quest'ultima è inevitabile nel momento in cui ignoriamo il valore della pace.

Perciò è fondamentale essere più vigili quando viviamo in una condizione di pace: in caso contrario, infatti, il tempo di pace sarà la culla della guerra. Non dobbiamo farci prendere dal panico, chiaramente, ma dobbiamo stare all'erta. Questo è uno dei motivi per cui i buddhisti praticano la meditazione, per rimanere vigili e riconoscere il valore della pace.

Le persone, da qualunque contesto provengano, hanno nelle loro vite diverse pratiche, diverse usanze, diversi rituali che considerano significativi. Non importa quali siano le nostre credenze e pratiche – meditare, pregare una divinità, venerare la Madre Terra, persino la pratica che consiste nel voler bene agli amici e alla famiglia, ai nostri consimili, ai colleghi –, dovremmo usarle per aiutarci a comprendere e a riconoscere l'importanza di ciò che abbiamo in modo che nessun tipo di disarmonia, di qualsiasi dimensione o portata, possa generarsi nei nostri cuori.

In questo momento, se stai sperimentando una buona condizione di pace, per favore fanne tesoro, non ignorarla, non darla per scontata. 

La nostra vera natura sta nella pace, non nella guerra. In quanto buddhisti, ne facciamo esperienza e lo capiamo in meditazione.

Ho sentito dire che la preghiera o la meditazione sono inutili, e che invece ad essere necessaria è l'"azione reale". Da un'ottica buddhista, riconosciamo che la preghiera non è inazione, ma una forma di azione di grande forza e di beneficio. Non solo ci mantiene vigili e ci fa apprezzare il valore della pace: è  una fonte di pace.

I colloqui diplomatici e le relazioni internazionali andranno a buon fine solo se sono se sono radicati in un onesto desiderio di prevenire e interrompere la violenza. Questo auspicio, questa preghiera, è la radice che permette alla pace di prosperare.

Quando preghiamo
insieme accumuliamo dei meriti che portano beneficio a tutti gli esseri senzienti.

Pertanto, invito tutti noi a pregare insieme per la fine della violenza e delle sue cause. Preghiamo per la pace.


Con compassione

Thaye Dorje
Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa


Fonte: http://www.karmapa.org
Tradotto da C.R.

10 maggio 2018

Tutto è espressione del maestro


«Al tempo Marpa studiava nell’India del Nord con Naropa, il suo insegnante principale, quando all’improvviso la forma stessa su cui meditava si manifestò. Era il Buddha Oh Diamante (tib.: Kye Dorje – sanscr.: Hevajra): grande come una casa, di colore blu, e con molte braccia; cingeva la sua consorte Non-io (tib.: Dagmema – sanscr.: Nairatmya), anche lei di colore blu; erano in posizione eretta e in unione, trasparenti e radiosi come mille soli. Marpa ne fu profondamente toccato. Naropa, che probabilmente aveva l’aspetto poco accattivante di un qualunque vecchio indiano, gli chiese: "Bene, vedi lui e vedi me. Chi saluteresti per primo?". É facile immaginarsi cosa pensò Marpa, che infatti preferì inchinarsi alla forma buddhica. Naropa rise. "Errore!", esclamò. "Da noi, tutto è espressione del maestro". Dissolse il gigantesco campo di forza in luce d’arcobaleno e l’attirò nel proprio cuore.»


Lama Ole Nydahl
Tratto da Le cose come sono
Immagine: thangka raffigurante Naropa (956-1040)


6 maggio 2018

Happy birthday Karmapa!


Oggi Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa Thaye Dorje compie 35 anni. Gli rendiamo omaggio con due passaggi dei sutra in cui il Buddha Shakyamuni profetizzò la manifestazione dei Karmapa, rimarcando l'importanza della loro instancabile attività per il bene degli esseri.


«Nel paese a nord si manifesterà colui che incrementa la virtù, il supremo amico spirituale. Colui che possiede la più grandiosa forza attiva illuminata, che possiede la più grande capacità ascetica, e che molti ascolteranno. Porterà il nome di "conoscitore dei tre tempi" o "detentore dell'attività di tutti i buddha: Karmapa". Chiunque veda il suo volto, anche solo una volta, sarà liberato dai suoi veli oscuranti, poiché è predetto che il semplice vederlo porta liberazione.»
Lankavatara Sutra


«Si manifesterà un bodhisattva la cui voce sarà come il ruggito del leone. Userà la forza attiva conseguita in profonda meditazione per essere di beneficio a un numero incalcolabile di esseri. Vedendolo, sentendolo, toccandolo o pensando a lui, gli esseri saranno condotti alla felicità.»
Samadhiraja Sutra


C.R.