22 giugno 2018

Tutto cambia di continuo


«É bene essere più consapevoli dell’impermanenza delle cose perché è allora che riusciamo a capire molto a proposito della vacuità. Comprendendo che tutto cambia di continuo otteniamo un’esperienza di vacuità.
Possiamo imparare a essere più rilassati rispetto a quel che accade quando abbiamo una comprensione migliore dell’impermanenza. Non solo nel senso che, per esempio, moriamo, ma in generale nell’accettare che tutte le cose mutano senza interruzione.
Accettando questo non ci chiudiamo e quindi non siamo costantemente delusi o scossi da imprevisti e incidenti. Le cose non vanno comunque mai come vorremmo. Quando abbiamo trovato quello che volevamo, accade qualcosa di nuovo che cambia l’intera situazione. Non dura. Tutti hanno questo stesso problema nel mondo relativo, tra esseri umani in una relazione o in qualsiasi altro caso.
Accettare la natura impermanente delle cose ci rende più rilassati e ci permette di prevenire molti drammi, che decadono punto e basta dato che non trovano più una base sulla quale attecchire. L’accettazione delle cose da parte nostra significa non dover più combattere continuamente per esse.»


Hannah Nydahl
Tratto da View, Meditation and  Action - The Copenhagen Lectures 2001
(è in corso la traduzione del libro in italiano)

Tradotto da M.S.

11 giugno 2018

Omaggio a Shamar Rinpoche


Oggi è il quarto anniversario della morte del XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro (1952-2014)

Come scrive Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa Thaye Dorje sul suo sito internet (http://www.karmapa.org):


Cari amici di Dharma,

l'11 giugno 2018 ricorrono quattro anni dalla dipartita da questa vita di Sua Santità il XIV Kunzig Shamar Rinpoche, che è stato il mio insegnante, ha lavorato insieme a me come detentore del lignaggio ed è stato il mio personale padre spirituale. 

L'instancabile impegno di Shamar Rinpoche per preservare il nostro prezioso lignaggio è un esempio eccezionale per ognuno di noi. Possiamo onorare il suo esempio continuando a praticare il Buddhadharma e condividere un messaggio di pace per tutti gli esseri senzienti. 

In occasione dell'anniversario del parinirvana di Shamar Rinpoche, possa ognuno di noi continuare a pregare con tutto il cuore per il veloce ritorno del nostro grandioso insegnante.


Con preghiere,

Thaye Dorje
Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa


Rendiamo omaggio allo Shamarpa con la traduzione di un suo insegnamento sull'attitudine del bodhisattva, tratto da una conferenza tenuta nel 2012 presso lo Stupa dell'Illuminazione di Benalmadena (Spagna).


L'attitudine del bodhisattva
del XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro (1952-2014)


Oggi spiegherò che cos'è un bodhisattva e come prendere la promessa del bodhisattva. Prendere la promessa del bodhisattva significa seguire l'attitudine della bodhicitta. Tutti i buddha del passato hanno fatto questa promessa, anche il Buddha Shakyamuni ha preso l'impegno di praticare la bodhicitta per gli illimitati esseri senzienti. 

Ogni essere senziente è preso nella trappola della sofferenza nei reami dell'esistenza. La causa di questo è l'aggrapparsi a un sé, il credere in un "io"; tutti, persino i più piccoli insetti, hanno tale spontaneo attaccamento a un sé. Fintanto che è presente, naturalmente hai meno considerazione per gli altri e più per i tuoi problemi personali: nel momento in cui ti aggrappi a un sé fai molte cose per servire questo sé a cui sei così attaccato. Tutte le emozioni negative – i cosiddetti veleni della mente o ciò che disturba la mente – si sviluppano a partire da questa attitudine caratterizzata dall'aggrapparsi a un sé. Si inizia con il pensiero: «Io», e poi si arriva a: «Io ho bisogno di questo e di quest'altro». Chiaramente, a quel punto hai anche un atteggiamento negativo verso le cose che non ti piacciono e quindi fai una discriminazione: «Voglio questo» e «Non voglio quello». Tieni strette le cose che desideri e, con rabbia, respingi le cose sgradite. Dunque c'è una discriminazione. Questa non è la fonte della felicità per gli esseri senzienti. Lavorano tutti davvero sodo per riuscire ad avere quello che vogliono e per evitare quello che non vogliono; in questo modo, però, otterranno costantemente il risultato opposto.
Ci sono due grandi rimedi per questo atteggiamento erroneo che caratterizza ogni essere. Il primo strumento di cui hai bisogno è compiere un passo iniziale per ridurre e rimuovere i problemi legati all'attaccamento a un sé; il secondo è il rimedio principale che può eliminarli, la compassione.

Un buddha è totalmente illuminato e libero dall'ignoranza, ma nessun buddha è stato illuminato sin dall'inizio, tutti hanno cominciato come esseri viventi ordinari.
Per esempio il Buddha Shakyamuni, il Buddha storico, era un principe ed era figlio di un Maharaja nel Bihar, nell'odierno Nepal. Le scuole buddhiste Mahayana sostengono che era già stato un realizzato per molte vite precedenti e che in questa vita ha semplicemente mostrato come aveva iniziato, come aveva intrapreso il suo cammino per trovare l'illuminazione. Le scuole del Buddhismo Theravada non concordano con questa visione, e affermano che il Buddha era solo un principe e che ha compreso il problema del samsara. Dicono che era una persona molto intelligente, che ha compreso il problema e ha capito quale poteva essere la soluzione; quindi ha rinunciato al regno, si è messo a meditare e ha raggiunto l'illuminazione. 

Ad ogni modo, non ha molta importanza se il Buddha ha conseguito tutte queste qualità prima di questa vita o in questa vita. Quello che il Buddha ha trovato è il percorso giusto: il rimedio consiste nel cambiare il nostro atteggiamento attraverso la compassione.
Prima avevamo compassione solo per noi stessi, ma non l'avevamo mai veramente per gli altri. Questa è la radice principale di tutti i nostri problemi, e quindi tale attitudine deve essere cambiata. Invece di essere compassionevole con te stesso, dovresti esserlo con ogni essere senziente, dovresti avere riguardo per gli altri. 

Vi darò un esempio personale. Ho visto molti animali soffrire nei mercati alimentari in Cina. Succede anche in altri posti nel mondo, è chiaro, però è un fenomeno particolarmente evidente tra i cinesi, che mangiano e vendono qualsiasi cosa. Non vogliono essere cattivi con gli animali, ma non possiedono le conoscenze che li porterebbero a preoccuparsi dei loro sentimenti e della loro sofferenza; non hanno la percezione del fatto che gli animali hanno la stessa mente e gli stessi sentimenti degli esseri umani.
Quando io, come insegnante buddhista, ho compassione per la sofferenza degli animali, allo stesso tempo ho compassione per le persone che fanno loro del male.
E questo perché tali persone non hanno intelligenza o saggezza, sono completamente travolte dall'ignoranza e dall'egoismo. Inoltre, sono influenzate dalla cultura cinese: Confucio ha insegnato che dovresti pensare prima a te stesso. I cinesi sono delle brave persone, sono di buon cuore, ma i genitori li educano a pensare innanzitutto a se stessi. Questo è il loro "lignaggio", per così dire. Tutti gli antenati del passato hanno insegnato ai loro figli: «Pensa a te stesso!» E la cosa più importante è riempirsi lo stomaco, per questo motivo mangiano tanto! [Rinpoche ride]
Conosco molto bene i cinesi perché ho insegnato in Cina negli ultimi trent'anni. Per quanto riguarda la natura umana, sono intrinsecamente persone di buon cuore. Arriverei persino a dire che hanno più buon cuore dei tibetani: i tibetani hanno una grande preparazione per quanto concerne il Dharma però, rispetto alla natura umana, i cinesi hanno più buon cuore. Tuttavia, hanno anche questa mancanza di conoscenza, sono sopraffatti dall'ignoranza e la loro filosofia (il Confucianesimo) è molto limitata. Da questo punto di vista, sono al cento per cento dei credenti e non usano la logica. Se dici loro: «Non dovreste indossare le scarpe nel tempio perché vi porterà sfortuna», si toglieranno immediatamente le scarpe; ma se qualcun altro dice: «Rimettetevi le scarpe o vi capiterà una brutta malattia», se le rimetteranno. 

In quanto buddhisti, grazie alle nostre conoscenze legate al Buddhismo, noi non siamo in collera con le persone che fanno soffrire gli animali. Piuttosto, abbiamo uguale compassione per gli animali e per chi causa la loro sofferenza. Puoi avere una simile attitudine, o spontaneamente o perché l'hai imparata in ambito buddhista. Qualcosa può andare storto quando hai questa predisposizione? No, con essa la tua mente non può fare nessun errore.
Tutte le persone influenzate dagli insegnamenti del Buddha hanno questo tipo di mentalità, questa giusta attitudine. Per esempio, quando in Afghanistan i talebani hanno distrutto le statue buddhiste, nessun buddhista nel mondo si è arrabbiato. Sapevano che era successo a causa dell'ignoranza dei talebani, che avevano creato del karma negativo per se stessi e che era una grande perdita per il paese. Come buddhista, hai la saggezza che ti permette di sapere come essere compassionevole con simili persone.
Per aiutare gli animali ho istituito la "Infinite Compassion Foundation"¹. Non sono ancora riuscito a fare molto perché non so come procedere; avrò bisogno del supporto di qualche persona potente nel mondo e, dato che non sono un vincitore del Premio Nobel, al momento non ricevo un grande aiuto [Rinpoche ride]. Ma ci proverò.

Era solo un esempio per spiegare la giusta attitudine. Quando questo atteggiamento non è limitato, quando è rivolto verso tutti gli esseri viventi, incluse le piccole formiche, allora si tratta dell'attitudine della bodhicitta.
Citta significa "radice" o "cuore", e bodhi significa "illuminazione": bodhicitta è dunque la radice o il cuore dell'illuminazione. Desiderare di avere questa corretta predisposizione è l'espressione della bodhicitta. É stata una caratteristica di tutti i buddha del passato, ed è in questo modo che hanno avuto successo nell'aiutare gli esseri senzienti.
Come prima cosa, fai l'auspicio di sviluppare l'attitudine della bodhicitta; quindi prendi l'impegno di dedicarti ad aiutare gli esseri senzienti al meglio delle tue possibilità. E, allo stesso tempo, fai auspici per poter essere di beneficio non solo in questa vita, ma in tutte le vite. Desideri questo e cominci a fare qualsiasi cosa ti è possibile per essere utile agli esseri senzienti. Questa è la promessa del bodhisattva. 



"Prima avevamo compassione solo per noi stessi, ma non l'avevamo mai veramente per gli altri. Questa è la radice principale di tutti i nostri problemi, e quindi tale attitudine deve essere cambiata. Invece di essere compassionevole con te stesso, dovresti esserlo con ogni essere senziente, dovresti avere riguardo per gli altri."



Prima o poi dovrai morire, o perché hai raggiunto il limite della tua vita o per altre circostanze. A quel punto la tua mente lascerà questa forma fisica, alla quale fino ad allora ti sei aggrappato credendo che fosse "te". Se hai l'attitudine del bodhisattva non otterrai una nuova forma fisica come ad esempio quella di uno scorpione. Nella tua mente non c'è la causa per questo: hai avuto compassione per gli esseri senzienti, cosa che gli scorpioni non hanno. Hai già fatto del tuo meglio per aiutare gli esseri senzienti e questo non porterà il risultato che diventerai uno scorpione con pinze che agguantano per catturare gli altri esseri e ucciderli con un pungiglione velenoso. Come può il fatto di non avere compassione portare a una tale conseguenza? La connessione non è spiegabile in modo scientifico, ma lo scorpione ha una mente così come l'abbiamo noi esseri umani. Se lasci la tua forma fisica e hai l'attitudine del bodhisattva, non sarà presente la causa perché tu rinasca come scorpione. Non sarebbe la forma adatta per te dato che sei pieno di compassione; se nascessi come scorpione, infatti, la tua predisposizione dovrebbe essere cambiata interamente in quella di tale animale.
Cosa accadrà invece? Hai già dedicato la tua forza agli esseri senzienti, la tua vita è per gli esseri senzienti, e vuoi aiutarli. Quando muori, la tua mente lascia il corpo e seguirà i tuoi auspici. E quindi diventerai per esempio un bravissimo medico o un leader (non importa se religioso o politico) molto compassionevole che può essere utile agli altri. Persino se nascessi in forma animale, saresti un animale in grado di aiutare gli altri nelle società animali. Esiste una causa per tutti gli esseri viventi capaci di essere di beneficio.
Ci sono stati molti salvatori nel passato, ci sono nel presente, e chiaramente ci saranno nel futuro. Per ognuno di loro esiste una causa, non appaiono in modo spontaneo. Se hai questa attitudine del bodhisattva acquisirai maggiore forza per aiutare gli esseri viventi.
Riuscite a vedere la differenza tra un salvatore e uno scorpione? É impossibile essere un bodhisattva ora e uno scorpione nella prossima vita, oppure essere un bodhisattva in questa vita e qualcuno come Osama bin Laden nella successiva. 

I buddha erano esseri umani, erano uguali agli esseri ordinari, e poi hanno cominciato a crescere – allo stesso modo, tutti hanno il potenziale per diventare un buddha.
D'altro canto, tutti hanno anche il potenziale per essere un Mara², per essere un Mara peggiore rispetto ad adesso. Molti sono dei "piccoli Mara" che, essendo molto egoisti e avendo un "ego", possono danneggiare se stessi; ogni cosa che fanno è per sé, mai per gli altri, e in questo modo rovinano il loro potenziale e fanno del male. Al contrario, chi sa come salvare gli altri può anche salvare se stesso, naturalmente. 

Se prendi la promessa del bodhisattva, dovresti avere la motivazione perfetta: avere sollecitudine per la sofferenza degli altri e per la causa della loro sofferenza. Fai l'auspicio di avere questo giusto atteggiamento, lo stesso con cui i buddha del passato, del presente e del futuro hanno preso, stanno prendendo e prenderanno la promessa del bodhisattva per gli esseri senzienti.

La seconda parte della promessa del bodhisattva sono le sei paramita: generosità, condotta perfetta per aiutare gli esseri senzienti, pazienza perfetta basata sul riconoscimento della loro ignoranza, sforzo gioioso, contemplazione perfetta (quella pace mentale di cui ogni essere senziente ha bisogno) e la saggezza perfetta che permette di liberarsi dall'attaccamento al sé. 
Questi sono i passi che portano all'illuminazione, e promettiamo di seguirli: «Come i buddha del passato, del presente e del futuro hanno preso, prendono e prenderanno questo cammino, anche io mi dedicherò ad esso». Questo è l'impegno fondamentale che si assume un bodhisattva. 



Occhi Amorevoli (tib.: Chenresig, sanscr.: Avalokiteshvara), il buddha della compassione




Per raggiungere l'illuminazione hai bisogno di metodi e saggezza. Il metodo consiste nel crescere da una vita all'altra come un grandioso bodhisattva, un salvatore; come i buddha del passato, i buddha del presente e i buddha del futuro, sviluppi la tua buddhità. La saggezza è l'altra causa principale che porta all'illuminazione, e viene incrementata attraverso la meditazione sulla non esistenza di un sé.

Puoi spiegare in modo logico il fatto che non esiste niente come un sé a cui aggrapparsi. Tuttavia, devi sviluppare un'esperienza fresca di questo pensiero, altrimenti ti trovi ancora nella trappola del sé. Le spiegazioni logiche sulla non esistenza di un sé ti danno la corretta visione. Inizi a cercare il sé a cui ti stai attaccando, e che è la causa primaria di tutti i problemi di te stesso e degli altri; attraverso la logica puoi facilmente scoprire che non esiste un sé a cui aggrapparsi, ma continui a essere suo prigioniero. Perciò devi imparare, passo dopo passo, come meditare sulla non esistenza di un sé.
Il primo livello è lo shine, la meditazione della calma mentale: alleni la tua mente a concentrarsi e, dopo aver perfezionato la capacità di concentrazione, puoi osservare la natura della tua mente. L'attaccamento al sé avviene nella mente, è un concetto. Osservando la natura della tua mente, ne otterrai un'esperienza chiara e vedrai come sia totalmente priva di un sé; in questo modo svilupperai la piena saggezza. Si tratta della parte essenziale della meditazione, e porta all'illuminazione. 

Vorrei inoltre dire qualcosa in merito a qual è il modo appropriato per essere un praticante buddhista. Per essere tale, non devi seguire un insegnante come se l'insegnante fosse un padrone e tu un servitore. Non è un aspetto che viene enfatizzato per essere un buddhista. Tale atteggiamento indica semplicemente che sei un cieco credente o che sei superstizioso. Forse sei persino saggio ma, allo stesso tempo, molto emotivo. Oppure, può essere che tu abbia molto desiderio e attaccamento. Dei Lama noti, come il Dalai Lama, hanno migliaia di studenti; tuttavia, se ti trovassi in questa posizione e pensassi: «Sono così eccezionale», significherebbe che non sei effettivamente un insegnante buddhista perché hai un ego. Le persone che seguono un maestro non dovrebbero pensare: «Oh, amo il Lama! Amo così tanto il Lama!» [Rinpoche ride, imitando una voce sovreccitata] L'insegnante allora pensa: «Mi stanno acclamando! Sono un Lama grandioso!». In quel caso non sarebbe un maestro buddhista adeguato: non sarebbe infatti un modo di pensare corretto da parte di qualcuno che insegna il Buddhismo.

Sul mio sito internet troverete una breve spiegazione intitolata Le quattro vie del saggio³. Vi consiglio di leggerla. Quello che fa di te un buddhista è il fatto che stai seguendo le quattro vie; se non le conosci, non sei un "perfetto buddhista".
C'è un famoso libro di Dzongsar Khyentse Rinpoche che si intitola What Makes You Not a Buddhist. Il tema è ottimo, ma se avesse scritto più nel dettaglio a proposito delle "quattro vie del saggio" sarebbe stato più aderente al titolo del volume. Dzongsar Khyentse Rinpoche nel suo libro ha parlato dei "quattro sigilli"; se non li conosci, non sei un "perfetto praticante buddhista".

Ho insegnato in molti centri buddhisti e ho sempre dato a tutti questo consiglio: praticare il Buddhismo significa avere compassione, avere una corretta capacità di giudizio, essere un saggio essere umano, e sapere come lavorare per la società. Essere buddhista, inoltre, non vuol dire essere una persona eccentrica. Dovresti essere una persona normale, con meno emozioni, dovresti essere saggio e saper giudicare in modo adeguato, ed essere gentile. Se sei così, puoi avere successo nella pratica buddhista.

E ora qualche parola sulla "compassione emotiva", che non è la forma corretta di compassione.
C'era una donna che voleva salvare i gorilla in Africa. Aveva il giusto atteggiamento, nel senso che era compassionevole verso questi animali. Successivamente, però, sono sopravvenuti dei problemi emotivi: da un lato, in un certo senso si era innamorata dei gorilla; dall'altro, attaccava continuamente i cacciatori, e si è spinta addirittura fino a distruggere il loro villaggio e bruciare le loro capanne. Alla fine, lei ha perso la vita e i gorilla continuano a essere cacciati⁵. Questo è un esempio di "compassione emotiva".
Noi buddhisti non saremmo arrabbiati con i cacciatori; cercheremmo di salvare gli animali, se possibile, ma faremmo anche del nostro meglio per insegnare la saggezza ai cacciatori. I gorilla non sarebbero in grado di imparare la saggezza, ma certamente i cacciatori possono farlo. Agiremmo senza emozioni, senza un atteggiamento sbagliato.
Tutte le emozioni derivano dall'attaccamento a un sé. La donna aveva un'attitudine compassionevole verso i gorilla, ma non sapeva come lavorare con il suo aggrapparsi a un sé e con il suo attaccamento, che per questo motivo era troppo forte, e di conseguenza è diventata molto aggressiva.  Si tratta di un esempio di giudizio errato.

Ho parlato di come dovrebbero essere le "persone buddhiste", ma attualmente [2012] in Tibet vengono compiuti atti di autoimmolazione. Tali gesti si basano su forti emozioni, e non sono il modo e l'atteggiamento appropriati. Bruciare se stessi non è buddhista. Se fosse davvero di beneficio per molte persone, compiere questa azione senza emozioni potrebbe essere accettabile; autoimmolarsi potrebbe essere giusto se portasse effettivamente pace al Tibet o al mondo intero, e se venisse fatto con la corretta attitudine della bodhicitta. Tuttavia, in questo momento in Tibet le autoimmolazioni avvengono con molta rabbia contro i cinesi e con molte emozioni. Queste persone hanno così tanto attaccamento – dicono: «Oh, voglio che il Dalai Lama torni in Tibet!» – e c'è così tanta rabbia. In questo caso bruciare te stesso è solo un gesto ignorante e non è la pratica adeguata per i buddhisti. Potresti essere considerato un eroe in Tibet, ma non sei un perfetto bodhisattva. 

Nella Via di Diamante avete Lama Ole che, giorno e notte, vi dà tutti gli insegnamenti che ha ricevuto. Vi sta dando tutto, senza alcuna manipolazione, sta trasmettendo a voi qualsiasi cosa abbia imparato lui stesso. E questo è un vero insegnante, un insegnante bodhisattva.
Quando ricevi insegnamenti da Lama Ole o da Shamar Rinpoche, però, non dovresti pensare che questo è l'unico Dharma e che non puoi accettare nessun altro Dharma. Sareb
be sbagliato credere che quanto ti viene insegnato da Lama Ole, Shamar Rinpoche, Lopon Tsechu o da chiunque altro sia il solo Dharma e che gli altri insegnamenti non siano Dharma. Se vedi un buddhista che non è studente del Karmapa, mio o di Lama Ole e che non partecipa agli insegnamenti che ami di più, non arrabbiarti con lui. Non sarebbe appropriato per un buddhista. Inoltre, non dovresti trascinare nessuno qui e costringerlo a sedersi e ad ascoltare gli insegnamenti. Non sarebbe corretto [Rinpoche ride]. 

Ad ogni modo, quello che state facendo in questo preciso momento è ottimo, è la via giusta. Tutti voi siete radunati qui presso lo stupa e io vi sto offrendo il messaggio del Buddha. Sono molto felice di questa atmosfera, qui nella città di Benalmadena. Qualcosa di questo genere non è mai successo nella storia prima d'ora in questo luogo. 




"Praticare il Buddhismo significa avere compassione, avere una corretta capacità di giudizio, essere un saggio essere umano, e sapere come lavorare per la società. Essere buddhista, inoltre, non vuol dire essere una persona eccentrica. Dovresti essere una persona normale, con meno emozioni, dovresti essere saggio e saper giudicare in modo adeguato, ed essere gentile. Se sei così, puoi avere successo nella pratica buddhista."


¹ http://www.infinite-compassion.org
² Nel Buddhismo, la personificazione della negatività
³ Tib.: toenpa shi, che di solito viene tradotto come "le quattro cose su cui fare affidamento".
Fai affidamento sull'insegnamento e non sull'insegnante.
Fai affidamento sul significato e non sulle parole.
Fai affidamento sulla profondità e non sulla superficie.
Fai affidamento sulla saggezza e non sui concetti.
⁴ Tib.: choe tag kji chag gya shi
Tutte le cose composte sono impermanenti.
Tutte le emozioni negative provocano sofferenza.
Tutti i fenomeni sono vacui, privi di un'esistenza inerente
Il nirvana è al di là degli estremi.

⁵ La storia di Dian Fossey viene raccontata nel film Gorilla nella nebbia



Fonte: Shamar Rinpoche – The Bodhisattva Attitude, Buddhism Today 33, Spring/Summer 2014
Tradotto da C.R.
Ringraziamo L.F. per la preziosa collaborazione