26 agosto 2018

Forza radiosa indistruttibile


«Nell' "oceano profondo della calma mentale" soggetto e oggetto dell'esperienza ed esperienza stessa vengono percepiti come un'unità. Nella percezione ininterrotta di questo immenso momento di riconoscimento il mondo esteriore e quello interiore giocano simultaneamente e si dissolvono, mentre ogni cellula del corpo è attraversata da una scarica da 10.000 volt di gioia continua. Nel loro evolversi visione intuitiva, forza, coraggio, saggezza e compassione si completano a vicenda. Verità ultima e gioia ultima non sono separabili e il principio consapevole, acquietatosi e inamovibile nella propria profondità, è di beneficio a tutti. Essendo la mente per sua natura spazio, sviluppa una qualità che giunge a completa realizzazione qui ed ora e che riconosce sia la realtà assoluta che quella relativa. Essa percepisce la vacuità non-sostanziale della mente e allo stesso tempo rimane consapevole del gioco delle cause e dei loro effetti. Più si cresce sul cammino verso l'illuminazione, più si scopre che la forza radiosa della mente è molto più interessante di qualsiasi bella immagine che in essa appare. Si diventa consapevoli che la matura profondità del soggetto sperimentante è più significativa di tutto ciò che si manifesta nello spazio e che ha una natura condizionata. Questa convinzione conduce il realizzatore verso il proprio centro indistruttibile.»


Lama Ole Nydahl
Tratto da Il Grande Sigillo

20 agosto 2018

Il vero significato degli insegnamenti del Buddha


«Diventare buddhista non vuol dire adottare uno stile di vita particolare, vestirsi in un determinato modo o infilarsi un certo numero di rosari attorno al collo. Significa innanzitutto interrogarsi sul modo in cui concepiamo e percepiamo il mondo; questa introspezione ci permette di diventare consapevoli delle nostre abitudini e dei nostri difetti. Le istruzioni date dal Buddha, guidando questo processo, costituiscono un manuale che ci dà la possibilità di crescere verso una maggiore libertà e di accedere quindi alle nostre qualità innate.

Scoprire culture diverse è interessante e di arricchimento, ma non è questo l'obiettivo degli insegnamenti buddhisti. Il Buddha ha condiviso la sua scoperta con l'auspicio che la sua esperienza fosse utile per gli altri. Il suo messaggio ci invita a conoscere noi stessi, a osservare i concetti, le idee e i sentimenti che sperimentiamo e a comprendere che essi colorano le nostre percezioni e orientano le nostre azioni – azioni per le quali dobbiamo assumerci la responsabilità e le cui conseguenze ci ritroveremo inevitabilmente ad affrontare.

Si dice che il Buddhismo sia universale, perché trascende qualsiasi nozione di tempo e di cultura: un pastore del Medioevo può utilizzarlo tanto facilmente quanto un uomo d'affari del XXI secolo. Detto questo, però, l'assimilazione degli insegnamenti non può essere esclusivamente intellettuale; sebbene la conoscenza e la competenza, abbinate, costituiscano un passo importante non sono fini a se stesse. In quel caso il Buddhismo sarebbe semplicemente un dogma, un insieme di regole da seguire e non ci sarebbe alcun tipo di responsabilità personale. Gli insegnamenti del Buddha, invece, non hanno altro scopo che la loro applicazione individuale, qualunque siano la natura, lo stile di vita o l'età della persona. 
Questo cammino di saggezza comincia con una semplice osservazione: tutti gli esseri desiderano la felicità e nessuno vuole soffrire. Sulla base di questa constatazione il Buddha Shakyamuni ha intrapreso una ricerca per trovare la felicità duratura, una felicità che non fosse soggetta ad alterazioni dovute al tempo o al cambiamento e, per raggiungere questo obiettivo, come prima cosa ha identificato le cause che ci impediscono di essere felici in modo tale che possiamo agire su di esse.»


Lama Jigme Rinpoche
Tratto da The Handbook of Ordinary Heroes
Tradotto da C.R.

15 agosto 2018

Messaggio di Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa Thaye Dorje sul crollo del ponte Morandi a Genova




Cari amici del Dharma,

vi scrivo a seguito del crollo di un ponte autostradale a Genova, in Italia, in cui hanno perso la vita almeno trentacinque persone, tra le quali tre bambini.

Quando siamo in balìa di una simile tragedia, è naturale provare un senso di disperazione; possiamo sentirci travolti, al punto tale che non riusciamo nemmeno a immaginare che esista un qualche tipo di speranza. Quando perdiamo la speranza, tutto è perduto. Come praticanti, abbiamo un ruolo importante: mostrare che la speranza continua a esistere persino all'indomani di tali devastanti notizie. 

Come dice Shantideva ne La via dei bodhisattva: «Possa colui che è scoraggiato essere risollevato e diventare perfettamente incrollabile».

Rivolgendoci alla nostra pratica, ancora e ancora, possiamo essere degli esempi positivi ed essere di ispirazione agli altri sul loro percorso. Attraverso il Buddhadharma possiamo far splendere una luce sulla speranza, anche nei momenti più bui.

Possiamo tutti noi unirci in preghiera per le persone colpite da questo disastro, e possa trovare speranza chiunque si senta perduto e stia soffrendo. 


Con compassione,

Thaye Dorje
Sua Santità il XVII Gyalwa Karmapa


Fonte: http://www.karmapa.org
Tradotto da C.R.