«In generale tutte le meditazioni buddhiste hanno un unico scopo: dovrebbero permettere di dimorare senza alcuno sforzo in ciò che è. Solo così la mente impara a conoscersi. Non stiamo parlando né di riflettere approfonditamente con un approccio concettuale, né di evitare i pensieri in modo spasmodico, né di voler creare qualcosa o trattenere degli stati mentali piacevoli. Su questo piano, meditare significa non perdere la consapevolezza del soggetto della percezione. Passo dopo passo significa sviluppare il soggetto che vive l’esperienza, quello che sta dietro i fenomeni sperimentati, vale a dire la mente stessa con tutte le sue qualità inerenti. Se ogni esperienza rimane libera, come fosse un sogno, e ovunque sperimentiamo l’apertura sconfinata, allora le emozioni che disturbano non hanno più alcuna forza e noi siamo davvero sulla via. L’intuizione che in tal modo viene a liberarsi si trasforma gradualmente in un’esperienza costante, e noi la sentiamo come apportatrice di gioia. Le azioni che da essa si manifestano sono totalmente convincenti agli occhi degli altri e anche di noi stessi. Künzig Shamarpa, il secondo Lama in ordine d’importanza nella scuola di meditazione Kagyü, ha affermato: "È come dipingere sull’acqua. Ciò che è stato è stato, ciò che deve venire ancora non c’è, l’attimo presente è di per se stesso compiuto".»
Lama Ole Nydahl
Tratto da Il Buddha e l'Amore
http://edizioni-mediterranee-buddha-e-amore.blogspot.com
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