«Per i tibetani ci sono tre modi possibili per applicare gli insegnamenti del Buddha, mentre altre culture di tradizione buddhista ne conoscono solo due: la classe del celibato di monaci e monache, e quella dei laici. In Tibet invece la vera trasmissione è sempre avvenuta nell’ambito dei realizzatori (tib.: naljorpa – sanscr.: yogi), che nel corso dei secoli hanno mantenuto le istruzioni del Buddha (soprattutto la Via di Diamante) realistiche e pure.
I monaci e le monache, è ovvio, conducevano vite separate e protette nei monasteri e seguivano rigide regole di condotta, ma spesso erano anche in balia della politica. I laici si prendevano cura delle famiglie e della società, avevano un lavoro, davano un sostegno agli insegnanti e ai monasteri e, quando possibile, applicavano gli insegnamenti nella vita quotidiana. I realizzatori vivevano al di fuori delle limitazioni della società, spesso in caverne, con diversi partner, e usavano ogni stimolo per riuscire a conoscere la mente. I grandi yogi e maestri realizzati Milarepa e Drukpa Künley ne sono famosi esempi.
Milarepa divenne molto conosciuto in tutto il Tibet per i suoi canti di saggezza; in gioventù, su insistenza della madre, uccise trentacinque nemici della sua famiglia, e in seguito provò a usare i metodi del Buddha per rimuovere la cattiva coscienza dalla mente. Per trent’anni visse nelle caverne dell’Himalaya, sopravvivendo soprattutto mangiando ortiche pungenti, e realizzò che il suo io era una pura illusione della mente grazie all’ausilio delle meditazioni della Via di Diamante. Da lì in poi non ebbe più paura di nulla e fu capace di percepire i pensieri che si manifestavano come evento gioioso della mente, e di riconoscere che una mancanza di attenzione li faceva dissolvere.
Drukpa Künley divenne famoso perché non smise mai di evidenziare i concetti abituali delle persone. In particolare, aveva un modo veloce di smascherare i giochi artificiosi legati a moralità e decenza, e perciò dirigeva l’attenzione di alcuni verso la natura della mente, di altri verso il loro comportamento limitante. Amava esporre al pubblico ludibrio gli insegnanti ipocriti che erano più interessati al successo e alle donazioni da parte dei loro studenti che agli studenti stessi. Con la sua possente presenza portò molte donne sul cammino verso l’illuminazione, e molte poi si evolsero in modo rapido proprio grazie alle meditazioni da lui imparate. Intorno a Drukpa Künley accadevano miracoli; ancora oggi è venerato in Bhutan per la sua realizzazione e per i suoi campi di forza in grado di realizzare gli auspici.
Al presente le persone che vivono in paesi sviluppati possono scegliere quanti eredi mettere al mondo, e di conseguenza da noi non ci sono i presupposti per grandi monasteri, mentre in tempi antichi non si poteva far l’amore senza avere figli – una limitazione del tempo a disposizione per studiare e meditare, ancora di più di quanto lo siano oggi. Quindi, le donne e gli uomini che seguivano l’esempio del Buddha vivevano separatamente, ma non perché i suoi insegnamenti fossero ostili al corpo. Nonostante tali circostanze vadano tuttora bene per alcuni, le regole date dal Buddha per la vita nei monasteri sono adatte per molte meno persone rispetto a prima.
In Occidente le differenze tra i realizzatori e i laici sono più sfumate, mentre in precedenza i due gruppi erano ben separati. In Tibet, dove gli yogi facevano a gara con i monaci e le monache riconoscibili dai vestiti rossi per ottenere il sostegno materiale della classe lavoratrice, dovevano anche risultare distinguibili nell’aspetto perché la popolazione li notasse, e allora si presentavano in scena vestiti di bianco e come degli hippy trasandati.
Ora questo non è più necessario: i laici non devono avere un mucchio di bambini che si prendano cura di loro nella vecchiaia, hanno il sistema previdenziale alle spalle, e i capelli ostentatamente allo stato brado, l’abbigliamento o il comportamento eccentrico non fanno più colpo su nessuno. I miei studenti in tutto il mondo conducono vite significative da laici vivendo la quotidianità nel modo più abile e utile possibile. La loro visione in generale è il Grande Sigillo – la visione dei realizzatori.»
I monaci e le monache, è ovvio, conducevano vite separate e protette nei monasteri e seguivano rigide regole di condotta, ma spesso erano anche in balia della politica. I laici si prendevano cura delle famiglie e della società, avevano un lavoro, davano un sostegno agli insegnanti e ai monasteri e, quando possibile, applicavano gli insegnamenti nella vita quotidiana. I realizzatori vivevano al di fuori delle limitazioni della società, spesso in caverne, con diversi partner, e usavano ogni stimolo per riuscire a conoscere la mente. I grandi yogi e maestri realizzati Milarepa e Drukpa Künley ne sono famosi esempi.
Milarepa divenne molto conosciuto in tutto il Tibet per i suoi canti di saggezza; in gioventù, su insistenza della madre, uccise trentacinque nemici della sua famiglia, e in seguito provò a usare i metodi del Buddha per rimuovere la cattiva coscienza dalla mente. Per trent’anni visse nelle caverne dell’Himalaya, sopravvivendo soprattutto mangiando ortiche pungenti, e realizzò che il suo io era una pura illusione della mente grazie all’ausilio delle meditazioni della Via di Diamante. Da lì in poi non ebbe più paura di nulla e fu capace di percepire i pensieri che si manifestavano come evento gioioso della mente, e di riconoscere che una mancanza di attenzione li faceva dissolvere.
Drukpa Künley divenne famoso perché non smise mai di evidenziare i concetti abituali delle persone. In particolare, aveva un modo veloce di smascherare i giochi artificiosi legati a moralità e decenza, e perciò dirigeva l’attenzione di alcuni verso la natura della mente, di altri verso il loro comportamento limitante. Amava esporre al pubblico ludibrio gli insegnanti ipocriti che erano più interessati al successo e alle donazioni da parte dei loro studenti che agli studenti stessi. Con la sua possente presenza portò molte donne sul cammino verso l’illuminazione, e molte poi si evolsero in modo rapido proprio grazie alle meditazioni da lui imparate. Intorno a Drukpa Künley accadevano miracoli; ancora oggi è venerato in Bhutan per la sua realizzazione e per i suoi campi di forza in grado di realizzare gli auspici.
Al presente le persone che vivono in paesi sviluppati possono scegliere quanti eredi mettere al mondo, e di conseguenza da noi non ci sono i presupposti per grandi monasteri, mentre in tempi antichi non si poteva far l’amore senza avere figli – una limitazione del tempo a disposizione per studiare e meditare, ancora di più di quanto lo siano oggi. Quindi, le donne e gli uomini che seguivano l’esempio del Buddha vivevano separatamente, ma non perché i suoi insegnamenti fossero ostili al corpo. Nonostante tali circostanze vadano tuttora bene per alcuni, le regole date dal Buddha per la vita nei monasteri sono adatte per molte meno persone rispetto a prima.
In Occidente le differenze tra i realizzatori e i laici sono più sfumate, mentre in precedenza i due gruppi erano ben separati. In Tibet, dove gli yogi facevano a gara con i monaci e le monache riconoscibili dai vestiti rossi per ottenere il sostegno materiale della classe lavoratrice, dovevano anche risultare distinguibili nell’aspetto perché la popolazione li notasse, e allora si presentavano in scena vestiti di bianco e come degli hippy trasandati.
Ora questo non è più necessario: i laici non devono avere un mucchio di bambini che si prendano cura di loro nella vecchiaia, hanno il sistema previdenziale alle spalle, e i capelli ostentatamente allo stato brado, l’abbigliamento o il comportamento eccentrico non fanno più colpo su nessuno. I miei studenti in tutto il mondo conducono vite significative da laici vivendo la quotidianità nel modo più abile e utile possibile. La loro visione in generale è il Grande Sigillo – la visione dei realizzatori.»
Lama Ole Nydahl
Tratto da Le cose come sono
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