Capita sempre più spesso, passeggiando per le vie dello shopping cittadine, di scoprire in vetrina delle statue raffiguranti dei buddha; che siano esposte come richiamo o siano in vendita, è diventato di moda utilizzare questi oggetti a scopo decorativo. È invece poco noto il profondo beneficio che deriva dall’averne buona cura.
Le statue rappresentano la presenza del buddha e del Lama. Un buddha opera sempre, e sopra ogni cosa, a beneficio degli esseri e indica le qualità illimitate insite in tutti noi. La forma esteriore ricorda questo concetto a livello intellettuale, mentre in modo non consapevole vengono depositate nel principio cosciente delle impronte che ci riportano costantemente agli insegnamenti del Buddha, e a livello energetico agevolano il lavoro con la mente. Ecco perché le statue dei buddha vengono utilizzate per consolidare i luoghi in cui si medita e per permettere alle altre persone un accesso facilitato agli insegnamenti buddhisti grazie all’entrare in contatto con questi oggetti.
Acquistare una statua
La forma esteriore, eseguita nel modo più perfetto possibile seguendo delle regole tramandate dalla tradizione, rappresenta il corpo illuminato del Buddha. Tenendo a mente questo principio, si capisce che ha senso stare attenti alla qualità delle statue al momento dell’acquisto. Un solo esemplare è già sufficiente per ottenere il pieno beneficio derivante dalle statue dei buddha, non c’è alcuna necessità di procurarci proprio tutto ciò che, sul nostro cammino, attira la nostra attenzione o ci passa per la testa.
Quanto accade nella mente è fondamentale. Sicuramente possiamo raggiungere la liberazione e l’illuminazione anche senza rappresentazioni del Buddha; Milarepa di certo non aveva statue nella sua caverna – a livello ultimo, la libertà illimitata e atemporale della mente è riconoscibile attraverso qualsiasi manifestazione. Le manifestazioni dei diversi buddha e bodhisattva, protettori e Lama così come sono state descritte dal Buddha e dai Lama, però, hanno una forza particolare nell’agire sulla nostra mente che d’abitudine è orientata alla vita di tutti i giorni. Maggiore è la corrispondenza tra le vere e proprie manifestazioni degli aspetti buddhici e dei Lama, e il modo di raffigurarli, maggiore è l’efficacia delle statue; in questo dipendiamo da quanto raccontato dal Buddha e dai Lama realizzati, i soli a sapere come sono in realtà forme e attributi. Quando gli artisti, loro stessi buddhisti, si attengono con precisione alle indicazioni date dai Lama, si può fare affidamento sulla correttezza delle statue, ma dato che in Nepal e in India la produzione di statue è diventata ormai un settore commerciale, è necessario in ciascun caso esaminare bene la "merce" al momento dell’acquisto. Di conseguenza, dobbiamo avere ben chiaro come viene rappresentato correttamente l'aspetto buddhico che vogliamo acquistare.
Nello stato di emanazione i buddha si manifestano per lo più proprio come il Buddha Shakyamuni, con la tonaca. Altri rappresentano lo stato di gioia, espresso attraverso i gioielli dei bodhisattva – per esempio la corona a cinque punte, le collane, etc.; un esempio è Occhi Amorevoli. I rari aspetti totalmente senza vestiti né gioielli simboleggiano lo stato di verità.
Quanto accade nella mente è fondamentale. Sicuramente possiamo raggiungere la liberazione e l’illuminazione anche senza rappresentazioni del Buddha; Milarepa di certo non aveva statue nella sua caverna – a livello ultimo, la libertà illimitata e atemporale della mente è riconoscibile attraverso qualsiasi manifestazione. Le manifestazioni dei diversi buddha e bodhisattva, protettori e Lama così come sono state descritte dal Buddha e dai Lama, però, hanno una forza particolare nell’agire sulla nostra mente che d’abitudine è orientata alla vita di tutti i giorni. Maggiore è la corrispondenza tra le vere e proprie manifestazioni degli aspetti buddhici e dei Lama, e il modo di raffigurarli, maggiore è l’efficacia delle statue; in questo dipendiamo da quanto raccontato dal Buddha e dai Lama realizzati, i soli a sapere come sono in realtà forme e attributi. Quando gli artisti, loro stessi buddhisti, si attengono con precisione alle indicazioni date dai Lama, si può fare affidamento sulla correttezza delle statue, ma dato che in Nepal e in India la produzione di statue è diventata ormai un settore commerciale, è necessario in ciascun caso esaminare bene la "merce" al momento dell’acquisto. Di conseguenza, dobbiamo avere ben chiaro come viene rappresentato correttamente l'aspetto buddhico che vogliamo acquistare.
Nello stato di emanazione i buddha si manifestano per lo più proprio come il Buddha Shakyamuni, con la tonaca. Altri rappresentano lo stato di gioia, espresso attraverso i gioielli dei bodhisattva – per esempio la corona a cinque punte, le collane, etc.; un esempio è Occhi Amorevoli. I rari aspetti totalmente senza vestiti né gioielli simboleggiano lo stato di verità.
I buddha, i bodhisattva e i protettori sono seduti o in piedi su dei fiori di loto, mentre i Lama vengono raffigurati su dei fiori di loto o su un trono; forme che si usano raramente, soprattutto gli aspetti di protezione, siedono o stanno in piedi su determinati animali. Ogni aspetto mostra precisi elementi distintivi, come per esempio lo star seduto, lo stare in piedi o addirittura il fare un salto. Per quanto riguarda il numero di braccia, gambe, teste e occhi, e le loro proporzioni, esistono indicazioni molto dettagliate, così come per la postura tenuta in ogni singolo caso, per gli attributi portati e il modo di portarli.*
Alcuni buddha appaiono in diverse forme, per cui c’è la possibilità che la rappresentazione corretta sia più di una. Ogni dettaglio, comunque, ha un significato profondo e dovrebbe quindi essere rappresentato nel modo più giusto possibile.
Accanto alla precisione in termini di forma, anche la qualità artigianale della raffigurazione ha la sua importanza. La maggior parte delle statue, soprattutto nella tradizione tibetana e nepalese, sono fusioni in ottone o rame, cave al loro interno. Linee precise e superfici lisce sono in questo caso segni di qualità; al contrario, molte finiture aggiuntive spesso tradiscono la scarsa lavorazione e gli errori.
Le statue con una lavorazione di particolare pregio hanno un prezzo notevole già a partire dal produttore, dato che hanno richiesto molto tempo e capacità. Non è quindi assolutamente pensabile procurarsi una statua di prima classe a un prezzo d’affare. Pertanto, l’acquisto di statue di elevata manifattura artigianale non è solo una questione di gusti ma anche e soprattutto di portafoglio. Una particolare attenzione va riservata all’acquisto delle cosiddette statue antiche: il 99% risulterà essere falso, e una statua che lo fosse veramente sarebbe con altissima probabilità refurtiva.
Nel caso di statue tibetane e nepalesi le teste sono spesso già dipinte, mentre tradizionalmente questo sarebbe l’ultimo passaggio dopo il riempimento; dipingere gli occhi, o “aprirli” come si suol dire, è considerato il punto culminante dell'intero processo. Per dipingere i volti vengono usati dei pigmenti contenenti dei leganti naturali che, in quanto tali, non sono resistenti né all’acqua né all’abrasione. È perciò assolutamente necessario evitare di toccare il volto con le dita o lasciare che si bagni, come invece è capitato a una nostra amica che ha dimenticato di avvisare la sua donna delle pulizie – la quale spesso passava uno straccio umido sul volto di una bella statua di Tara. I pigmenti non sono ricostruibili in modo esatto, e in casi come questo è necessario lavare via tutta la vecchia pittura e farla rifare da capo da uno specialista. Per questa Tara lo abbiamo fatto e tutti quelli che la conoscevano da prima sono concordi nell’affermare che ha guadagnato in vivacità –il danno alla fine ha prodotto in effetti un guadagno.
Le statue che importiamo sono, nella maggioranza dei casi, già dipinte e per il momento possiamo essere contenti di questo fatto; ma la conoscenza e la tecnica relative alla pittura delle statue sono già arrivate in Occidente, e alcuni amici le imparano per far sì che in futuro siano sempre più diffuse. Chi è in grado di maneggiare abilmente un fine pennello, chi desidera lavorare in questo ambito a lungo termine e con responsabilità ed è disposto a rinunciare alla creatività artistica, è invitato caldamente a imparare questo lavoro.
Purtroppo la parte interna delle statue che vengono importate e acquistate è poco curata, e spesso molte sono sporche di argilla e fuliggine. Chi ne avesse la possibilità dovrebbe insistere sulla pulizia delle pareti interne.
Nel caso di statue tibetane e nepalesi le teste sono spesso già dipinte, mentre tradizionalmente questo sarebbe l’ultimo passaggio dopo il riempimento; dipingere gli occhi, o “aprirli” come si suol dire, è considerato il punto culminante dell'intero processo. Per dipingere i volti vengono usati dei pigmenti contenenti dei leganti naturali che, in quanto tali, non sono resistenti né all’acqua né all’abrasione. È perciò assolutamente necessario evitare di toccare il volto con le dita o lasciare che si bagni, come invece è capitato a una nostra amica che ha dimenticato di avvisare la sua donna delle pulizie – la quale spesso passava uno straccio umido sul volto di una bella statua di Tara. I pigmenti non sono ricostruibili in modo esatto, e in casi come questo è necessario lavare via tutta la vecchia pittura e farla rifare da capo da uno specialista. Per questa Tara lo abbiamo fatto e tutti quelli che la conoscevano da prima sono concordi nell’affermare che ha guadagnato in vivacità –il danno alla fine ha prodotto in effetti un guadagno.
Le statue che importiamo sono, nella maggioranza dei casi, già dipinte e per il momento possiamo essere contenti di questo fatto; ma la conoscenza e la tecnica relative alla pittura delle statue sono già arrivate in Occidente, e alcuni amici le imparano per far sì che in futuro siano sempre più diffuse. Chi è in grado di maneggiare abilmente un fine pennello, chi desidera lavorare in questo ambito a lungo termine e con responsabilità ed è disposto a rinunciare alla creatività artistica, è invitato caldamente a imparare questo lavoro.
Purtroppo la parte interna delle statue che vengono importate e acquistate è poco curata, e spesso molte sono sporche di argilla e fuliggine. Chi ne avesse la possibilità dovrebbe insistere sulla pulizia delle pareti interne.
Riempimento e benedizione
Se poi utilizziamo le statue come rappresentazioni di aspetti buddhici, è molto consigliato farle benedire dal Lama; provvisoriamente, applichiamo (all’esterno o inserendole internamente) delle cose che veicolano la benedizione, come per esempio nodi dei protettori, riso benedetto o oggetti provenienti da luoghi sacri. Se durante i corsi facciamo benedire la statua da Lama Ole Nydahl, a essa vengono attaccati un nodo dei protettori e una bustina che contiene un insieme di reliquie. Presso i centri della Via di Diamante è possibile richiedere il riempimento definitivo secondo i dettami della tradizione.
Una pulizia accurata delle pareti interne precede il riempimento. Elementi essenziali di questa procedura sono i tesori buddhisti che portano la benedizione di maestri realizzati o che provengono da determinati luoghi intrisi di forza.
L'albero della vita costituisce l'asse energetico centrale della statua e viene fatto su misura a partire dal legno di un albero selezionato, la cui direzione di crescita è stata accuratamente identificata; la snella forma dell’obelisco che ne deriva si assottiglia, in modo conforme, verso l’alto.
Il lato dell’albero un tempo rivolto a est viene allineato con il lato frontale della statua; l’albero della vita viene dipinto di rosso e oro e su di esso vengono scritte delle sillabe in tibetano. Tutt’intorno vengono posizionati dei rotoli di mantra; si tratta di rotoli preparati con determinati mantra stampati e colorati con dello zafferano.
Il basamento della statua, che nella maggior parte dei casi rappresenta un fiore di loto o un trono, equivale alla stanza del tesoro e viene riempito anche di tesori mondani quali pietre preziose e semipreziose, metalli preziosi, fiori e spezie, a costruire un legame tra la realtà relativa e la massima visione intuitiva di un buddha.
Attraverso l’utilizzo di incenso in polvere e fiori si evita che rimangano vuote delle cavità. In Asia si crede così di impedire l’accesso, nei punti vuoti, a delle energie disturbanti.
Tutti i passaggi vengono condotti con particolare pulizia, cura e attenzione.
Quando il riempimento della statua è completato, si procede con la chiusura definitiva; ora rappresenta un campo di forza buddhico completo e non dovrà mai più essere aperta.
Va da sé, inoltre, che la statua non è più commercializzabile. È possibile tuttavia regalarla, ma dovremmo sempre valutare se chi la riceve è in grado di apprezzarla e se davvero intende assumersene la responsabilità.
Il riempimento dell’interno con i rotoli dei mantra che esprimono l’aspetto della parola del Buddha, e quindi la benedizione data da un maestro buddhista a rappresentarne la mente, portano infine la piena efficacia.
Il basamento della statua, che nella maggior parte dei casi rappresenta un fiore di loto o un trono, equivale alla stanza del tesoro e viene riempito anche di tesori mondani quali pietre preziose e semipreziose, metalli preziosi, fiori e spezie, a costruire un legame tra la realtà relativa e la massima visione intuitiva di un buddha.
Attraverso l’utilizzo di incenso in polvere e fiori si evita che rimangano vuote delle cavità. In Asia si crede così di impedire l’accesso, nei punti vuoti, a delle energie disturbanti.
Tutti i passaggi vengono condotti con particolare pulizia, cura e attenzione.
Quando il riempimento della statua è completato, si procede con la chiusura definitiva; ora rappresenta un campo di forza buddhico completo e non dovrà mai più essere aperta.
Va da sé, inoltre, che la statua non è più commercializzabile. È possibile tuttavia regalarla, ma dovremmo sempre valutare se chi la riceve è in grado di apprezzarla e se davvero intende assumersene la responsabilità.
Il riempimento dell’interno con i rotoli dei mantra che esprimono l’aspetto della parola del Buddha, e quindi la benedizione data da un maestro buddhista a rappresentarne la mente, portano infine la piena efficacia.
A questo punto la statua è da considerarsi perfetta, anche se fossero riconoscibili dei piccoli difetti – ma critici verso l’oggetto dovremmo esserlo prima dell’acquisto. Nel caso avessimo già un esemplare di statua che presenta dei chiari difetti esteriori incorreggibili abbiamo la possibilità di posizionarla in maniera tale che l'imperfezione appaia meno visibile.
Uso
È utile per il nostro ambiente che la statua venga collocata là dove in molti hanno la possibilità di vederla in quanto ogni contatto, anche inconsapevole, con una di queste forme crea una connessione che è di beneficio.
Un luogo favorevole può essere ad esempio una posizione precisa nell’ingresso o in salotto. Più frequentemente le statue dei buddha vengono utilizzate nel luogo dove meditiamo perché hanno un effetto stabilizzante in termini di energia, sia sul luogo che su noi stessi, e ci ricordano di meditare; il consiglio è quello di sistemarle in una posizione apposita, più in alto rispetto al nostro sguardo, perché l’orientamento verso l’alto aiuta.
Statua, testo e stupa vengono classicamente disposti sull’altare in base al principio che la statua rappresenta il corpo del Buddha, il testo la sua parola e lo stupa la sua mente. Nel caso possedessimo più statue o più immagini di riferimento, potremmo seguire il consiglio dato da Lama Ole di sistemarle seguendo l’albero di rifugio, con lo stupa a simboleggiare il sangha.
Accanto agli oggetti rappresentanti il rifugio come le statue, le immagini dei buddha, gli stupa e i testi buddhisti, sull’altare non devono essere posti oggetti mondani se non le offerte; soprattutto non devono essere presenti immagini di esseri non liberati.
Un luogo favorevole può essere ad esempio una posizione precisa nell’ingresso o in salotto. Più frequentemente le statue dei buddha vengono utilizzate nel luogo dove meditiamo perché hanno un effetto stabilizzante in termini di energia, sia sul luogo che su noi stessi, e ci ricordano di meditare; il consiglio è quello di sistemarle in una posizione apposita, più in alto rispetto al nostro sguardo, perché l’orientamento verso l’alto aiuta.
Statua, testo e stupa vengono classicamente disposti sull’altare in base al principio che la statua rappresenta il corpo del Buddha, il testo la sua parola e lo stupa la sua mente. Nel caso possedessimo più statue o più immagini di riferimento, potremmo seguire il consiglio dato da Lama Ole di sistemarle seguendo l’albero di rifugio, con lo stupa a simboleggiare il sangha.
Accanto agli oggetti rappresentanti il rifugio come le statue, le immagini dei buddha, gli stupa e i testi buddhisti, sull’altare non devono essere posti oggetti mondani se non le offerte; soprattutto non devono essere presenti immagini di esseri non liberati.
Se la stanza lo permette, la posizione ideale per sistemare l’altare dedicato ai buddha è a ovest, così le statue guardano verso est. Se dormiamo nella stessa stanza dell’altare è di beneficio sdraiarsi con la testa rivolta verso gli oggetti che rappresentano il rifugio, perché facilita l’accesso alle nostre qualità interiori e produce impressioni di ricchezza nella mente che servono per fare offerte ai buddha, anche solo simboliche.
C’è anche la possibilità di adottare una forma semplice di fare offerte in cui una candela o una ciotola d’acqua possono essere utilizzate a rappresentazione di tutte le cose belle: a ogni modo è soprattutto quello che noi ci immaginiamo che fa la differenza.
La più grande forma di generosità è diffondere il Dharma; in particolare possiamo dedicare il nostro lavoro nei centri mentre facciamo le offerte al Buddha.
Salutare i simboli che rappresentano il rifugio con le prosternazioni è di beneficio ma questa pratica esteriore è stata abolita per evitare di essere associati ai musulmani; tuttavia, niente ci impedisce di inchinarci mentalmente o di fare le prosternazioni quando siamo a casa.
Spesso viene utilizzata l’espressione “meditare su una statua”; semplicemente vuol dire che il suo impiego diventa significativo durante la meditazione, dato che nella Via di Diamante continua la consueta pratica di meditare su un aspetto buddhico o sul Lama come forma di energia e luce, proprio come ci insegna il nostro Lama.
Spesso si discute sulla possibilità di muovere e trasportare una statua, ma la domanda è superflua una volta interiorizzato il suo significato profondo. Ecco che allora toccare e spostare questo oggetto rispettosamente qualora ce ne fosse bisogno diventa un fatto naturale.
Di norma è sufficiente passare di tanto in tanto la statua con un panno asciutto per pulirla dalla polvere, tuttavia se resta attaccato dello sporco si può ricorrere a un panno umido sulle superfici di metallo e all’occorrenza utilizzare dell’alcol. Il volto dipinto può essere spolverato solo da asciutto ed eventualmente con l’utilizzo di un pennello pulito e morbido.
Una statua agisce in quanto espressione dell’attività del Buddha su tutti gli esseri, però il bronzo sopravvive di gran lunga alla vita di una persona. Questa consapevolezza rende ancor più piacevole prestare attenzione alla qualità della statua al momento dell’acquisto, maneggiarla con cautela e prendersene cura affinché l’oggetto possa giungere in mani fidate dopo questa vita.
*Utile fonte di informazione è il libro illustrato Raum und Freude / Space and Bliss, pubblicato da Buddhistischen Verlag (Wuppertal, 2013), ma senz’altro aiuta anche consultare buddhisti esperti e coinvolgerli per un consiglio durante l’acquisto.
Fonte: Werner Braun – Praktisches zu Buddhastatuen, Buddhismus Heute 42, 2006
Fonte: Werner Braun – Praktisches zu Buddhastatuen, Buddhismus Heute 42, 2006
Tradotto da M.R. e I.T.
Nessun commento:
Posta un commento