11 ottobre 2012


«Sulla via verso la liberazione, nella ricerca della felicità, dobbiamo fare affidamento sugli altri. La bodhicitta è proprio questo: possiamo ottenere la felicità, la felicità assoluta, solo appoggiandoci agli altri come amici.
In questo senso quindi il Guru Yoga è molto speciale. Dico sempre che, dal mio punto di vista, è speciale non perché effettivamente il guru sia speciale, ma perché in questo momento contare sul resto degli esseri senzienti è difficile. I nostri schemi abituali sono forti, è estremamente difficile fare affidamento sugli altri e vedere la loro natura buddhica. Questa è la ragione per cui l’amico spirituale, la guida, l’insegnante, il guru, è la persona più importante sulla faccia della terra. A causa del tempo che abbiamo impiegato in termini di conoscenza reciproca possiamo fidarci, possiamo sentirci al sicuro, possiamo essere fiduciosi, ed è per questo che siamo in grado di dare noi stessi, di offrire noi stessi, di lasciar andare noi stessi. Ecco perché pratichiamo il Guru Yoga costantemente, sempre: in modo che in seguito, quando si tratta di essere di beneficio per gli altri, per gli esseri senzienti, risulti molto più facile.
Nel Guru Yoga il guru di fatto è il bersaglio, è il sacco da boxe; allo stesso tempo il guru è l’assassino di noi stessi. Per questo si deve avere un grande coraggio, e allora davvero si cresce.»

S.S. XVII Karmapa Trinlay Thaye Dorje - Europe Center Summer Course 2012
Tradotto da C.R.

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