30 agosto 2013

XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje - Trovare la libertà

Il testo che vi presentiamo è un messaggio speciale dato da S.S. il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje alla sua comunità Facebook, in occasione del 66° anniversario dell'Indipendenza dell'India (15 agosto 2013).
 
 
La maggior parte di noi tende a pensare che la libertà consista nel poter dire e fare ciò che vogliamo. Riteniamo che la libertà dipenda da condizioni esterne e, se non siamo in grado di fare ciò che vogliamo, crediamo che questo sia in gran parte dovuto ai vincoli che la società ci impone.
Perciò, naturalmente, pensiamo che gli 'altri' siano i nemici della libertà, e in questo modo creiamo una visione dualistica; ne risulta che la libertà diventa principalmente qualcosa che ha a che fare con lo sfidare i nostri nemici, i nostri avversari... e con il sopraffarli.
In seguito, dopo un po' di tempo, potremmo tuttavia avere dei dubbi e potremmo iniziare a domandare a noi stessi: «E' davvero questa la libertà?». La natura stessa di questa prospettiva rivolta verso l'esterno è tale che simili dubbi continuerebbero a saltar fuori. Perché? Perché questa visione non arriva a una conclusione; perché non stiamo affrontando l'effettiva fonte del problema. Quindi, come possiamo realmente trovare la vera libertà?
Per me il punto di vista buddhista è molto interessante, in quanto fa davvero i conti con il cuore della questione, focalizzandosi non solo verso l'esterno ma anche su una prospettiva interna, sul cercare di conoscere noi stessi.
In questo preciso istante, possiamo pensare di essere liberi di fare ciò che vogliamo, ma in realtà non lo siamo: siamo totalmente dipendenti, totalmente dipendenti da tantissime cose.
Anzitutto, è chiaro che dipendiamo dal cibo, perché se soffriamo davvero la fame possiamo ammalarci e possiamo finire per fare cose deplorevoli. Quindi, già a questo livello fondamentale, siamo dipendenti.
Ma la cosa non si ferma qui. Persino nelle nostre società moderne e pienamente sviluppate, in cui si è già provveduto a così tanti dei nostri bisogni basilari e in cui la maggior parte di noi non deve preoccuparsi di queste necessità umane primarie, siamo ancora dipendenti.
Soprattutto, dipendiamo dalle nostre emozioni. Per esempio, ogni volta che proviamo paura ripieghiamo naturalmente sulla rabbia per avere un sostegno, poiché la rabbia ci sembra l'unico modo per difenderci - ancora una volta, quindi, siamo dipendenti.
Ed ecco perché, se davvero ci sediamo e riflettiamo su questo aspetto, arriviamo a comprendere che non abbiamo alcun controllo su moltissime cose. E a quel punto sperimentiamo quanto davvero siamo impotenti.
Quindi, di nuovo, come possiamo realizzare l'autentica libertà? Nel Buddhismo, la forza della libertà sta nel controllare ciò che facciamo, non nell'azione stessa. La vera libertà consiste nel diventare padroni di noi stessi; nell'acquisire, inizialmente, un controllo sui nostri corpi e sulla nostra parola ma, soprattutto, sulle nostre menti.
Da questo punto di vista, la libertà deriva dal conoscere le nostre menti, dal conoscere la vera radice dei nostri problemi, la vera radice dei nostri ostacoli. A livello ultimo, questo comporta affrontare l'idea stessa di un sé - perché di fatto è da lì che proviene ogni tipo di sfida.
Credo che sia le persone spirituali sia quelle non spirituali che vogliono lavorare duro e fare sacrifici per il bene degli altri abbiano un effettivo potenziale per arrivare alla libertà. Persone di questo genere sono in grado di investire lavoro fisico, energia mentale e tempo in qualsiasi cosa vogliano realizzare e, a causa di questa forza interiore, se hanno l'occasione di incontrare le giuste circostanze, dei metodi appropriati e una via autentica sono molto più vicini alla vera libertà.
La libertà autentica è la libertà totale all'interno di te stesso, il fatto di prendere controllo dei tuoi corpo, parola e mente. Allora, quasi a prescindere dalle condizioni esterne o esteriori, sei felice e puoi agire con piena convinzione.
Per quanto riguarda il corpo, questo focus interiore significa per esempio fare attenzione alla tua alimentazione, prenderti cura del tuo corpo e fare altre cose per renderti meno soggetto alle malattie e aiutarti a evitare molti problemi fisici. Ma questo è solo un primo passo.
Poi, la parola è molto importante: dobbiamo comunicare, non abbiamo alcuna scelta a questo proposito. Deve perciò esserci una certa destrezza nel tuo modo di esprimerti - è fondamentale imparare le modalità e le abilità relative alla comunicazione e ai modi per trasmettere il tuo messaggio in maniera adeguata.
Infine, e soprattutto, la vera libertà sta nei tuoi pensieri, nella tua mente. Ogni azione - che sia una buona o una cattiva azione -  alla fine sarà decisa dalla tua intenzione e dal modo in cui vedi le cose; il fattore mentale è dunque molto, molto importante.
Quindi, per essere libero devi disciplinare i tuoi corpo, parola e mente e, facendo questo, otterrai davvero molta più libertà di quanto potresti immaginare.
In questo senso, la disciplina di fatto non ha a che vedere con il porre dei limiti a te stesso - tutt'altro, disciplini te stesso per essere libero.
Quando controlli il tuo ego o il tuo sé, possiedi tutta la libertà del mondo. Per prima cosa, comprendi la natura dell'ego e comprendi quindi che non hai alcun ego che possa danneggiarti o metterti in imbarazzo.
L'autentica libertà deriva dal conquistare il sé - la vera radice dei nostri ostacoli, dei nostri problemi personali e globali. Trovo molto interessante il fatto di avere a che fare con il sé: è liberatorio lavorare su esperienze interiori con le quali possiamo fare così tanto, piuttosto che concentrarsi sulle sole condizioni esteriori, su molte delle quali non possiamo avere alcun controllo. Tutte le sfide hanno la loro origine nel proprio sé. Possiate trovare in voi stessi la libertà che auspicate.

Fonte: https://www.facebook.com/17th.Karmapa
Tradotto da C.R.