20 luglio 2014

I fiori di loto in un lago possono stare insieme per sempre?

Vi proponiamo due brani da A Golden Swan in Turbulent Waters, una biografia del X Karmapa Choying Dorje (1604-1674), scritta dal XIV Shamar Rinpoche. I due passaggi illustrano molto bene la stretta relazione tra il X Karmapa e il suo Lama radice, il VI Shamarpa Mipham Chokyi Wangchuk (1584-1630), e il modo in cui uno studente affronta la morte del suo insegnante.
 
 
Il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje e il XIV Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro
 
 
«Shamarpa: "I fiori di loto in un lago possono stare insieme per sempre, senza separarsi?"
Karmapa: "No".

Shamarpa continuò: "Proprio così. A volte, i fiori di loto scompariranno per primi, mentre il lago rimarrà; in altri casi sarà quest'ultimo il primo a prosciugarsi. Allo stesso modo, alcune persone muoiono povere, mentre altre muoiono ricche. Alcuni muoiono giovani, altri muoiono vecchi. Nondimeno, come i fiori, tutti gli esseri umani e gli esseri degli universi passano attraverso il ciclo di nascita, invecchiamento, e morte".

Allora io [Karmapa] mi riempii di tristezza. Solitamente, quando i bodhisattva hanno finito il loro lavoro in un pianeta, si spostano in un altro per aiutare gli esseri.
La loro morte ha due possibili ragioni. La prima è quella di dare un insegnamento sull'impermanenza; un insegnamento sui problemi dell'attaccamento all'ego causati dall'ignoranza, e su come possiamo risolverli grazie agli insegnamenti sulla compassione e alla meditazione. Dopo aver dato tali insegnamenti, i bodhisattva mostrano l'impermanenza della forma fisica e della vita per mezzo della loro stessa morte.
La seconda ragione è quella di impegnarsi ulteriormente nelle attività di bodhisattva a beneficio degli esseri senzienti, in qualche altro luogo. Il loro auspicio, infatti, è quello di liberare illimitati esseri senzienti. [...]

Poi Shamarpa disse che poiché abbiamo lavorato in stretta connessione dedicandoci alle attività di bodhisattva, saremmo stati per sempre l'uno l'aiutante dell'altro. In quel momento compresi che quello era l'ultimo insegnamento che mi dava - che sarebbe venuto a mancare molto presto.

Shamarpa disse allora: "Quando morirò, ti prego di non preoccuparti. Ricordati l'insegnamento che tutti i fenomeni sono impermanenti"».
 
 
Il VI Shamarpa Mipham Choky Wangchuk
Thangka del XIX secolo
Image courtesy of http://www.himalayanart.org/
 

 
«Un mattino, di buon'ora, chiesi al grande bodhisattva Chokyi Wangchuk: "Come ti senti?"
Rispose: "Non provo alcun dolore, e mi sento riposato".
Gli offrii il tè del mattino. Sembrava più gioioso di quanto fosse mai stato in passato. Prese il tè. Appena dopo l'alba, il bodhisattva Chokyi Wangchuk entrò nel parinirvana senza alcun dolore o sofferenza.
Ero in lacrime. Subito dopo, persi conoscenza. Un assistente gettò dell'acqua sulla mia faccia. Mi ripresi e riacquistai di nuovo chiarezza.


Vicino a ruscelli, fiumi, e laghi,
vicino a montagne, colline, e alberi,
vicino a foreste, e prati in fiore,
ovunque fosse, davanti a te,
la felicità di cui io ho fatto esperienza
non è mai sperimentata dagli esseri,
nemmeno da quelli che stanno nei paradisi.
Vedendoti come un bodhisattva,
il tempo che ho avuto vicino a te
è troppo breve perché possa finire -

come un bellissimo fiore che già appassisce.

Mi prosternai innumerevoli volte al corpo del bodhisattva Chokyi Wangchuk. Per un'intera settimana, trattai il suo corpo con polvere di sandalo, foglie di zafferano, fiori, e acque profumate. Accesi le lampade.

Il bodhisattva Chokyi Wangchuk era come la luna in questa età oscura. E' morto, e ci ha lasciato solo con i suoi insegnamenti scritti di suo pugno. Quindi, miei studenti, dovreste seguirli.»
 
 
Tradotto da C.R.


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