26 novembre 2014

La vita del XVI Karmapa Rangjung Rigpe Dorje - parte III

 
 
 
La fuga dal Tibet

L'aggressione cinese al Tibet divenne intollerabile, ed era chiaro che le possibilità di un'esistenza pacifica si stavano facendo molto incerte. Il XVI Karmapa, rendendosi conto che avrebbe potuto servire meglio la causa del Dharma fuggendo dai cinesi, concluse di non aver altra scelta che quella di spostarsi in territori più pacifici.
Il quarto giorno del secondo mese dell'anno del cinghiale di terra (1959), Sua Santità lasciò di conseguenza Tsurphu, l'antica sede dei Karmapa risalente al XII secolo, dirigendosi verso il Bhutan. Era accompagnato da un seguito di 160 Lama, monaci e laici, di cui facevano parte Shamar Rinpoche, Gyaltsab Rinpoche e il IV Ponlop Rinpoche, oltre a tanti altri insegnanti reincarnati. Jamgon Kongtrul si trovava già a Kalimpong, in India, e Situ Tulku in Bhutan.

Sotto la guida del Karmapa, il gruppo riuscì a portare con sé i più preziosi tra gli oggetti che per secoli erano stati conservati nel monastero di Tsurphu: statue consacrate, strumenti rituali, reliquie, immagini, dipinti, testi e abiti. Nel corso del pericoloso e arduo viaggio, durato in tutto ventuno giorni, Sua Santità e il suo seguito passarono per Lhodrag, il luogo di nascita di Marpa il Traduttore, nel Tibet meridionale. Presso diversi luoghi sacri incontrati nel percorso vennero celebrati dei riti per il bene di tutti gli esseri senzienti, e affinché nel difficile futuro il Dharma potesse essere preservato.

Il gruppo arrivò sano e salvo a Shabje Thang, nel distretto di Bumthang (Bhutan settentrionale), il venticinquesimo giorno del secondo mese dell'anno del cinghiale di terra, ricevendo un benvenuto molto caloroso da parte di Sua Altezza Reale Tsultrim Palmo, la zia di Sua Altezza Reale il Re, e di molti ministri e ufficiali di alto rango del governo. Vennero allora avviate negoziazioni con il governo dell'India in cui si discuteva dei futuri piani per la risistemazione del XVI Karmapa e delle molte persone che lo seguivano: si decise che sarebbero tutti transitati attraverso il Bhutan e si sarebbero stabiliti temporaneamente a Dharamsala, nell'India nord-occidentale.

C'era soprattutto un pensiero nella mente di Sua Santità: sebbene si trovasse in esilio, non avrebbe dovuto rimanere fermo ma assumersi la responsabilità di riattizzare e ravvivare la torcia del Dharma, con la collaborazione materiale e spirituale dei buddhisti di tutto il mondo. Sentiva che il Dharma era diventato simile a una lampada che ha bisogno di un apporto di olio vitale per poter bruciare con luce chiara e forte.

Nelle sue riflessioni, il XVI Karmapa intuì che il Sikkim sarebbe stato il posto migliore dove preparare le condizioni affinché venisse realizzata la sua missione: la regione era considerata particolarmente adatta per le naturali inclinazioni verso il Buddhismo della sua popolazione, e specialmente perché nel lontano passato era stata consacrata da una visita di Guru Padmasambhava. Sua Santità accettò quindi prontamente il gentile invito a stabilirsi in Sikkim e, accompagnato da Sua Altezza Reale Tsultrim Palmo del Bhutan, condusse il gruppo a Gangtok dove arrivò il venticinquesimo giorno del quarto mese dell'anno del cinghiale di terra. Sir Tashi Namgyal, il Maharaja, offrì al Karmapa di scegliere la sede del nuovo monastero tra diversi luoghi del regno: egli optò per Rumtek dove ai tempi della sua nona incarnazione, Wangchuk Dorje, era stato costruito un monastero Karma Kagyu. Il posto possedeva tutte le caratteristiche favorevoli necessarie per essere sede del Karmapa: sette ruscelli scorrevano in sua direzione, sette colline erano rivolte verso di esso, aveva una montagna alle spalle, catene innevate davanti e un fiume al di sotto, e creava una spirale discendente che aveva la forma di una conchiglia di strombo.

Sua Santità e il suo seguito si organizzarono subito per andare direttamente a Rumtek, e vi arrivarono il quinto giorno del quinto mese dell'anno del maiale di terra. All'epoca, Rumtek consisteva di un monastero quasi del tutto in rovina e di una mezza dozzina di capanne circondate dalla giungla; non c'erano né alloggi adeguati né strutture per la preparazione del cibo.

La costruzione di Rumtek

Il Karmapa si recò a New Delhi per incontrare Pandit Jawaharlal Nehru, il primo ministro indiano, che comprese pienamente le difficoltà che i suoi studenti stavano fronteggiando. Pandit Nehru promise che il governo dell'India avrebbe fornito un supporto finanziario per la costruzione del nuovo centro monastico, e assicurò l'approvvigionamento gratuito di cibo e vestiti per i residenti.

Il Maharaja del Sikkim cortesemente cedette al Karmapa a titolo di donazione perpetua trenta ettari di terra nei pressi di Rumtek. Il governo dello stato federato donò con generosità dei fondi per i costi di costruzione preliminari e fornì gratuitamente del legname, realizzando inoltre una strada e collegando il centro monastico alla rete elettrica e idrica.

Il governo indiano fece una consistente donazione affinché venissero immediatamente costruiti una sala assembleare e gli alloggi residenziali per i monaci. Nonostante la generosità di così tante persone, questi fondi non erano sufficienti allo scopo: il XVI Karmapa aggiunse quindi una somma importante proveniente dalle sue stesse risorse personali.
 
 
Il monastero di Rumtek
 
I lavori di preparazione del sito iniziarono nel 1962, e la prima pietra della nuova struttura venne posata dal successivo regnante del Sikkim, Palden Thondup Namgyal. Ci vollero poi quattro anni per completare la costruzione del nuovo centro monastico, progettato nel più bello stile della tradizione tibetana. Venne chiamato Pal Karmapa Densa Shed Drub - Cho Khor Ling, nome che significa "La sede di Sua Santità il Gyalwa Karmapa: un centro per l'insegnamento e la pratica del Dharma".

Le reliquie, le immagini e i testi che erano stati portati dal Tibet, rari e di grande valore, vennero installati nel nuovo monastero. Il primo giorno del primo mese dell'anno del cavallo di fuoco (1966), il Karmapa entrò nel nuovo centro di Rumtek celebrando una cerimonia: fu un evento magnifico e di ottimo auspicio.

Viaggio in Bhutan e in India

Nel 1967, accompagnato da un gruppo di 95 studenti, il XVI Karmapa visitò Thimphu, la capitale del Bhutan, su richiesta di Sua Maestà il Re. Nel corso del suo soggiorno nel paese, Sua Santità si fermò a Tak Tsang o Nido della Tigre, la grotta-monastero famosa per essere stata visitata da Guru Rinpoche (Padmasambhava); si recò anche al tempio di Kyichu a Paro, dove celebrò dei riti speciali per la pace e la tranquillità nel mondo e per la preservazione e la diffusione del Dharma in ogni luogo. Sua Altezza Reale il Re e Sua Altezza Reale la Regina Madre donarono con grande generosità al Karmapa il palazzo di Tashi Cho Ling, nel Bumthang, insieme con la sua intera proprietà terriera.

Nel 1971, presso il nuovo centro di Rumtek, Sua Santità guidò delle letture dei testi buddhisti e diede iniziazioni a grandi raduni di studenti provenienti da molti paesi diversi. Lo stesso anno vennero realizzate delle statue del nobile Buddha, dorate e alte circa venticinque metri, che vennero riempite con erbe e gioielli e benedette; vennero inoltre preparate allo stesso modo ottantaquattro statue dei siddha indiani, sei di quelli tibetani, e molte altre di insegnanti di tutte le scuole buddhiste.

Nel 1972, il XVI Karmapa intraprese un altro esteso pellegrinaggio attraverso l'India, accompagnato dal XIV Shamar Rinpoche, dal V Ponlop Tulku, e da altri Lama e monaci del nuovo monastero di Rumtek. Il gruppo visitò Bodh Gaya, Sarnath, Sanchi, Ajanta, Ellora e Nagarjuna Sagar, per poi tornare in Sikkim. Un flusso senza fine di persone si mise in viaggio per vedere il Karmapa, e molti ricevettero le sue benedizioni.
 
 
 
 
Tradotto da C.R.

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