Come possiamo amare chi è crudele nei nostri confronti?
Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje risponde alle vostre domande
Innanzitutto, esistono innumerevoli citazioni di grandiosi insegnanti, come Shantideva e altri. Il modo in cui personalmente mi rapporto a tali insegnamenti e citazioni è che possiamo pensare ad essi anzitutto da una prospettiva molto ordinaria: chi ti mette a dura prova o ti sottopone a delle sfide, potrebbe farlo in primo luogo per proteggere i suoi cari, per proteggere le persone a cui vuole bene. Possiamo pertanto acquisire un po' di comprensione, oppure quantomeno capire la motivazione che sta dietro le loro azioni e quindi acquisire un po' di comprensione.
Talvolta queste sfide ci vengono offerte per renderci più forti, dunque in alcuni casi sono radicate nell'amore; infatti, a volte l'unico modo per farci diventare più forti è metterci alla prova aiutandoci a sviluppare il nostro senso di rispetto e così via. E' difficile capire quando le sfide ci vengono sottoposte in questo modo, quando ci viene data una lezione da un insegnante.
Accade spesso che le persone cerchino di proteggere se stesse o i loro cari e ti vedano come una minaccia, come una tigre femmina che attacca un viaggiatore perché pensa sia un possibile pericolo per i suoi cuccioli.
Riflettendo su questo, possiamo capire come non sia davvero il caso di amare chi è crudele: credo infatti che sia molto difficile. Tuttavia, se pensiamo a come le azioni siano guidate dall'amore o dalla protezione nei confronti dei cari, possiamo in qualche modo iniziare a sviluppare un percorso, una via per comprendere. Innanzitutto, pertanto, lasciamo andare l'idea che qualcosa sia stato fatto a causa della crudeltà.
Possono anche esserci circostanze in cui le persone possono di nuovo presentarci molte sfide semplicemente perché non sono in una condizione mentale stabile o chiara: si trovano in una condizione mentale estremamente emotiva, quindi non sanno proprio quello che stanno dicendo o facendo. Questo accade regolarmente nella vita e dunque non va al di là della nostra immaginazione; possiamo quindi capire, e più siamo in grado di capire più riusciamo a rimuovere ogni tipo di condizione che porta a sviluppare odio o rabbia. Questo fornisce automaticamente spazio per l'opposto di rabbia od odio: innanzitutto comprensione e poi forse, alla fine, anche amore.
Per cominciare, tuttavia, come pratica, direi che una delle prime cose in cui esercitarsi è sempre essere consapevole ed essere cauto. Come nell'esempio del viaggiatore: a volte potresti dover viaggiare attraverso territori pericolosi, giungle infide e quindi devi viaggiare con cautela, con consapevolezza, con presenza mentale in modo da non spaventare accidentalmente la tigre. Il problema della tigre infuriata viene dunque risolto prima che abbia luogo; prendendo queste precauzioni, non c'è nessun problema fin dall'inizio.
"Più siamo in grado di capire più riusciamo a rimuovere ogni tipo di condizione che porta a sviluppare odio o rabbia. Questo fornisce automaticamente spazio per l'opposto di rabbia od odio: innanzitutto comprensione e poi forse, alla fine, anche amore."
L'intenzione che ci porta a essere consapevoli dovrebbe essere quella di non voler finire in situazioni in cui affrontiamo la sfida di chiederci: "Come vinco il mio odio, come amo?". Il nostro intento dovrebbe essere di coltivare la presenza mentale, ma questo non significa essere eccessivamente prudenti. Col tempo, beninteso, facendo la stessa cosa regolarmente, costantemente, acquisiamo sempre più esperienza, fino a un punto in cui essere consapevoli e cauti viene in modo molto spontaneo e non dobbiamo sforzarci... e quindi, sai... possiamo viaggiare al sicuro.
Se una persona è già finita in questo tipo di situazione, penso che l'unica cosa che possa fare è riflettere sulle conseguenze o ripercussioni negative che potrebbe sperimentare se cedesse alle emozioni di disturbo come rabbia od odio. Pertanto, usando questa logica molto semplice, evitiamo di fare qualsiasi cosa dannosa: se in questo momento non possiamo esprimere amore, allora quantomeno non dovremmo sviluppare odio.
Cautela non significa diventare troppo prudenti perché allora potremmo di nuovo cadere in altri estremi, in altri tipi di problema, come quando si usa la medicina in modo eccessivo e la si trasforma in veleno. Per esempio, potremmo pensare: "Essere cauto è molto importante e quindi devo essere molto cauto, costantemente". Come risultato, possiamo metterci esageratamente sulla difensiva in merito a qualsiasi cosa, diventando di fatto chiusi, davvero chiusi; e poi, ancora, non è affatto salutare. In questi ambiti, dunque, dobbiamo chiedere a noi stessi e riflettere molto attentamente: "Qual è la differenza tra essere cauto ed essere imprudente?". Ovviamente, non dovremmo essere chiusi e ritrosi perché questo potrebbe portare a qualche altra cosa non necessaria. Dovremmo però essere cauti, e il motivo è che vogliamo essere di beneficio per noi stessi e per gli altri.
XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje
Tradotto da C.R.
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