2 luglio 2018

La felicità va cercata nella mente



«Dato che solo la mente può raggiungere la felicità, la felicità va per l'appunto cercata nella mente.
Esistono due tipi di felicità. Da una parte c'è una condizione verso cui tutti aspirano e che è suscitata da avvenimenti piacevoli come innamorarsi, vincere al lotto, l'arrivo delle vacanze, i riconoscimenti e il successo. Si tratta di uno stato condizionato che perderemo nel momento stesso in cui svaniranno le condizioni interne ed esterne che lo hanno provocato.
Il secondo tipo di felicità è la meta vera e propria del Buddhismo: l'illuminazione. É la condizione in cui riconosciamo lo specchio che sta dietro le immagini che vi si riflettono. La coppia di innamorati non rimane nel passato e non si proietta nel futuro, ma vive la realizzazione dei propri desideri nel qui e ora. Diminuire la ricerca di felicità nel mondo esteriore per indirizzarla verso il mondo interiore permette il manifestarsi di una soddisfazione più profonda.
Che effetti sortiscono soddisfazione e minori pretese nella vita di tutti i giorni? Libertà! Avendo meno aspettative concrete, riusciamo a sperimentare quasi tutto come fosse un regalo ricco ed entusiasmante.»


Lama Ole Nydahl
Tratto da Il Buddha e l'Amore
http://edizioni-mediterranee-buddha-e-amore.blogspot.com
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