• Sua Santità, che cosa mi impedisce di realizzare la mia vera natura, la natura di buddha?
Forse è una mancanza di spirito di avventura ciò che ci trattiene dal realizzare la nostra autentica natura. E' facile abituarsi alla vita ordinaria, alla routine di tutti i giorni e, come risultato, non vogliamo abbandonare l'atmosfera che ci è familiare, la vita a cui siamo abituati. Ci manca lo spirito di avventura.
Penso che questo sia radicato in una profonda paura: paura di stare faccia a faccia con noi stessi; paura di sapere esattamente chi siamo. E' un po' come dire che abbiamo paura di guardarci allo specchio e di vedere il nostro stesso riflesso.
La difficoltà, o piuttosto la sfida, deriva certamente dal credere che gli elementi ordinari delle nostre vite in qualche modo definiscano chi siamo. Talvolta può sembrarci che gli errori, gli sbagli, gli ostacoli e le prove che abbiamo affrontato siano diventati parte di noi. Ci frenano, lasciando il loro segno, a volte anche un senso di trauma. Tuttavia queste esperienze non fanno parte della nostra vera natura; in un certo senso, in realtà, possono impedirci di vedere chi siamo realmente.
Negli anni, uno schema abituale di questo genere può in qualche modo far sì che non crediamo nella nostra autentica natura, e farci pensare che l'idea che la nostra natura sia qualcosa di diverso sia solo un'illusione - un sogno speranzoso! Mi sembra quindi che questo sia ciò che dobbiamo sopraffare.
E' per questo motivo che dobbiamo avere un grande coraggio, ed essere un po' severi - anche un po' ostinati - per fronteggiare davvero noi stessi.
Come praticanti, tutti ci troveremo a un qualche livello faccia a faccia con le emozioni, le sfide e gli ostacoli di cui facciamo esperienza nella vita. Senza affrontarli onestamente, non realizzeremo mai e poi mai la nostra vera natura.
Quando davvero fronteggiamo noi stessi, quando vediamo il nostro reale riflesso nello specchio, capiamo che gli errori di questa vita non sono altro che manifestazioni del karma e dei klesha. Siamo allora in grado di accettare il modo in cui stanno le cose in maniera piuttosto efficiente. E' quasi come se stessimo etichettando o classificando le nostre esperienze ordinarie: una volta che in qualche modo le abbiamo messe nei posti che gli appartengono, non abbiamo da vedere nient'altro che noi stessi e il nostro effettivo potenziale. Serve coraggio per farlo. Ci vuole coraggio per affrontare la paura del passato, per avere la meglio sullo sbaglio di considerare le nostre esperienze negative come facenti parte del nostro vero io, ma dobbiamo farlo perché questo ci aiuta a realizzare la nostra autentica natura.
Tradotto da C.R.