E' una domanda di grande interesse e importanza, e rispondere semplicemente con un 'sì' o un 'no' non sarebbe sufficiente. C'è quindi bisogno di una breve spiegazione.
In generale, e per dirla in modo semplice, la felicità è quello che tutti noi cerchiamo. Fa parte della nostra natura.
Alcuni dubitano che la felicità possa essere trovata dentro di noi.
A causa di queste incertezze, di questa confusione e mancanza di conoscenza, queste persone fanno affidamento su fonti esterne per trovare la felicità. Ad esempio, cercano felicità, libertà, pace e illuminazione per mezzo di un intervento divino.
Quando esistono dei dubbi, in un certo senso è più facile proiettare una fonte di felicità esteriore, piuttosto che guardare all'interno. Così, l'umanità per millenni ha ricercato l'origine della felicità all'esterno di noi stessi.
Con motivazioni ingenue, ci siamo inventati diverse fonti di felicità esterne, come ad esempio le religioni, le anti-religioni, il potere, il denaro, e così via. Dato che continuiamo a mettere i nostri sforzi nella ricerca della felicità all'esterno, il nostro progresso sembra essere in qualche modo limitato.
Quello che il Buddha Shakyamuni suggerisce è che, mentre ci arrabattiamo a cercare e inseguire senza fine la felicità, ci dimentichiamo di chiedere:
«Potrebbe essere che la felicità si raggiunga da dentro?»
Egli mette a fuoco, per esempio, l'impermanenza di tutti i fenomeni, come la stessa esperienza dell''oggi'. Se indagassimo davvero la natura dell' 'oggi', fino all'ultima frazione stessa dell'esperienza, potremmo scoprire che esso non ha mai una durata. Di conseguenza, è privo di un'essenza di 'oggi' veramente esistente - sebbene si manifesti in modo chiaro e porti persino all'esperienza di un 'domani'. L'oggi cambia costantemente, è sempre in divenire.
Se accettiamo l'impermanenza della vita e della natura, possiamo vedere come la ricerca esteriore della felicità si trovi a fronteggiare molte sfide lungo la via. Una visione fissa dell' 'oggi' può portare alla paura che il giorno passi e diventi 'ieri', alla paura del 'domani', e così via. Se accettassimo le cose come sono, forse potremmo liberarci da queste paure, e trovare pace e felicità - dentro di noi. Potremmo persino godere di questo 'oggi', senza dipendere da mezzi esterni.
In breve, è molto difficile per un buddhista sostenere che ci siano un credo o una dottrina che esistano realmente, e questo a causa dell'idea di impermanenza. Pertanto, il concetto di un creatore non è consigliato.
Detto ciò, nel Buddhismo c'è un sistema di credenze, ma nella forma di una linea guida. Per esempio, se il fatto di credere nella nozione di 'karma' (la legge di causa ed effetto) è di sostegno a qualcuno nel suo essere una persona decente, allora quella credenza è valida, ma solo nell'ambito di quello specifico contesto. Questo non implica che esista un karma fissato o un karma realmente esistente.
Quando comprendiamo l'impermanenza e guardiamo dentro noi stessi, siamo in grado di liberarci dalla paura e di darci sostegno l'un l'altro nella nostra universale ricerca della felicità.