16 aprile 2015

Che tipo di felicità stai cercando?

 


Quanto sappiamo davvero della felicità? Secondo il Buddhismo, si tratta di qualcosa che viene cercato da tutti gli esseri senzienti, compresi gli animali. Possediamo un istinto subconscio che ci porta a ricercare la felicità, anche se molti di noi non hanno una chiara idea di cosa sia, o di come si raggiunga.
 
Nella prospettiva buddhista esistono due tipi di felicità: la felicità emotiva e la felicità senza tempo. Potremmo descrivere la prima paragonandola al cercare sollievo dal freddo, o all'inseguire fonti di guadagno, una posizione, uno status. Sebbene non ci sia niente di sbagliato in questa forma di felicità 'mondana', riflettendo su di essa potremmo comprendere che tutti questi esempi, per loro stessa natura, sono temporanei. La felicità emotiva non dura. Quella atemporale, pertanto, diventa una cosa molto importante da ricercare.
 
La felicità senza tempo

La felicità senza tempo viene realizzata riconoscendo le nostre stesse qualità inerenti, come compassione e gentilezza amorevole, e acquisendo saggezza su quella che è la nostra vera natura. Se esaminiamo la natura di questo tipo di felicità, troviamo qualcosa di immutabile e permanente - qualcosa che quindi vale la pena di cercare.

Potremmo ritrovarci confusi in merito all'idea di una 'felicità senza tempo'. D'altronde, abbiamo un rapporto molto stretto con la felicità emotiva, ed essa ci dà ogni giorno una gratificazione immediata. La felicità atemporale può sembrarci nobile, perfino fantastica. Ci domandiamo però: 'Possiamo vederla, possiamo raggiungerla nella vita quotidiana?'. In effetti, sì, è proprio così.

La felicità in famiglia

Mia nonna, ormai defunta, ha condotto una vita molto semplice, come madre di mio padre. Il modo in cui ha vissuto, tuttavia, è qualcosa che porterò sempre con me, ed è forse il più grandioso esempio di felicità senza tempo che io conosca. Non aveva responsabilità particolari che si potrebbero considerare 'straordinarie' o 'che fanno notizia'; quello che faceva, semplicemente, era essere una madre, era solamente praticare la gentilezza amorevole e le altre qualità fondamentali della vita, e di lei stessa. Questo è ciò che ho potuto testimoniare: non importava chi si avvicinasse a lei o in che genere di situazione si trovasse, mia nonna aveva nei confronti della vita un atteggiamento inalterabile. Chiunque incontrasse, agiva in modo cortese e premuroso - proprio come una madre. Era qualcosa che potevi vedere e, a livello verbale, sentire: ogni sua parola era estremamente cordiale e gentile. Chiaramente, l'origine di tutte queste qualità stava nella sua stessa consapevolezza.

In quanto Karmapa, ovviamente, io stesso vivo la mia vita come praticante spirituale. Tuttavia, posso dire di imparare davvero tanto dalla condotta di mia nonna, dall'approccio che aveva verso la vita. Questo ricordo per me è molto prezioso perché mi aiuta a richiamare alla mente che la felicità atemporale è visibile ed evidente in tutti noi. La felicità che stiamo cercando è già presente. Così, questo esempio mi è sempre di beneficio, mette sempre un sorriso sul mio volto, e nel mio cuore.

Il Buddha e la felicità

Sono sicuro che ognuno di voi ha esperienze e ricordi simili che può richiamare alla memoria. Da un punto di vista buddhista, diciamo che il potenziale, il seme e la qualità dell'autentica felicità o illuminazione sono tutti presenti nel centro di ogni essere senziente.

Perciò, è importante non vedere la felicità senza tempo come qualcosa che è distante o irraggiungibile, o che va celebrato in occasioni speciali e poi messo su uno scaffale per il resto dell'anno. La felicità atemporale, invece, è qualcosa in cui possiamo davvero essere coinvolti, a cui possiamo prendere parte, e questo a prescindere dal tipo di vita che stiamo vivendo o dal genere di condizioni che possiamo avere. Innanzitutto, però, dobbiamo rendercene conto.

Il beneficio che traiamo dal fare il primo passo per raggiungere la felicità senza tempo è racchiuso nella stessa espressione 'senza tempo'. Secondo la visione buddhista, i benefici sono nobili, dignitosi e virtuosi fin dall'inizio; sono nobili, dignitosi e virtuosi nel mezzo; e sono nobili, dignitosi e virtuosi anche alla fine. E non solo in questa vita, non solo in un tempo successivo, ma fino alla fine, fino a quando non avremo fatto sorgere completamente la felicità atemporale e non le avremo dato piena realizzazione.

Nel Buddhismo il miglior esempio di questa felicità immutabile potrebbe essere niente meno che il Buddha stesso. Buddha significa 'essere illuminato', cioè un essere pienamente risvegliato. Ora, se consideriamo il modo in cui il Buddha cercò la felicità senza tempo e alla fine riuscì a conquistarla, vedremo che è la stessa cosa che stiamo facendo noi oggi: esaminare e riflettere sulle cause e le condizioni della felicità.
 
 
 

L'esame della felicità

L'unico metodo che ci permette di analizzare onestamente la felicità è osservare a fondo dentro noi stessi: il nostro modo di essere, come conduciamo la nostra vita, il nostro comportamento quotidiano e le nostre abitudini. Fare questo ci aiuta a capire meglio noi stessi. E se capiamo meglio noi stessi, aumenta anche la nostra comprensione degli altri.

Ognuno di noi ha le qualità di base che ci permettono di arrivare alla felicità, tutti condividiamo questo potenziale - semplicemente perché tutti abbiamo la consapevolezza. Ci accomunano lo stesso auspicio e le stesse aspirazioni, visto che tutti noi stiamo cercando la felicità.

Se osservate la storia della vita del Buddha, vedrete chiaramente che avrebbe potuto avere, e di fatto ebbe, qualunque cosa potesse desiderare dalla vita mondana. Però, esaminando quest'ultima, poté rendersi conto che le sensazioni o situazioni che sperimentava - non importava quanto piacevoli o soddisfacenti fossero - erano tutte temporanee. Capì che conseguire questo genere di esperienza, quella che abbiamo chiamato felicità emotiva, non era l'obiettivo o la priorità ultima. Lasciò pertanto quella vita, mettendosi alla ricerca di qualcosa che fosse durevole, qualcosa che fosse immutabile. Questo è ciò che gli studenti della via e del cammino del Buddha stanno praticando: la pratica della felicità atemporale.

Dopo aver detto tutto questo, naturalmente, possono sorgere in noi domande e dubbi. Per cercare la felicità, dobbiamo cambiare di colpo il modo in cui viviamo? Dobbiamo abbandonare e rinunciare alle cose che fanno parte della nostra vita? Direi che si tratta di una questione di atteggiamento, di come vogliamo vivere la nostra vita; dipende tutto da qual è la nostra priorità, il nostro massimo scopo. Se la nostra priorità è cercare la felicità senza tempo, la prima cosa che dobbiamo fare è riflettere.

Cinque minuti al giorno

E' utile esaminare quotidianamente quello che stiamo cercando davvero, le condizioni che abbiamo raccolto, e i metodi che abbiamo applicato. Non fa mai male rubare un po' di tempo, tutti i giorni, alle nostre agende. Possiamo iniziare prendendoci solo cinque minuti al giorno - non è poi così tanto -, e la pratica di per sé non deve comportare metodi intensivi o procedure rigorose. Tutto quello che dobbiamo fare è sederci o rimanere in piedi in un posto in cui ci sentiamo a nostro agio, tranquilli e in pace.

Poi, semplicemente, meditate e riflettete con la mente e il corpo in uno stato di calma. Pensate alle vostre ultime ventiquattro ore - niente di più -, e analizzate quello che è successo esattamente. Fatelo in modo non emotivo, senza giudicare. E' qualcosa che porta un beneficio immenso, che vi farà capire meglio voi stessi e i diversi aspetti interessanti della vostra vita. Non solo, poi, gioverà alla vostra memoria e vi farà sviluppare chiarezza, ma potrà esservi veramente utile nel comprendere voi stessi e la natura autentica della felicità.

Incoraggio tutti voi a fare questa pratica. Io stesso la seguo il più possibile, e senz'altro mi è di grande aiuto: mi permette di capire con precisione dove mi trovo e le esperienze che ho fatto in passato, e in questo modo riesco anche a riconoscere ciò che potrebbe accadere, le possibilità. Così, questa semplice pratica può aiutarci a comprendere passato, presente e futuro, ci fa sentire sicuri, e in questo modo possiamo acquisire una visione intuitiva sulla felicità.
 
Confido che questo sia di beneficio per tutti voi. Offro le mie aspirazioni e preghiere affinché noi tutti possiamo raggiungere la felicità senza tempo. Prego che possiamo tutti sviluppare chiarezza, e trovare le condizioni che ci permettano di riconoscere il valore della connessione che abbiamo. Prego che possiamo coltivare le condizioni per realizzare il nostro potenziale, il legame che tutti noi condividiamo come il legame della famiglia, il legame degli amici. E prego che questo possa far crescere nel nostro mondo non solo la felicità emotiva, ma la felicità atemporale.
 
 
Il testo è una trascrizione editata di una conferenza pubblica di Sua Santità il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje, tenuta in occasione della Giornata Internazionale della Felicità promossa dall'Organizzazione delle Nazioni  Unite (20 marzo 2015).


Fonte: http://www.huffingtonpost.co.uk
Tradotto da C.R.

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