«L'ego è come una stanza tutta per te, una stanza con una bella vista, con l'atmosfera, i profumi e la musica che ti piacciono. Vuoi che tutto sia fatto a modo tuo. Vorresti solo avere un po' di pace, vorresti solo avere un po' di felicità, sai, semplicemente "datemi un attimo di respiro!".
Più pensi in quel modo, tuttavia, e più cerchi di far sì che la vita si sviluppi in maniera da soddisfarti sempre, più cresce la tua paura degli altri e di quello che c'è fuori dalla tua stanza. Invece di diventare più rilassato, cominci a tirar giù le tapparelle e a chiudere la porta; e quando poi esci trovi l'esperienza sempre più angosciante e sgradevole, diventando più suscettibile, più impaurito, più irritabile di quanto tu sia mai stato. Più ti limiti a cercare di ottenere quello che vuoi, meno ti senti a casa.
Per cominciare a sviluppare compassione per te stesso e per gli altri, devi aprire la porta. Non lo fai ancora perché devi lavorare con la paura che possa entrare qualcuno che non ti piace; poi, quando inizi a rilassarti e a prendere confidenza con tali sentimenti, cominci ad aprirla. Stai pur certo che entreranno la musica e gli odori che non ti piacciono, e che qualcuno metterà un piede nella tua stanza dicendoti che dovresti praticare una religione differente, o votare per qualcuno che non ti va a genio, o dare del denaro che non vuoi dare.
Ora cominci a rapportarti con quei sentimenti, e sviluppi un po' di compassione connettendoti con il tuo buon cuore. Ti metti in relazione con quello che inizia a succedere quando non stai più proteggendo te stesso così tanto. Quindi, gradualmente, diventi più curioso che spaventato: essere impavidi di fatto non consiste nel vincere la paura, ma nell'arrivare a conoscerne la natura. Apri semplicemente la porta sempre di più, e a un certo punto ti sentirai in grado di invitare tutti gli esseri senzienti come tuoi ospiti.»
Più pensi in quel modo, tuttavia, e più cerchi di far sì che la vita si sviluppi in maniera da soddisfarti sempre, più cresce la tua paura degli altri e di quello che c'è fuori dalla tua stanza. Invece di diventare più rilassato, cominci a tirar giù le tapparelle e a chiudere la porta; e quando poi esci trovi l'esperienza sempre più angosciante e sgradevole, diventando più suscettibile, più impaurito, più irritabile di quanto tu sia mai stato. Più ti limiti a cercare di ottenere quello che vuoi, meno ti senti a casa.
Per cominciare a sviluppare compassione per te stesso e per gli altri, devi aprire la porta. Non lo fai ancora perché devi lavorare con la paura che possa entrare qualcuno che non ti piace; poi, quando inizi a rilassarti e a prendere confidenza con tali sentimenti, cominci ad aprirla. Stai pur certo che entreranno la musica e gli odori che non ti piacciono, e che qualcuno metterà un piede nella tua stanza dicendoti che dovresti praticare una religione differente, o votare per qualcuno che non ti va a genio, o dare del denaro che non vuoi dare.
Ora cominci a rapportarti con quei sentimenti, e sviluppi un po' di compassione connettendoti con il tuo buon cuore. Ti metti in relazione con quello che inizia a succedere quando non stai più proteggendo te stesso così tanto. Quindi, gradualmente, diventi più curioso che spaventato: essere impavidi di fatto non consiste nel vincere la paura, ma nell'arrivare a conoscerne la natura. Apri semplicemente la porta sempre di più, e a un certo punto ti sentirai in grado di invitare tutti gli esseri senzienti come tuoi ospiti.»
Pema Chodron
Tratto da Start Where You Are: A Guide to Compassionate Living
Tradotto da C.R.
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