25 giugno 2016

La morte come processo

 
«Questa zona di confine [tra la vita e la morte] è sempre più popolata, adesso che gli scienziati indagano sul fatto che la nostra esistenza non è un interruttore - acceso per vivo, spento per morto - ma piuttosto un potenziometro che può spostarsi attraverso diversi gradi di luminosità compresi tra il bianco e il nero. Nella zona grigia la morte non è necessariamente permanente e la vita è difficile da definire. Alcune persone attraversano quel confine e tornano indietro, talvolta descrivendo nei dettagli ciò che hanno visto dall'altra parte.
La morte è "un processo, non un momento", scrive Sam Parnia, specialista di medicina d'urgenza, nel suo libro intitolato Erasing Death (Cancellare la morte). E' un'ischemia che colpisce tutto il corpo; il cuore smette di battere ma gli organi non muoiono immediatamente. In realtà, prosegue Parnia, possono rimanere integri per parecchio tempo, il che significa che "per un periodo di tempo significativo la morte è in effetti del tutto reversibile".
Ma come può la morte, l'essenza stessa dell'eternità, essere reversibile? Che tipo di coscienza è attiva durante la transizione nella zona grigia? Un numero crescente di scienziati oggi si sforza di trovare risposte a questi annosi interrogativi.»
 
 
Tratto da Robin Marantz Henig - Il passaggio, National Geographic, aprile 2016, vol. 37 n. 4
Immagine: Buddha di Luce Illimitata (scr. Amitabha, tib. Opagme)
C.R.

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