«Marguerite mi aveva preso una mano, che penzolava inerte dal bordo del letto, la baciava e, come una folle, ripeteva: "Olivier, rispondimi... Mio Dio! E' morto! E' morto!".
Dunque la morte non era il nulla, poiché udivo e ragionavo. Il nulla soltanto mi aveva terrorizzato, sin dall'epoca della mia infanzia. Non riuscivo a concepire la scomparsa del mio essere, la soppressione totale di ciò che ero; e questo per sempre, nei secoli dei secoli, senza più un nuovo inizio. Talvolta rabbrividivo, quando trovavo sul giornale una data del secolo a venire: di sicuro non sarei più stato vivo a quella data, e quell'anno di un futuro che non avrei visto, dove non ci sarei stato, mi colmava di angoscia. Non ero io il mondo, e tutto non doveva crollare, quando me ne fossi andato? Sognare, in morte, la vita: questo avevo sempre sperato.»
Dunque la morte non era il nulla, poiché udivo e ragionavo. Il nulla soltanto mi aveva terrorizzato, sin dall'epoca della mia infanzia. Non riuscivo a concepire la scomparsa del mio essere, la soppressione totale di ciò che ero; e questo per sempre, nei secoli dei secoli, senza più un nuovo inizio. Talvolta rabbrividivo, quando trovavo sul giornale una data del secolo a venire: di sicuro non sarei più stato vivo a quella data, e quell'anno di un futuro che non avrei visto, dove non ci sarei stato, mi colmava di angoscia. Non ero io il mondo, e tutto non doveva crollare, quando me ne fossi andato? Sognare, in morte, la vita: questo avevo sempre sperato.»
Émile Zola (1840-1902)
Tratto da I morti non sono gelosi (La mort d'Olivier Becaille) (1879)
Immagine: Gustave Courbet - Il mare in burrasca (L'onda) (1870)
M.S.
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