«Mahamudra è una parola sanscrita che viene tradotta in tibetano come chakgya chenpo. Maha (chenpo) significa "grande, incomparabile", e ciò che è al di là di ogni paragone è il mudra (chakgya) che in questo caso si riferisce alla natura buddhica. È la saggezza della vacuità inerente a ogni essere senziente. In altre parole, Mahamudra esprime il fatto che la mente è vacua per sua natura, pervade tutti i fenomeni e comprende sia il samsara sia il nirvana. È saggezza e compassione illimitate, inseparabili l'una dall'altra. [...]
La tradizione della Mahamudra solitamente si basa su tre prospettive: (1) mudra come fondamento, (2) mudra come via e (3) mudra come risultato. In alcuni sutra si possono trovare altre enumerazioni, come ad esempio le quindici o venti forme di mudra e così via, ma classificare gli insegnamenti secondo i mudra come fondamento, via e risultato copre tutti i loro aspetti.
Mahamudra come fondamento è la natura intrinseca della mente e di ogni possibile fenomeno concepibile da essa. Nella chiarezza e nella vacuità la mente pura include sia il samsara sia il nirvana, senza alcuna distinzione. La Mahamudra come fondamento è tanto impossibile da esprimere quanto è impossibile da immaginare. Essendo al di là dei concetti non può essere definita, localizzata o identificata.
Mahamudra come via è il percorso che seguiamo per capire, superando ogni dubbio, che tutti i fenomeni sono di per se stessi vacui. Una comprensione autentica della vacuità non può essere conseguita attraverso il nostro modo di pensare abituale e confuso. Nelle fasi iniziali, esaminando il significato della vacuità, dovresti mantenere la mente aperta e prestare un'attenzione particolare agli insegnamenti pertinenti. Rifletti con cura su qualsiasi conoscenza tu abbia acquisito per mezzo degli insegnamenti. Dovresti inoltre immergerti nella lettura fino a quando non si formi una vasta comprensione di questo tema. Quindi, puoi ampliare ulteriormente la tua comprensione applicando le meditazioni di shamatha (sanscr., letteralmente "calma mentale") e vipashyana (sanscr., letteralmente "visione intuitiva"). È soltanto attraverso un'esperienza personale diretta in meditazione che puoi sapere al di là di ogni dubbio che la vacuità è veramente la natura intrinseca di ogni cosa. Questo intero processo viene chiamato Mahamudra come via.
In questo modo, la Mahamudra come fondamento adesso è oscurata. Non siamo in grado di vedere la reale natura della mente e di ogni possibile fenomeno concepibile dalla mente. La Mahamudra come fondamento, però, di per se stessa è al di là del tempo e immutabile. È soltanto la percezione di essa che cambia drasticamente attraverso una comprensione che viene perfezionata in modo graduale fino a quando, alla fine, siamo pienamente illuminati. Nella condizione illuminata sapremo, al di là di ogni dubbio, che la Mahamudra come fondamento e la Mahamudra come risultato di fatto non hanno alcuna differenza. La Mahamudra come via si riferisce al processo che consiste nell'acquisire familiarità con la natura della mente per mezzo delle meditazioni di shamatha e vipashyana. Mahamudra come fondamento, come via e come risultato si basano tutte sulla mente e sono inseparabili dalla mente.
La Mahamudra, quindi, non è una cosa aliena che deve essere portata a casa da una qualche terra pura lontana: non è altro che la purezza primordiale della mente, la natura di buddha di un essere senziente. Ignorare la Mahamudra come fondamento causa la condizione confusa di un essere senziente ordinario; un essere senziente che si trova sui livelli avanzati della Mahamudra come via viene chiamato bodhisattva realizzato; un essere senziente che ha realizzato appieno la Mahamudra come fondamento è un buddha illuminato.»
XIV Kunzig Shamar Rinpoche Mipham Chokyi Lodro (1952-2014)
Tratto da Boundless Wisdom: A Mahamudra Practice Manual
Tradotto da C.R.
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