17 aprile 2011

FASE 1: GLI IMBIANCHINI DEL DHARMA


Nei centri della Via di Diamante si sente spesso dire che nelle nostre meditazioni non si cerca di ottenere un effetto “muro bianco”: un gruppetto di Kagyu bergamaschi, riunitosi in un assolato sabato mattina, ha invece cercato espressamente questo effetto. Non stiamo parlando qui di uno stato un po’ sonnolento e di scarsa consapevolezza, ma di qualcosa di molto concreto: i muri del nuovo centro devono passare dal bianco sporco, con segni di scaffali e toppe varie, a un bianco purissimo e scintillante.
Piccola parentesi: vi avevamo raccontato che il posto prima era un sexy shop? Vi sconvolge questa notizia? Noi rimaniamo un po’ sconvolti da uno dei pochi residui della precedente attività: un neon viola!!
Incellofaniamo tutto, dai pavimenti ai caloriferi ai vibratori (ehm..no, questi non c’erano). Ci vestiamo come i RIS sulla scena di un delitto, ma finiamo per ritrovarci con i pantaloni delle tute a cavallo basso e sembriamo più dei rapperz un po’ sfigati (in stile Mc Hammer nel video di U can’t touch this per darvi un’idea..), per non parlare ovviamente del fatto che riusciamo comunque a imbrattarci le facce, i vestiti, le suole delle scarpe (???). Marco ha comprato una pittura iper-coprente mono-mano super-sbiancante e densa, talmente densa che si potrebbe quasi pitturare a cazzuolate, e questo compromette subito le nostre (già discutibili) forze. I fumi chimici iniziano a creare strani effetti: parte una rassegna di canti molto retrò, dai fascisti ai partigiani, da inni dei reparti dell’esercito a canzoni goliardiche, in pratica mancavano solo i canti delle mondine!!  Incontriamo i primi ostacoli: Paolo lo stuccatore realizza che i muri presentano delle crepe da scenario post-bellico, e infine scopriamo una colonna stregata che respinge tutti i nostri tentativi di pitturarla (Luigi la ribattezza giustamente “colonna infame”, con citazione manzoniana). Il lavoro procede, più o meno spedito: si pitta col rullo e col pennello, si sale e si scende la scala (a norma mi raccomando!!!), si fa una pausa sigaretta e una pausa merenda, ci si dà qualche pennellata a tradimento, etc etc. Nel delirio finale, Paolo si auto-convince di essere un maestro di bottega del XV sec.  con tanto di garzoni e commesse papali.

Risultato: il lunedì successivo Alberto, il capo-cantiere ufficiale, ci cazzia per tutta una serie di mostruosità che abbiamo commesso. Cito solo la più scandalosa: iniziamo i lavori con la solida e unanime decisione di non pitturare il soffitto, tanto da mettere lo scotch su tutto il perimetro in modo da evitare che parta qualche colpo di pennello accidentale (cosa che accade comunque), e rimaniamo fermi su questa scelta anche quando ormai c’è un nettissimo contrasto tra il bianco delle pareti e il grigio del soffitto!!
Siamo però fortunati: il fratello di Marzia, molto più competente, animato da compassione o forse da disgusto di fronte al nostro scadente lavoro, decide di offrirci il suo prezioso aiuto.

Causa + effetto: se sabato Paolo lascia il centro tirando un calcio ai cellophane, lunedì Alberto inciampa e poi ci cazzia!!

..a breve un video sulla prima giornata di lavori al centro..


C.R.

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