8 gennaio 2016

Saraha e la zuppa di ravanelli

 
«Un giorno Saraha chiese a sua moglie di cucinargli una zuppa di ravanelli al curry. Dopo aver preparato il piatto con cura utilizzando del latte cagliato di bufala, la donna glielo portò, ma dato che Saraha era seduto in meditazione si allontanò in silenzio. Lo yogi rimase in samādhi per dodici anni. Non appena riprese consapevolezza del mondo esteriore, tuttavia, urlò alla moglie domandandole la sua zuppa.
"Stai seduto in samādhi per dodici anni e la prima cosa che chiedi sono i ravanelli al curry?" fu la risposta piccata della donna, incredula. "Ora è estate e i ravanelli sono fuori stagione".
Tali parole misero in imbarazzo Saraha che decise di spostarsi sulle montagne per continuare la sua pratica.
"L'isolamento fisico non è vera solitudine." lo istruì la moglie. "La forma migliore di solitudine consiste nel distaccarsi completamente dai preconcetti e  pregiudizi di una mente dura e angusta, e inoltre da tutte le etichette e le idee rigide. Se ti risvegli da una samādhi di dodici anni e sei ancora attaccato al desiderio per la tua zuppa vecchia di dodici anni, a che ti serve andare sulle montagne?".
Saraha le diede ascolto, e in seguito si impegnò nel liberare la sua mente dal pensiero concettuale e dal fatto di credere nella sostanzialità della realtà oggettiva. Coltivò l'esperienza di tutte le cose nella loro purezza innata e originaria, raggiungendo l'esperienza mistica in cui  tutto viene sperimentato come spazio, e conseguì quindi la suprema realizzazione della Mahāmudrā.»
 
 
Keith Dowman - Masters of Mahāmudrā
Tradotto da C.R.

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