Non violenza, pace, compassione - sono tutte espressioni differenti di eccellenza, quello che ognuno di noi desidera realizzare.
Tuttavia, è difficile definire con precisione cosa siano davvero queste espressioni o qualità, e se le guardiamo da un punto di vista materialistico diventa quasi impossibile conseguirle.
Chiaramente, grazie alla nostra consapevolezza e alle nostre qualità innate abbiamo comunque l'idea di voler realizzare la non violenza, di voler realizzare la pace, di voler realizzare la compassione. Il motivo per cui diventa arduo determinarle con esattezza potrebbe essere legato alle emozioni disturbanti, a una causalità sfavorevole che spinge la ricerca di questa eccellenza in modo estremo.
Tuttavia, è difficile definire con precisione cosa siano davvero queste espressioni o qualità, e se le guardiamo da un punto di vista materialistico diventa quasi impossibile conseguirle.
Chiaramente, grazie alla nostra consapevolezza e alle nostre qualità innate abbiamo comunque l'idea di voler realizzare la non violenza, di voler realizzare la pace, di voler realizzare la compassione. Il motivo per cui diventa arduo determinarle con esattezza potrebbe essere legato alle emozioni disturbanti, a una causalità sfavorevole che spinge la ricerca di questa eccellenza in modo estremo.
Come conseguenza perdiamo di vista il fatto che questa perfezione è incredibilmente semplice, ed è solo con pazienza, con grande pazienza, grande premura e grande riguardo verso gli altri che riusciamo a coltivare questa semplicità.
Dobbiamo ricordare i grandiosi esseri che si manifestano nel corso delle nostre vite e della nostra era, e che mostrano questa eccellenza. Oggi, pertanto, richiamiamo alla mente la vita di Mahatma Gandhi-ji, il suo straordinario esempio di semplicità, l'approccio con cui ha condotto la sua esistenza e con cui ha guidato gli altri nel suo cammino di non violenza.
Non importa a quale cultura, religione o società apparteniamo: la pazienza è la pazienza, la premura è la premura - si tratta di qualcosa che va oltre tutti i limiti sociali legati a cultura, mentalità o religione.
C'è qualcosa che possiamo imparare da Gandhi-ji: essere pazienti e coraggiosi; vivere la vita nel momento presente; prendersi sulle spalle grandissime responsabilità e allo stesso tempo accettare la fragilità di questa esistenza, perché alla fine delle nostre vite dobbiamo separarci da tutto quello che abbiamo fatto, e ciononostante dobbiamo avere pazienza per non farci abbattere.
Gandhi-ji ha fatto tutto questo conducendo una vita molto semplice, e assumendo nel contempo un'enorme responsabilità. Ha insegnato lezioni grandiose, e dobbiamo trovare il modo per imparare da esse. Molti di noi hanno una vita più confortevole di quella vissuta da Gandhi-ji, e quindi abbiamo di fatto un'ottima opportunità per conseguire quello che lui ha realizzato nell'arco della sua esistenza.
Mentre portiamo a termine tutte le nostre attività, dobbiamo accettare il fatto che la vita è mutevole, che la vita è fragile. Dobbiamo accettare le condizioni e adempiere alle nostre responsabilità, non facendo troppa pressione su noi stessi ma accogliendo questi semplici fatti, e impegnandoci quindi a vivere momento per momento.
Commemoro Gandhi-ji con la nazione dell'India e con tutte le persone nel mondo, perché ho un'immensa riconoscenza per il suo esempio.
Fonte: http://www.karmapa.org
Tradotto da C.R.
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