Al Karmapa è stato chiesto: «Mi resta un mese da vivere, cosa dovrei fare?»
La sua risposta:
«Questo sole che tramonta non è la fine di tutto. Pensiamo sia così, ma in realtà non lo è. Se siamo veri studenti del Buddhadharma sappiamo che prosegue, può esserci una discontinuità di qualche tipo ma il ciclo semplicemente continua.
Cosa possiamo fare per prepararci per la fine? Possiamo provare molte cose per addolcire l'inevitabile, ma in definitiva tutto quello che facciamo non è altro che un tentativo di attenuarlo. Possiamo recitare dei mantra o fare qualche pratica speciale, però questo non cambierà la realtà delle cose.
Dobbiamo impegnarci ad accettare questa eventualità, cosa che ci porta effettivamente a sviluppare un qualche tipo di coraggio – dobbiamo essere impavidi. Mantenendo intatta la nostra dignità, possiamo usare questo tempo per riflettere sul fatto che tutto cambia, tutto finisce e tutto alla fine morirà.
Se siamo in grado di farlo, non saranno gli altri a consolarci nelle nostre ultime ore e giorni ma saremo invece noi a poter rincuorare loro. Questa comprensione può essere un momento culminante delle nostre vite come praticanti del Dharma: in modo vero e sincero ci rendiamo conto del beneficio che possiamo dare alle altre persone con il nostro coraggio. In effetti, quello che abbiamo sperimentato e capito è molto più rassicurante e reale per loro perché è autentico. Diventiamo un'esperienza fortissima per gli altri, e quando a loro volta dovranno attraversare difficoltà incredibili il nostro esempio li guiderà e gli permetterà di riconoscere che non è la fine, che non sono soli e che non hanno nulla da temere.
Quindi non scappiamo dalla paura e non cerchiamo di attenuarla o nasconderla: abbiamo imparato ad andare oltre la paura.»
«Questo sole che tramonta non è la fine di tutto. Pensiamo sia così, ma in realtà non lo è. Se siamo veri studenti del Buddhadharma sappiamo che prosegue, può esserci una discontinuità di qualche tipo ma il ciclo semplicemente continua.
Cosa possiamo fare per prepararci per la fine? Possiamo provare molte cose per addolcire l'inevitabile, ma in definitiva tutto quello che facciamo non è altro che un tentativo di attenuarlo. Possiamo recitare dei mantra o fare qualche pratica speciale, però questo non cambierà la realtà delle cose.
Dobbiamo impegnarci ad accettare questa eventualità, cosa che ci porta effettivamente a sviluppare un qualche tipo di coraggio – dobbiamo essere impavidi. Mantenendo intatta la nostra dignità, possiamo usare questo tempo per riflettere sul fatto che tutto cambia, tutto finisce e tutto alla fine morirà.
Se siamo in grado di farlo, non saranno gli altri a consolarci nelle nostre ultime ore e giorni ma saremo invece noi a poter rincuorare loro. Questa comprensione può essere un momento culminante delle nostre vite come praticanti del Dharma: in modo vero e sincero ci rendiamo conto del beneficio che possiamo dare alle altre persone con il nostro coraggio. In effetti, quello che abbiamo sperimentato e capito è molto più rassicurante e reale per loro perché è autentico. Diventiamo un'esperienza fortissima per gli altri, e quando a loro volta dovranno attraversare difficoltà incredibili il nostro esempio li guiderà e gli permetterà di riconoscere che non è la fine, che non sono soli e che non hanno nulla da temere.
Quindi non scappiamo dalla paura e non cerchiamo di attenuarla o nasconderla: abbiamo imparato ad andare oltre la paura.»
XVII Gyalwa Karmapa Trinley Thaye Dorje
Tratto da un insegnamento dato al Karma Kagyud Buddhist Centre Singapore, ottobre 2017
Fonte: http://www.facebook.com/tokpakorlophotography
Photo credit: Tokpa Korlo
Photo credit: Tokpa Korlo
Tradotto da C.R.