23 settembre 2014

Messaggio di S.S. il XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje in occasione della Giornata Internazionale della Pace promossa dalle Nazioni Unite - 21 settembre 2014
 
 
 
 
La parola "pace" può significare cose diverse per persone diverse. Per me, la pace è uno stato della mente in cui c'è completa consapevolezza, ha una natura simile a quella del seme che è inerentemente presente nel cuore di ogni essere senziente. Possiamo trovare questa pace coltivando la nostra ricchezza interiore, i nostri valori innati di saggezza e compassione.
Nel Buddhismo abbiamo un termine tibetano molto interessante, tendrel. Significa qualcosa come "origine interdipendente", e indica che i fenomeni hanno origine a causa di una connessione interdipendente. Siamo tutti connessi in moltissimi modi. Tutti abbiamo questi semi della pace dentro di noi, e insieme possiamo coltivare la gentilezza amorevole.
Pertanto, è di buon auspicio il fatto che esista una Giornata Internazionale della Pace promossa dalle Nazioni Unite. Possiamo noi in futuro usare ogni giorno per raccogliere e sfruttare la nostra ricchezza interiore, per il bene di tutti gli esseri senzienti.
 
 
Per ulteriori informazioni sulla Giornata Internazionale della Pace:
 
Tradotto da C.R.

13 settembre 2014

 
 
«Il Grande Sigillo deve essere sconfinato al pari di un gigantesco innamoramento: ci si deve sentire come in caduta libera prima che il paracadute si apra, o come quando si sfreccia su una strada piena di curve e senza controlli radar in sella ad una moto veloce. Qui si tratta dell'esperienza del principio di consapevolezza stesso, non dei suoi contenuti. Non esiste gioia maggiore: essa va al di là di ogni concetto, viene percepita come fosse più reale di ogni altra cosa e investe ogni cellula del corpo. Il desiderio di intervenire con la propria esperienza per essere di beneficio a tutti, unito alla certezza dell'indistruttibilità dello spazio che sperimenta, rende possibile un'attitudine coraggiosa che trascende l'individuo e che è autoliberante. Viste in quest'ottica, le situazioni spiacevoli diventano purificazioni e dissolvono le cause di pesanti sofferenze che si sarebbero incontrate più avanti. Tutto ciò che è piacevole, invece, è un rafforzamento del proprio potenziale illuminato - una benedizione - che può essere condivisa con gli altri. Così la mente gradualmente inizia a conoscersi sempre meglio. Attraverso il Grande Sigillo non si invecchia solamente (cosa che riescono a fare tutti), ma si diventa anche più saggi.»
 
 
Lama Ole Nydahl - Il Grande Sigillo

10 settembre 2014

Milarepa, thangka del XIX sec.
Image courtesy of www.himalayanart.org

«Milarepa è considerato un realizzato nell'esperienza ultima di Mahāmudrā, un Maestro che dimora nella condizione stabile di beatitudine-e-vacuità (tib. bde tsong). Nei tanti versi che gli sono attribuiti egli canta ininterrottamente della natura del Grande Sigillo e della straordinaria felicità raggiunta, una felicità non più dipendente da cause e condizioni, che ha trasceso il tempo - cioè il bisogno del tempo - e che si apre nella vacuità-pienezza della perfetta uguaglianza di tutto ciò che si manifesta.»
 
 
Carla Gianotti - Introduzione; in Milarepa - Il Grande Sigillo. La conoscenza originaria di Mahāmudrā

5 settembre 2014



«Il saggio che riconosce ogni cosa come puro potenziale
abbandona il mondo materiale per i campi buddhici della gioia.»


Tilopa (928-1009)
Keith Dowman - Masters of Mahamudra

Tradotto da C.R.

 

2 settembre 2014


«Se si osservano i fenomeni, non c'è alcun fenomeno,
si vede solo la mente;
se si osserva la mente, non c'è nessuna mente;

la sua essenza è la vacuità;
se si guardano entrambi, l'attaccamento al dualismo

si dissolve in se stesso.
Possiamo noi riconoscere la natura della mente, la chiara luce!»

 
Auspici della Mahamudra del III Karmapa Rangjung Dorje (1284-1339)
Lama Ole Nydahl - Il Grande Sigillo