25 febbraio 2011

Il primo incontro tra Ole e il XVI Karmapa

“Il 22 dicembre 1969 arrivammo a Katmandu. Già entrando nella città gruppi di amici residenti ci gridarono: «Il Karmapa è qui! Il Karmapa è qui!» […]
Quando ci avvicinammo ai piedi della montagna, apparve evidente che vi stava accadendo qualcosa di straordinario. Più tibetani di quanti ne avessimo mai visto insieme in una sola volta, stavano radunati attorno agli ingressi, vestiti a festa. Erano allegri ed eccitati, e tenevano le mani unite davanti al petto nel gesto dai molti significati: saluto e ringraziamento, preghiera e adorazione. […] Sembrava che tutti, ad ogni costo, desiderassero percorrere la ripida scala che si ergeva oltre le statue di Buddha appena verniciate, fino all’edificio religioso sulla sommità, e noi ci sentivamo attirati per la stessa via. Presi Hannah per mano, ed insieme corremmo su per i gradini, sorpassando i tibetani che si arrampicavano più lentamente. […] Nella penombra, dentro la porta d’entrata, vedemmo un uomo di corporatura robusta in abiti rossi e gialli, seduto su una specie di trono: reggeva sopra la testa qualcosa di nero che il sole negli occhi ci impediva di vedere. Dopo alcuni minuti lo abbassò e lo mise in una specie di scatola, mentre un cancello di ferro si chiudeva velocemente davanti all’ingresso. Per un attimo tutti furono come fulminati, poi la folla cominciò ad agitarsi. Tutti si spingevano verso una porta a sinistra dell’edificio, per cercare, con tutta probabilità, di raggiungere l’uomo sul trono. Era un caos totale. Tutti spingevano, i bambini urlavano, e mi trovai per la prima volta in un ruolo particolare di fronte ai tibetani: trattenevo i giovani e quelli forti, di modo che i vecchi e i bambini potessero passare, e proteggevo coloro che facilmente sarebbero stati travolti dalla calca. C’è bisogno di molta forza per questo lavoro, e per la gente locale, malnutrita, non è facile.
Dopo un’ora, forse, quando il fiume di gente era quasi passato, ci facemmo trascinare assieme agli ultimi. Fummo spinti dentro un lungo corridoio nero, e di colpo ci trovammo in mezzo al suono dei corni davanti al Karmapa. Quando ci mise le mani sulla tesa alzammo gli occhi per guardarlo, e d’improvviso divenne più grande del cielo intero, incredibilmente espanso, dorato e raggiante. La folla ci portò avanti, l’energia che ci attraversava ci scuoteva da cima a fondo e come in trance oltrepassammo dei lama che ci legarono dei nastrini attorno al collo. Fummo di nuovo fuori sulla piazza. Là ci aggrappammo al cancello di ferro davanti all’ingresso, in uno stato oltre ogni pensiero, con impresso negli occhi solo il grande Buddha dorato che benediva la folla. Noi sapevamo che non avremmo mai più potuto dimenticare la perfezione che ci aveva mostrato. Il potere del Karmapa era entrato nelle nostre vite.”

Lama Ole - La via di Diamante

23 febbraio 2011

Tilopa (928-1009)

Bramino, originario dell’India orientale, Tilopa era solo un ragazzo quando incontrò il famoso insegnante Nagarjuna, le cui capacità straordinarie in seguito fecero in modo che un oracolo di stato scegliesse Tilopa come governante di un piccolo regno dell’India.
Alcuni anni dopo, disilluso dal potere mondano, divenne monaco presso il Tempio Tantrico di Somapuri in Bengala. Si racconta che un giorno una dakini (un aspetto femminile che dà saggezza) gli si manifestò in una visione, e gli offrì la sua conoscenza come via per l’Illuminazione. Cogliendo questa opportunità, Tilopa chiese i suoi insegnamenti, e ricevette l’iniziazione nel Chakrasamvara Tantra, che fu facilmente in grado di capire grazie alle sue grandi capacità. Per dodici anni praticò questo insegnamento a Somapuri, ma quando i monaci lo videro prendere una compagna per la pratica dello yoga in unione, fu costretto a lasciare la comunità.
Tilopa trasse vantaggio dall’espulsione viaggiando attraverso l’India, incontrando molti insegnanti, e imparando i loro metodi. In questo periodo si guadagnò da vivere macinando semi di sesamo (Til in sanscrito) per l’olio – fatto da cui deriva il nome con cui lo conosciamo. Gli fu data una trasmissione diretta della Mahamudra e di altri insegnamenti dal Buddha Vajradhara (tib. Dorje Chang), che divenne il suo lama radice. Sebbene avesse scelto di vivere in luoghi lontani e inospitali, la sua fama come insegnante gli procurò studenti eccellenti, tra i quali scelte Naropa come detentore del lignaggio.

Fonte: www.karmapa.org
Tradotto da C.R.

20 febbraio 2011

“In tibetano la parola comune per “meditazione” è sgom, che letteralmente significa “fare l’abitudine”, nel senso di acquisire una dimestichezza volontaria e costante, familiare, con quella natura della mente considerata, in ambito buddhista, come non separata dall’esperienza stessa del mondo.
Ne I Centomila Canti dice Milarepa: «Osservando la mente ho visto tutto»: quando lo yogin siede in meditazione, sta guardando l’umanità intera sottoforma di se stesso.”

Carla Gianotti – Il canto del limite, in Milarepa – Il grande sigillo. La conoscenza originaria di Mahamudra

18 febbraio 2011

"Il Buddhismo è semplicemente un metodo, non si basa su ciò che qualcuno ha detto, e nemmeno sulla fede - si basa sui fatti. Mentre usiamo questo metodo, e stiamo cercando la verità, non usiamo solo il Dharma ma anche tutte le altre fonti, qualsiasi conoscenza noi riusciamo ad ottenere da questo mondo. Ma senza aggrapparci ad essa."

XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje

16 febbraio 2011

"Pensieri e sentimenti che disturbano si purificano al meglio non dando loro peso. Se li si lascia accadere a margine di quanto normalmente comunque accade, si sgonfiano in fretta. Non ci si deve tuttavia lasciar scappare il piacere di osservare di tanto in tanto i film che passano: tra di loro ce n’è qualcuno decente. Si può ancora imparare, se la proposta è particolare.
Da questa prospettiva lo zoo dei propri mutevoli stati d’animo insegna ad aiutare gli altri. Le tigri interiori diventano sempre più esili e ai coccodrilli cadono i denti nel momento in cui si scuote la testa per averli presi così sul serio. Le emozioni di disturbo vivono delle conferme a loro date: se queste vengono a mancare, anche la loro forza s’indebolisce.
Le difficoltà hanno la forza che viene loro data."

Lama Ole - Il Grande Sigillo

13 febbraio 2011


"La certezza che alla massima gioia corrisponde la massima verità è il regalo migliore che possiamo fare al mondo, e l'unico illimitato nel tempo."

Lama Ole - Della mente e della sua ricchezza

11 febbraio 2011

Buddha e bodhisattva

“Storicamente parlando, sappiamo che il Buddha Sakyamuni venne in questo mondo circa 500 anni prima del Cristo: chiamiamo “Buddha” un essere che ha completamente realizzato la vera natura della mente, e che viene al mondo per dare inizio ad un corpus di insegnamenti allo scopo di condurre gli altri esseri senzienti alla sua stessa realizzazione, giacchè tutti dispongono dello stesso potenziale.
Fra questi esseri, chi realizza la verità della propria natura buddhica e decide di riprendere forma come essere senziente per aiutare gli altri a comprendere l’insegnamento di un Buddha, viene detto bodhisattva.
Un bodhisattva può aver raggiunto lo stesso livello di realizzazione di un Buddha, come Padmasambhava, oppure può trovarsi ancora ad un livello più basso, sulla strada per la realizzazione. Tuttavia, storicamente parlando, i Buddha e i bodhisattva hanno funzioni diverse: un Buddha inizia un ciclo di insegnamenti, ed un bodhisattva ne porta avanti l’azione propagando questi insegnamenti in modi, tempi e regni diversi. […]
Secondo la nostra tradizione, l’intero corpus di insegnamenti di un Buddha è detto “Dharma”, la ruota, giacché è ciclico. Molti Buddha sono ricordati dalla storia, e ancora ne conosciamo gli insegnamenti; ma tre di loro sono quasi una leggenda dal momento che i loro insegnamenti sono scomparsi con loro. I loro Dharma erano diretti alle umanità precedenti.
Sicché, il Buddha Sakyamuni è il quarto, per la nostra tradizione, e si attende la venuta di mille altri Buddha! […]
Dal momento che gli insegnamenti del Buddha Sakyamuni sono ancora disponibili oggigiorno, ciò che ci serve per evolvere attualmente è la presenza e l’aiuto di esseri compassionevoli che volontariamente assumano un corpo (bodhisattva significa “un uomo con una mente compassionevole”) in questo mondo. […]. Essi vengono ad insegnarci secondo il sistema del Buddha Sakyamuni (ovvero, rendendo questi insegnamenti più evidenti, più manifesti), e sono una manifestazione della compassione del Buddha. [...]"

Lama Jigmela Rinpoche - A...come Buddha!

9 febbraio 2011

Spunti da Marco Aurelio

Alcune frasi dall'opera La libertà interiore, che ci sono sembrate molto Kagyu..

"E' possibile non formarsi nessuna opinione su un dato fatto e non turbare così lo spirito; poichè le cose, in se stesse, non hanno natura tale da creare i nostri giudizi."

"Contro le cose non conviene adirarsi, giacchè esse non se ne curano affatto."

"La morte: o è dispersione, se
siamo composti di atomi; oppure,
se siamo un'unità vivente, estinzione
e trasmigrazione."

M.S.

6 febbraio 2011

Sul lignaggio:

"Il Buddha insegnò la via della liberazione dai problemi del samsara; le persone che seguirono i suoi insegnamenti e ottennero i risultati sono considerate dei maestri realizzati. Difatti tutti i testi buddhisti furono scritti (e vengono scritti tuttora) da queste persone realizzate, che sono gli amici spirituali stra-ordinari in grado di mostrarci la via. Per seguire il cammino del dharma abbiamo bisogno di questi amici spirituali che possono insegnarci, e Gampopa spiegò che ce ne sono di diversi tipi.
Il Lama autentico è considerato un insegnante straordinario, qualcuno che ha già realizzato i risultati del cammino; è un bodhisattva, un essere umano pienamente impegnato  nel lavoro che fa per il beneficio degli esseri senzienti e in accordo con il dharma.
Un lama autentico è connesso ad un lignaggio dalla propria realizzazione delle pratiche: questo significa che quando lo seguiamo e facciamo la pratica, anche noi entriamo in connessione con il lignaggio. Grazie al nostro lama entriamo in connessione con tutti i maestri del passato, come una concatenazione di anelli che risale fino al Buddha - cosa molto importante perchè in questo modo evitiamo degli errori e delle interpretazioni errate degli insegnamenti.
In passato alcuni detentori del lignaggio realizzati idearono delle pratiche efficaci come metodi per aiutare i praticanti; si tratta di metodi importanti che sono stati preservati e sono ancora disponibili per noi oggi. […] E’ anche per questo che è tanto importante per noi seguire le pratiche del lignaggio adeguatamente senza alcuna aggiunta estranea né cambi, così siamo sicuri di mantenerne il significato intatto.
Preserviamo la memoria dei maestri del lignaggio al fine di connetterci con loro; questa connessione rafforza e facilita il potenziale che abbiamo per comprendere. Grazie al nostro lama possiamo essere connessi a tutti i maestri – dai primi come Marpa, Milarepa, Gampopa ed il I Karmapa, proseguendo per tutta la linea fino a quelli del presente. Una cosa, questa,  che potrebbe essere difficile per noi da apprezzare perchè al momento potremmo non capire appieno cosa significa. Ciò nonostante possiamo stabilire un rapporto con il nostro lama attraverso la devozione, la fede e la fiducia perchè lui è qui.
Con lo scorrere di varie epoche, i praticanti che hanno studiato e praticato con successo sono diventati dei lama autentici. […] E’ possibile per tutti fare lo stesso."

Jigme Rinpoche - Il lama autentico
Buddhism Today, Issue 15, The transmission Lineage, 2005, vol.1
Tradotto da M.S.

2 febbraio 2011

Il Kagyu Monlam a Bodhgaya, 27/12/10 - 02/01/11

Bodhgaya, nello stato indiano del Bihar, è il luogo in cui il Buddha storico Shakyamuni ha raggiunto l'illuminazione 2500 anni fa. E' il principale luogo di pellegrinaggio per i buddhisti di tutto il mondo.
Negli ultimi anni vi si sono tenuti cinque Kagyu Monlam Chenmo - nel 1996, nel 2000, nel 2004, nel 2007 e nel 2010.

In questa particolare occasione centinaia di studenti provenienti da tutto il mondo si sono riuniti a Bodhgaya per partecipare a questi eventi, che vengono definiti grandi festival di preghiera.

Nel 2010, in particolare, il Kagyu Monlam è stato dedicato alla celebrazione del 900esimo anniversario del primo Karmapa, Düsum Khyenpa.

Ulteriori informazioni su:

REPORT:

Il grande giorno è arrivato; le preparazioni per questo evento finale che chiude un intero mese di celebrazioni in onore di Düsum Khyenpa durano da diverse settimane. A partire dalle prime luci di questa mattina una folla di persone si è radunata nel luogo allestito per il Monlam presso il tempio del Mahabodhi.
L'atmosfera, carica di vibrante attesa, risuona di mantra e squittii di scoiattoli.
Alle sette di mattina una voce dall'altoparlante ha chiesto a tutti presenti di alzarsi e di formare due file, per preparare la rappresentazione del Karmapa Düsum Khyenpa. Oltre diecimila persone si sono alzate per formare due linee ai due lati del sentiero.
La coda di persone si allungava molto al di là dell'ingresso e giù per tutta la strada principale che porta a Bodhgaya. Quando tutte le persone erano in posizione, sono stati distribuiti dei fiori ed è iniziata l'attesa.
I suoni dei cimbali e dei gyaling, i tamburi e le conchiglie ricurve annunciano la processione ben prima che sia visibile.

Eccola finalmente in vista: guidata da molti umdze (maestri delle invocazioni cantate) che suonano i cimbali, seguiti da una lunga fila di monaci vestiti da cerimonia che suonano diversi tipi di strumenti musicali.
Il cuore della processione diventa visibile dopo un po': una scatola di legno intarsiato, aperta dai lati e portata sulle spalle da quattro monaci, che contiene una raffinatissima statua rappresentante Düsum Khyenpa.

Davanti a questa rappresentazione del I Karmapa camminano Kunzig Shamar Rinpoche, Beru Khyentse Rinpoche, Jamgön Kongtrül Rinpoche, Nendo Dorje Lopön Rinpoche e Lodrö Rabphel Rinpoche. Una pioggia di fiori e sciarpe cade da ogni dove sulla statua di Düsum Khyenpa mentre passa. Dopo una grande khora (circoambulazione) dello stupa,la processione arriva all'ingresso del tempio del Maha bodhi dove l'aspettano tutti gli altri Rinpoche e lama, e dopo un'altra piccola khora la statua viene posta sull'altare.

Shamar Rinpoche, con il suo copricapo rosso, accende una lampada di burro e offre un mandale al I Karmapa. E in quel momento arriva S.S. il XVII Gyalwa Karmapa Trinley Thaye Dorje, che si prosterna davanti all'albero della Bodhi, accende una lampada al burro e sale sul suo trono, anche lui con il suo copricapo nero.

I Rinpoche, lama e monaci e monache iniziano quindi la puja di ka gyu chi yi la drub, che è una pratica di Guru Yoga (pratica sul maestro) con offerta dello tsok.

Sia Gyalwa Karmapa sia Kunzig Shamar Rinpoche rimangono per la durata della puja, benedendo poi il cibo da distribuire alla folla. Anche i mendicanti ne hanno avuto un po'.

Trovate il report completo sul sito di S.S. Trinley Thaye Dorje, il XVII Karmapa:

Tradotto da M.S.




Messaggio da parte di Lama Ole Nydahl a S.S. il XVII Karmapa in occasione delle celebrazioni per il 900esimo anno del I Karmapa, Dusum Khyenpa





Nobilissima S.S. Karmapa Thaye Dorje,

partecipiamo con migliaia di studenti presenti alle conferenze alla grandiosa celebrazione della tua attività illuminata iniziata nel XII secolo.

Gli esempi indimenticabili dati dalle tue incarnazioni si sono manifestati a così tante generazioni in Asia, e ora - grazie all'incomparabile Rangjung Rigpe Dorje e a te - anche nei paesi occidentali, pieni di riconoscenza.

I nostri centri della Via di Diamante Karma Kagyu, al presente più di seicento, sostengono pienamente sia te che Shamar Rinpoche e gioiscono delle tua attività che prosegue da novecento anni. Possa questa mai cessare e beneficiare un numero incalcolabile di esseri!
Con la nostra più profonda gratitudine, 


Lama Ole e studenti


Tradotto da M.S.